Nuove speranze contro Alzheimer e distrofia muscolare: arriva SPLICER, l’evoluzione di CRISPR che rivoluziona l’editing genetico
Un passo avanti nell'editing genetico: SPLICER utilizza un approccio più preciso per correggere geni malfunzionanti, aprendo nuove frontiere nella lotta contro le malattie genetiche
SPLICER è il nuovo strumento che sta già facendo parlare di sé come l’evoluzione naturale della CRISPR. Sviluppato dai ricercatori dell'Università dell’Illinois, questo innovativo sistema si basa sul meccanismo di "exon skipping", un processo che permette alle cellule di ignorare le sezioni di DNA difettose durante la creazione delle proteine. Grazie a questa tecnologia, si punta a correggere mutazioni genetiche responsabili di malattie come l'Alzheimer, la distrofia muscolare di Duchenne e il Parkinson.
Mentre CRISPR-Cas9 si era affermata come una rivoluzione per la modifica genetica, il suo utilizzo era limitato dalla dipendenza da sequenze specifiche e dalla possibilità di errori. SPLICER supera questi limiti utilizzando una versione avanzata della tecnologia base editing, permettendo un’azione più precisa e mirata.
Come funziona SPLICER: la chiave è l’exon skipping
Il principio alla base di SPLICER è semplice, ma rivoluzionario: piuttosto che tentare di correggere una mutazione genetica, lo strumento insegna alla cellula a "saltare" le porzioni di DNA difettose durante la trascrizione in RNA. Questo processo garantisce che la proteina finale sia priva di difetti, riducendo così il rischio di effetti collaterali o tossicità.
I punti chiave del funzionamento di SPLICER includono:
- Precisione assoluta: SPLICER modifica simultaneamente i punti di inizio e fine degli esoni difettosi, assicurando un taglio netto senza lasciare parti indesiderate
- Versatilità: Utilizza enzimi avanzati che non richiedono sequenze PAM specifiche, ampliando il numero di geni che possono essere trattati
- Riduzione degli errori: Rispetto a CRISPR, diminuisce il rischio di modifiche non desiderate o off-target
- Applicazioni mediche: Alzheimer e distrofia muscolare
I primi test condotti su modelli animali hanno dimostrato che SPLICER può ridurre efficacemente i livelli di beta-amiloide, una proteina associata alla formazione di placche nei neuroni dei pazienti con Alzheimer. Nel caso della distrofia muscolare di Duchenne, lo strumento è in grado di bypassare le mutazioni responsabili del malfunzionamento delle proteine muscolari, restituendo loro una funzione quasi normale.
Queste applicazioni potrebbero rappresentare un punto di svolta per milioni di pazienti affetti da malattie genetiche:
- Alzheimer: Riduzione del 25% nella produzione di placche beta-amiloidi nei test su modelli murini
- Distrofia muscolare di Duchenne: Miglioramento significativo della funzionalità muscolare nei primi esperimenti
Le sfide da affrontare prima dell’uso clinico
Nonostante il potenziale rivoluzionario, SPLICER deve ancora superare alcune sfide prima di poter essere applicato su larga scala. Tra queste:
- Sicurezza: Gli scienziati devono verificare che il "salto" degli esoni non causi effetti indesiderati o nuove tossicità
- Test a lungo termine: Servono studi sugli animali e successivamente sugli esseri umani per valutare la durabilità dei benefici e l’assenza di rischi
- Ottimizzazione della consegna: Come per CRISPR, sarà fondamentale trovare metodi efficienti per somministrare SPLICER direttamente alle cellule bersaglio
SPLICER e il futuro dell’editing genetico
SPLICER potrebbe ridefinire il concetto stesso di terapia genica. Questo strumento promette di offrire soluzioni pratiche per malattie genetiche oggi incurabili, aprendo le porte a trattamenti personalizzati e su misura.
Fonte:
Nature Communications