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Possibile rallentare o arrestare la progressione del Parkinson, la scoperta che accende la speranza

Dei ricercatori, dopo 20 anni di studi, sono riusciti a decifrare la struttura della proteina PINK1. La molecola è coinvolta nei meccanismi di protezione delle cellule cerebrali

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Il team di scienziati del WEHI Parkinson’s Disease Research Centre
Il team di scienziati del WEHI Parkinson’s Disease Research Centre

Un team di scienziati del WEHI Parkinson’s Disease Research Centre, in collaborazione con esperti di biologia strutturale, ha compiuto un passo significativo nello studio del morbo di Parkinson. Dopo oltre vent’anni di ricerche, i ricercatori sono riusciti a decifrare la struttura tridimensionale della proteina PINK1, una molecola chiave coinvolta nei meccanismi di protezione delle cellule cerebrali. Questa proteina è fondamentale per individuare e segnalare i mitocondri danneggiati, avviandone l’eliminazione e prevenendo l’accumulo di scorie tossiche. La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Science, potrebbe aprire nuove prospettive terapeutiche, consentendo lo sviluppo di farmaci in grado di riattivare il meccanismo cellulare di pulizia e potenzialmente rallentare o arrestare la progressione della malattia.

 

PINK1: il guardiano cellulare dei mitocondri

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa complessa che non si limita ai tremori. I pazienti possono sviluppare problemi cognitivi, disturbi del linguaggio e alterazioni metaboliche.

La proteina PINK1 svolge un ruolo cruciale nella protezione delle cellule nervose. Il suo compito è identificare i mitocondri danneggiati e avviare un processo di eliminazione. Quando questa funzione è compromessa da mutazioni genetiche, le cellule non riescono a eliminare le scorie tossiche, causando la progressiva degenerazione dei neuroni.

Un enigma durato due decenni

Nonostante la proteina PINK1 sia stata scoperta oltre 20 anni fa, fino ad oggi il suo funzionamento dettagliato restava sconosciuto. Ora, i ricercatori hanno finalmente chiarito come PINK1 interagisce con la membrana mitocondriale, avviando il processo di riparazione cellulare.

"È straordinario poter finalmente osservare la proteina PINK1 in azione e comprendere il suo ruolo essenziale nella salute delle cellule nervose", ha dichiarato il professor David Komander, autore principale dello studio.

Questa scoperta segna un importante progresso nella comprensione dei meccanismi alla base del Parkinson.

 

Come PINK1 protegge i neuroni

I ricercatori hanno identificato un processo in quattro fasi con cui PINK1 agisce:

  1. Riconoscimento dei mitocondri danneggiati.
  2. Ancoraggio alla loro superficie.
  3. Attivazione dell’ubiquitina, un segnale molecolare.
  4. Richiamo della proteina Parkin, che elimina i mitocondri difettosi.

"Per la prima volta, abbiamo visto come le mutazioni legate al Parkinson alterano il funzionamento di PINK1", ha spiegato la dottoressa Sylvie Callegari, co-autrice della ricerca.

Per la prima volta, due proteine PINK1 sono state osservate legate alla membrana di un mitocondrio

Queste informazioni aprono la strada alla progettazione di terapie mirate.

Verso nuove strategie terapeutiche

Fino ad ora, si ipotizzava che PINK1 potesse essere un bersaglio per nuovi farmaci, ma la mancanza di dati sulla sua struttura ne impediva lo sviluppo. Ora che il meccanismo d’azione è stato chiarito, diventa possibile individuare molecole in grado di attivarne la funzione, potenzialmente rallentando o bloccando la progressione della malattia.

Questo potrebbe rappresentare una svolta per i pazienti con mutazioni nel gene PINK1, che attualmente non hanno opzioni terapeutiche mirate.

PINK1 e la degenerazione dei neuroni

Uno degli aspetti più critici del morbo di Parkinson è la progressiva perdita delle cellule cerebrali. Nel corpo umano, ogni minuto vengono rimpiazzate circa 50 milioni di cellule, ma i neuroni non hanno la stessa capacità rigenerativa.

Quando i mitocondri danneggiati non vengono eliminati, le cellule nervose accumulano tossine e vanno incontro a un deterioramento irreversibile. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei pazienti con mutazioni di PINK1, che bloccano il normale processo di pulizia cellulare, noto come mitofagia.

Le prospettive future della ricerca

Questa scoperta rappresenta un punto di svolta nella lotta contro il Parkinson. I prossimi passi dei ricercatori saranno focalizzati sull’identificazione di farmaci in grado di potenziare l’attività di PINK1, aprendo nuove possibilità per terapie innovative.

Grazie a questi studi, il futuro dei trattamenti per il morbo di Parkinson potrebbe cambiare radicalmente, offrendo nuove speranze a migliaia di pazienti in tutto il mondo.

Fonte:

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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