Individuato un possibile tallone d'Achille della SLA, ecco cosa sono riusciti a fare gli scienziati
Nuove ricerche evidenziano il ruolo dei difetti delle ciglia primarie, aprendo a potenziali terapie innovative per rallentare la malattia
L’atrofia muscolare laterale (SLA) è una malattia neurodegenerativa devastante che colpisce i motoneuroni, con un’aspettativa di vita media di due-cinque anni dopo la diagnosi. Nonostante decenni di ricerche, la causa della morte dei motoneuroni rimane in gran parte sconosciuta e le opzioni di trattamento sono limitate. Ora, un team di scienziati della KU Leuven e del VIB Center for Brain and Disease Research ha scoperto un possibile nuovo meccanismo alla base della SLA: i difetti delle ciglia primarie, minuscole strutture simili ad antenne presenti sulle cellule.
Cosa sono le ciglia primarie e perché sono importanti
Le ciglia primarie sono microscopiche proiezioni presenti sulla superficie di molte cellule e svolgono un ruolo cruciale nel ricevere e processare segnali vitali per il funzionamento delle cellule. Nei motoneuroni, queste strutture sono essenziali per mantenere le connessioni tra nervi e muscoli, note come giunzioni neuromuscolari. Quando le ciglia primarie sono danneggiate o assenti, i motoneuroni non riescono a comunicare correttamente, portando alla progressiva debolezza muscolare e paralisi che caratterizzano la SLA.
Il gene C21orf2 e il suo legame con la SLA
Nel 2016, un consorzio internazionale guidato dal professor Philip Van Damme dell’Università di KU Leuven ha identificato il gene C21orf2 come associato alla SLA. Questo gene era già noto per essere coinvolto nei difetti delle ciglia in altre malattie, spingendo i ricercatori a indagare se fosse coinvolto anche nella SLA. Studi recenti hanno dimostrato che le mutazioni in C21orf2 compromettono la formazione e la struttura delle ciglia primarie nei motoneuroni derivati dai pazienti, rendendole meno numerose e anormalmente corte.
Implicazioni della scoperta: una nuova strada terapeutica
La ricerca, condotta in collaborazione con il laboratorio del professor Ludo Van Den Bosch, ha rivelato che le mutazioni in C21orf2 interrompono il segnale della via sonic hedgehog (Shh), fondamentale per la salute dei motoneuroni. Questo danneggiamento impedisce ai motoneuroni di formare le giunzioni neuromuscolari, essenziali per il movimento. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che ripristinando i livelli di C21orf2 è possibile correggere i difetti delle ciglia, ristabilire la segnalazione Shh e favorire la formazione delle giunzioni neuromuscolari.
Difetti delle ciglia: un problema più ampio nella SLA?
Un aspetto sorprendente dello studio è che difetti simili nelle ciglia primarie sono stati osservati anche nei motoneuroni di pazienti con mutazioni nel gene C9orf72, una delle cause genetiche più comuni della SLA. Questo suggerisce che i difetti delle ciglia potrebbero non essere limitati a un unico sottotipo genetico, ma rappresentare un problema più ampio nella biologia della SLA.
Verso nuove terapie: si accende la speranza
Come sottolinea il professor Philip Van Damme, questa scoperta apre nuovi orizzonti nella ricerca sulla SLA. “L’osservazione che la sovraespressione di C21orf2 può correggere i difetti delle ciglia e ripristinare le giunzioni neuromuscolari suggerisce che mirare alla disfunzione delle ciglia primarie potrebbe diventare una strategia terapeutica per la SLA”. I risultati stimolano ulteriori ricerche su come migliorare la funzionalità delle ciglia nei pazienti con SLA, offrendo nuove speranze per lo sviluppo di trattamenti efficaci.
Una strada ancora lunga
Sebbene la strada verso terapie efficaci sia ancora lunga, questo studio evidenzia un potenziale nuovo bersaglio terapeutico, portando un raggio di speranza ai pazienti e alle loro famiglie. Continuare a esplorare il ruolo delle ciglia primarie e sviluppare trattamenti mirati potrebbe segnare un cambiamento significativo nella lotta contro la SLA. Ogni anno, a livello globale, si stima che vengano diagnosticati circa 140.000 nuovi casi di SLA. In Italia l’incidenza è simile, con 2-3 casi ogni 100.000 abitanti, per un totale di quasi 2mila nuovi casi di SLA.
Fonte:
Brain
Medical xPress