Sclerosi Multipla, svolta nella ricerca. Scoperto il ruolo delle cellule T “traditrici”
Uno studio tedesco sui gemelli svela nuovi dettagli sul ruolo delle cellule T CD8+ nella progressione della sclerosi multipla, aprendo la strada a possibili futuri trattamenti.

La sclerosi multipla (SM) è una delle malattie autoimmuni più complesse e debilitanti, colpendo soprattutto le donne con un’incidenza tripla rispetto agli uomini. Questa patologia progressiva può compromettere la vista, la capacità di camminare e causare forti dolori neuropatici. Nonostante i farmaci aiutino a rallentare la malattia, non esiste ancora una cura. La SM è caratterizzata da un attacco del sistema immunitario alle guaine mieliniche che proteggono i nervi, compromettendo la trasmissione degli impulsi nervosi tra il cervello e il corpo.
Lo studio sui gemelli: un approccio unico
Un team di ricercatori tedeschi dell’Istituto di Neuroimmunologia Clinica dell’Ospedale Universitario di Monaco, guidati da Vladyslav Kavaka, ha esaminato il ruolo delle cellule T CD8+ nella SM utilizzando un approccio innovativo: lo studio su gemelli monozigoti. “Le cellule T CD8+ sono abbondanti nelle lesioni della SM”, ha scritto Kavaka sulla rivista Science Immunology. Collaborando con l’Università di Heidelberg, i ricercatori hanno studiato 12 coppie di gemelli in cui uno dei fratelli aveva la SM o una neuroinfiammazione subclinica, il primo stadio della malattia.
Cellule T CD8+: il lato oscuro del sistema immunitario
Le cellule T CD8+, spesso definite “traditrici”, sono risultate altamente coinvolte nell’infiammazione associata alla SM. Kavaka spiega: “Abbiamo confrontato i cloni delle cellule T CD8+ presenti nel sangue e nel liquido cerebrospinale di coppie di gemelli monozigoti in cui il gemello non presentava alcuna neuroinfiammazione o ne presentava una subclinica”. Lo studio ha rivelato che queste cellule esprimono geni legati a una maggiore attivazione immunitaria e a una capacità di migrazione verso il sistema nervoso centrale, dove possono scatenare ulteriori risposte infiammatorie.
La svolta nella ricerca sulla Sclerosi Multipla
La ricerca ha permesso di identificare alterazioni immunologiche e metaboliche che potrebbero essere alla base dell’aggressività della SM. “Avere nuove intuizioni sulle attività delle cellule T CD8+ può fornire nuove idee su futuri obiettivi terapeutici”, sottolineano Kavaka e il suo team. Le cellule T CD8+ dimostrano un potenziale aumentato per viaggiare verso il sistema nervoso centrale e attivare altre cellule immunitarie nei siti di neuroinfiammazione. “Abbiamo identificato alterazioni immunologiche e metaboliche periferiche associate alla SM indicative di un fenotipo potenziato delle cellule T CD8+ migratorie, proinfiammatorie e attivate”, concludono i ricercatori.
Questa scoperta potrebbe segnare un punto di svolta nella comprensione della SM, offrendo nuovi percorsi per lo sviluppo di terapie mirate e potenzialmente più efficaci nel gestire la malattia.
Fonte:
Science Immunology