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Funziona il sangue artificiale universale creato in Giappone

I primi test si sono rivelati positivi. Sulle cavie, hanno evidenziato gli scienziati, sono stati ottenuti i medesimi risultati dell’equivalente biologico

Roberto Zoncadi R.Z.   
Funziona il sangue artificiale universale creato in Giappone

Un’equipe di ricercatori giapponesi ha annunciato di aver sviluppato un sangue artificiale, utilizzabile da chiunque ne abbia bisogno indipendentemente dal gruppo sanguigno di appartenenza, che si comporta allo stesso modo di quello biologico. Il fluido, sviluppato presso il National Defense Medical College, un’accademia universitaria militare controllata direttamente dal Ministero della Difesa, è stato già testato con successo su una moltitudine di cavie animali. Stando a quanto pubblicato sulle pagine della rivista Trasfusion, il surrogato sintetico del sangue assolverebbe egregiamente al trasporto e allo stoccaggio dell’ossigeno. L’equipe dei ricercatori, coordinata dall'immunologo Manabu Kinoshita, ha raggiunto l’obiettivo dopo anni di studio.

Il primo passo è stato quello di progettare delle sacche artificiali di emoglobina, in grado cioè di attrarre l’ossigeno proprio come avrebbero fatto quelle biologiche. Per ricreare la parte liquida del sangue gli scienziati si sono serviti di una soluzione a base di plasma unita con particelle nanostatiche indispensabili per bloccare le eventuali emorragie, compito assolto normalmente dalle piastrine. Il fluido sintetico, evidenziano i ricercatori, necessita di ulteriori miglioramenti, ma già ora si è dimostrato un surrogato efficiente. Nella sperimentazione, infatti, è stato testato su cavie con lesioni al fegato ed ha funzionato nel 60 per cento dei casi. La percentuale potrebbe sembrare bassa ma, ci tengono a sottolineare gli scienziati, è la stessa che si riesce oggi a raggiungere con le normali trasfusioni di sangue biologico.

Il sangue artificiale presenta due vantaggio che potrebbero da qui a pochi anni rivoluzionare la medicina d’emergenza. Intanto il fluido risulta essere universale, pertanto, come già detto, tutti possono riceverlo indipendentemente dal gruppo sanguigno di appartenenza. Il secondo aspetto è la sua altissima resistenza: quello biologico può esser conservato soltanto per pochi giorni mentre quello sintetico avrebbe la capacità di resistere, senza subire alterazioni, per circa un anno. “È sempre difficile poter disporre di quantità di sangue sufficienti anche, per esempio, per le trasfusioni nelle regioni più remote - ammette Kinoshita -: con il sangue artificiale potremo salvare vite che altrimenti sarebbero perse”. I ricercatori, nonostante i risultati ottenuti, ritengono saranno necessari ancora degli anni prima che il loro sangue artificiale possa essere utilizzato su scala globale. Per il momento si apprestano a condurre nuovi test sugli animali, ma già a breve potrebbero prendere il via anche una sperimentazione sull’uomo.

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Roberto Zoncadi R.Z.   
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