Allarme Salmonella in Europa, oltre 500 casi in 9 Paesi: l’origine potrebbe essere in Italia
L’Ecdc e l’Efsa indagano sulla contaminazione che sta creando allarme dal gennaio 2023. L’infezione è legata al consumo di semi di erba medica germogliati distribuiti, probabilmente, da un fornitore italiano

Le autorità sanitarie europee stanno monitorando un’epidemia di salmonella che, dal mese di gennaio del 2023, ha colpito oltre 500 persone e coinvolto nove Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (UE/SEE). La Norvegia risulta il Paese con il maggior numero di casi (257), seguita da Svezia, Finlandia e Germania. Secondo l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), i contagi potrebbero continuare finché non verrà individuata e risolta la causa della contaminazione. La salmonellosi, infatti, è una malattia che può risultare particolarmente pericolosa per soggetti fragili, anziani e neonati.
I semi germogliati sotto accusa: identificato un fornitore
Le indagini epidemiologiche, supportate dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), hanno identificato i semi germogliati come causa principale del focolaio. Il tracciamento della filiera alimentare ha permesso di risalire a un unico fornitore in Italia, che a sua volta si rifornisce da tre coltivatori della stessa regione. Nonostante questi dati, non è ancora chiaro come sia avvenuta la contaminazione. Le autorità stanno indagando per comprendere se il problema sia legato a una contaminazione diretta dei semi o a un possibile contatto con altre fonti di infezione lungo la catena di approvvigionamento.
Varianti di Salmonella mai osservate prima in Europa
Uno degli aspetti più preoccupanti dell’indagine riguarda la diversità dei ceppi di Salmonella coinvolti. Alcuni di questi non erano mai stati rilevati prima in Europa, il che complica ulteriormente l’individuazione dell’origine esatta del problema.
La condivisione di informazioni tra i Paesi membri dell’UE ha permesso di collegare diversi focolai a un’unica fonte di contaminazione, grazie all’uso del sequenziamento dell’intero genoma. Questa tecnologia ha consentito di confrontare i profili genetici dei batteri trovati nei pazienti e negli alimenti contaminati.
Rischi per la salute: le raccomandazioni dell’Ecdc
L’Ecdc ricorda che la salmonellosi può causare sintomi gravi, soprattutto nelle persone con un sistema immunitario compromesso. Tra i sintomi più comuni ci sono febbre, diarrea, crampi addominali e vomito, che possono manifestarsi tra 6 e 72 ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato.
Per ridurre il rischio di infezione, le autorità consigliano di evitare il consumo di semi germogliati crudi, soprattutto per le categorie più a rischio. È preferibile consumarli solo dopo una cottura adeguata, che permette di eliminare eventuali batteri nocivi.
Misure per i produttori: prevenire la contaminazione
I produttori di semi germogliati sono chiamati a rafforzare i protocolli di sicurezza alimentare per evitare la diffusione di batteri patogeni. Tra le misure suggerite vi sono:
- Il controllo rigoroso delle materie prime e delle fonti di approvvigionamento.
- L’applicazione di protocolli di sanificazione più stringenti nelle fasi di produzione e distribuzione.
- La tracciabilità dei lotti di semi germogliati per individuare rapidamente eventuali contaminazioni.
Le indagini proseguiranno fino a quando non verrà individuata la causa esatta della contaminazione. Nel frattempo, i consumatori sono invitati a prestare attenzione e seguire le raccomandazioni sanitarie per ridurre il rischio di infezione.
Fonte:
- Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie - ECDC
- Autorità europea per la sicurezza alimentare - EFSA