Allergie alimentari: dai sali biliari la nuova frontiera della terapia
Uno studio rivela il ruolo dei sali biliari nella risposta immunitaria e nell’efficacia dell’immunoterapia orale contro le allergie alimentari
Svolta nella ricerca sulle allergie alimentari. Uno studio pubblicato su Pediatric Allergy and Immunology, guidato dalla dottoressa Yamini Virkud della UNC School of Medicine, ha permesso di comprendere meglio il ruolo dei sali biliari, molecole spesso associate alla digestione che avrebbero in realtà un ruolo chiave nel controllo della risposta immunitaria. I ricercatori ritengono che i sali biliari possano influenzare l’efficacia dei trattamenti per le allergie alimentari, aprendo nuove strade per terapie più personalizzate ed efficaci. Un’inaspettata connessione tra la biochimica del fegato e la salute immunitaria che potrebbe rivoluzionare la gestione di una condizione sempre più diffusa.
Il legame tra metaboliti e tolleranza immunitaria
I metaboliti, piccole molecole presenti nei tessuti e nei fluidi biologici, sono fondamentali per molte funzioni corporee. Nel contesto delle allergie alimentari, la loro analisi può fornire informazioni cruciali sulla risposta immunitaria. Lo studio ha confrontato i profili metabolici di bambini con e senza allergie alimentari, evidenziando:
- Livelli più alti di acidi biliari nei bambini con allergie alimentari
- Differenze significative nei profili metabolici tra chi sviluppa una tolleranza duratura e chi perde protezione dopo la sospensione dell’immunoterapia orale (OIT)
I sali biliari e l’efficacia dell’immunoterapia orale
Un aspetto chiave della ricerca è stato l’analisi dei sali biliari, in particolare i litocholati, che si sono dimostrati fondamentali per il controllo delle cellule T del sistema immunitario. "I litocholati influenzano direttamente le cellule T, essenziali per la remissione delle allergie alimentari", ha spiegato la dottoressa Virkud. I bambini con livelli elevati di questi specifici sali biliari hanno mostrato una maggiore probabilità di mantenere la tolleranza anche dopo la fine della terapia.
Prospettive per il futuro delle terapie
Lo studio, che ha coinvolto coorti multiculturali come il trial PNOIT e il progetto GACRS in Costa Rica, ha utilizzato campioni ripetuti per comprendere meglio le differenze tra protezione transitoria e tolleranza duratura. Secondo Virkud, i risultati suggeriscono che i profili metabolici potrebbero essere utilizzati per:
- Identificare i pazienti più idonei all’OIT
- Guidare lo sviluppo di terapie personalizzate per migliorare gli esiti clinici
- Scoprire nuove molecole target per il trattamento delle allergie alimentari
Un cambiamento di paradigma nella ricerca sulle allergie
Queste scoperte offrono nuove opportunità per comprendere meglio la risposta immunitaria alle allergie alimentari e sviluppare terapie più efficaci. "Le associazioni tra sali biliari e cellule immunitarie sono state scoperte solo di recente, ed è emozionante vedere come questi risultati possano avere un impatto clinico significativo", ha concluso Virkud.