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Scoperto un trattamento alternativo agli antibiotici per combattere i superbatteri

Una speciale proteina anti-CRISPR può neutralizzare le difese batteriche, rendendo le infezioni più vulnerabili: nuove prospettive per combattere le infezioni resistenti

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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I batteri resistenti agli antibiotici rappresentano una minaccia crescente per la salute globale. Con la capacità di sfuggire ai trattamenti tradizionali, queste infezioni diventano sempre più difficili da debellare. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, gli scienziati stimano in oltre 39 milioni il numero delle persone in tutto il mondo potrebbero morire direttamente a causa di infezioni resistenti agli antibiotici nei prossimi 25 anni. E la resistenza antimicrobica sarà associata in qualche modo a un numero più ampio di 169 milioni di decessi. Ora, un nuovo studio ha rivelato però l'esistenza di una proteina capace di aggirare il sistema di difesa di alcuni batteri, rendendoli più vulnerabili a un’innovativa terapia basata sui fagi. Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive nella lotta contro le infezioni ospedaliere e le patologie causate da batteri multi-resistenti.

Come i batteri resistono alle cure

Nel corso dell’evoluzione, molti batteri hanno sviluppato barriere naturali per difendersi dagli attacchi esterni. Uno dei sistemi più sofisticati è il CRISPR-Cas, una sorta di "memoria immunitaria" che consente loro di riconoscere e neutralizzare virus chiamati fagi, i quali potrebbero essere usati come alternativa agli antibiotici. Tuttavia, la scoperta di una proteina anti-CRISPR ha dimostrato che questi stessi virus hanno sviluppato un modo per inibire le difese batteriche e rendere più efficace il loro attacco.

Tra le strategie di resistenza messe in atto dai batteri:

  • Modifica della parete cellulare per impedire l’ingresso degli antibiotici
  • Espulsione attiva dei farmaci attraverso pompe molecolari
  • Mutazioni genetiche che rendono le terapie inefficaci

La proteina anti-CRISPR potrebbe rivoluzionare questo scenario, offrendo una soluzione alternativa per eliminare i batteri senza ricorrere agli antibiotici tradizionali.

Il ruolo della proteina AcrIIIA1

Gli scienziati hanno identificato la proteina AcrIIIA1, capace di bloccare il sistema CRISPR-Cas di tipo III-A, impedendogli di difendere il batterio dall'attacco dei fagi. Questo significa che i virus possono moltiplicarsi all’interno della cellula batterica e distruggerla con maggiore efficacia.

Secondo una delle ricercatrici coinvolte nello studio:

"Questa scoperta potrebbe migliorare notevolmente l'efficacia della terapia fagica, aprendo la strada a nuovi trattamenti contro le infezioni antibiotico-resistenti".

Una battaglia genetica in continua evoluzione

Analizzando oltre 1000 ceppi batterici, i ricercatori hanno scoperto che i geni che codificano per le difese antivirali si trovano in particolari segmenti mobili di DNA, chiamati cassette SCCmec. Queste strutture contengono informazioni genetiche che conferiscono resistenza agli antibiotici e si diffondono rapidamente tra i batteri, aumentando la loro capacità di sopravvivere ai trattamenti farmacologici.

I virus modificati con proteine anti-CRISPR potrebbero essere usati per attaccare i batteri resistenti, offrendo una nuova strategia per contrastare le infezioni più difficili da trattare.

Verso una nuova generazione di terapie antibatteriche

L’obiettivo dei ricercatori è ora quello di sviluppare virus terapeutici geneticamente potenziati, capaci di superare le barriere batteriche e offrire un trattamento più efficace. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile per le infezioni ospedaliere, dove i superbatteri rappresentano una minaccia costante.

Oltre a migliorare l’efficacia della terapia fagica, sarà fondamentale comprendere meglio i meccanismi di trasferimento genetico tra batteri per limitare la diffusione della resistenza agli antibiotici.

Un’arma in più contro le infezioni

La scoperta di una proteina anti-CRISPR rappresenta un passo avanti nella ricerca di alternative agli antibiotici. Se ulteriori studi confermeranno il suo potenziale, questa strategia potrebbe trasformare la lotta ai batteri resistenti, offrendo una nuova speranza contro le infezioni più ostinate.

Fonte:

Nature Communications

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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