Paracetamolo, attenzione agli effetti collaterali: sicurezza sotto esame
Un'analisi su oltre 180.000 pazienti rivela possibili rischi legati all'uso prolungato. Rilevati danni al fegato e problemi cardiovascolari

Il paracetamolo, principio attivo presente in moltissimi farmaci utilizzati per la gestione del dolore e degli stati febbrili, potrebbe non esser esente da effetti collaterali anche gravi. Uno studio condotto dall'Università di Nottingham ha tuttavia evidenziato potenziali effetti collaterali legati all'uso prolungato di questo principio attivo, in modo particolare tra gli anziani. L'analisi ha coinvolto oltre 180.000 pazienti con più di 65 anni ai quali era stato prescritto il farmaco da assumere almeno due volte in sei mesi. I risultati mostrano un aumento del rischio di ulcere gastrointestinali, ipertensione, insufficienza cardiaca e malattie renali croniche rispetto a un gruppo di controllo di oltre 400.000 individui. I ricercatori, benché il dato sollevi dubbi importanti, hanno sottolineano che si tratta di correlazioni statistiche e non di un nesso di causalità diretto.
Paracetamolo e complicanze: cosa dicono gli esperti
Stando a quanto emerso dallo studio, pubblicato sulle pagine di Arthritis Care Research, il consumo regolare e prolungato del paracetamolo potrebbe aumentare il rischio di emorragie gastrointestinali del 36 per cento, di ulcere peptiche del 20 per cento e di insufficienza renale del 19 per cento. Il farmaco, utilizzato spesso nella terapia del dolore cronico come l'osteoartrite, è stato fino ad oggi considerato sicuro. Gli autori invitano tuttavia alla cautela, sottolineando la necessità di rivedere le linee guida sul suo utilizzo negli anziani. "Questi dati mettono in discussione il fatto che il paracetamolo debba essere mantenuto come analgesico orale di prima scelta per il dolore cronico", si legge nella pubblicazione.
Le reazioni delle case farmaceutiche
Molte aziende produttrici di farmaci a base di paracetamolo hanno respinto le conclusioni dello studio, definendole incomplete. Un portavoce dell'azienda Kenvue, che distribuisce un farmaco contenente paracetamolo negli Usa ha dichiarato: "Il Tylenol, assunto secondo le indicazioni, ha uno dei profili di sicurezza più favorevoli tra gli antidolorifici". Anche l'epidemiologo Alan Silman, dell'Università di Oxford, ha minimizzato i risultati, sostenendo che gli effetti collaterali individuati siano rari e che il paracetamolo, usato correttamente, rimanga una delle opzioni più sicure per il trattamento del dolore e della febbre.
Quando il paracetamolo diventa pericoloso? I rischi del sovradosaggio
L’uso eccessivo o improprio del paracetamolo può portare a gravi conseguenze per la salute, incluso il rischio di avvelenamento. Secondo il Centro Antiveleni dell'ospedale Niguarda di Milano, il paracetamolo è il farmaco più coinvolto nei casi di sovradosaggio accidentale, soprattutto nei bambini sotto i 6 anni. Molti pazienti superano la dose consigliata senza rendersene conto, assumendo farmaci diversi che contengono lo stesso principio attivo. L’avvelenamento da paracetamolo può inizialmente manifestarsi con sintomi lievi come nausea e vomito, ma nei casi più gravi può causare danni epatici irreversibili e insufficienza renale. Gli esperti raccomandano di non superare le dosi giornaliere massime e di consultare sempre un medico prima di un uso prolungato.
Dosaggi sicuri e linee guida per l’uso corretto
Le principali autorità sanitarie, tra cui l’OMS, raccomandano di attenersi scrupolosamente alle dosi consigliate per evitare effetti tossici. Ecco i dosaggi raccomandati:
- Bambini sotto i 10 kg: massimo 30 mg in 24 ore
- Bambini tra 10 e 50 kg: massimo 60 mg in 24 ore
- Adulti oltre 50 kg: massimo 4 g in 24 ore
L'uso prolungato deve essere sempre supervisionato da un medico, in particolare nei pazienti con problemi epatici, renali o cardiovascolari. Inoltre, è sconsigliato l’uso combinato con alcol, poiché potrebbe aumentare il rischio di danni al fegato. "Il paracetamolo è un farmaco utile, ma va assunto con giudizio", ha commentato l’epidemiologo Matteo Bassetti. "Dosi superiori a 2,5-3 g al giorno possono provocare danni al fegato, allo stomaco e ai reni".
Conclusioni: usare il paracetamolo con responsabilità
Il paracetamolo è un farmaco sicuro se assunto nelle dosi raccomandate e per periodi limitati. Tuttavia, il nuovo studio ha evidenziato rischi potenziali per chi ne fa un uso cronico, in particolare gli anziani. Le linee guida internazionali consigliano di evitarne l’uso prolungato senza supervisione medica e di prestare attenzione a sintomi sospetti. Il dibattito sulla sicurezza del paracetamolo è aperto, ma una cosa è certa: come per tutti i farmaci, è fondamentale attenersi alle indicazioni mediche per minimizzare i rischi.
Fonte:
Arthritis Care Research