Paracetamolo in gravidanza: nuovo studio lo collega a un aumento del rischio di ADHD
L'uso di paracetamolo in gravidanza potrebbe alterare l'espressione genica della placenta, aumentando la probabilità di ADHD nei bambini

Un’indagine condotta dall’Università di Washington ha messo in evidenza un possibile legame tra l’uso del paracetamolo (acetaminofene) in gravidanza e un rischio maggiore di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini. Per analizzare questa correlazione, i ricercatori hanno utilizzato biomarcatori del farmaco nel sangue materno, concentrandosi sul secondo trimestre di gravidanza. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Mental Health, ha evidenziato che i bambini le cui madri presentavano nel plasma metaboliti del paracetamolo avevano una probabilità 3,15 volte superiore di ricevere una diagnosi di ADHD tra gli 8 e i 10 anni. Questi dati rafforzano ipotesi già avanzate da ricerche precedenti e sollevano nuovi interrogativi sulla sicurezza di uno dei farmaci più comunemente usati durante la gestazione.
L’analisi su oltre 300 coppie madre-figlio e il ruolo della placenta
L’indagine è stata condotta su 307 coppie madre-figlio appartenenti alla coorte CANDLE (Conditions Affecting Neurocognitive Development and Learning in Early Childhood) a Memphis, Tennessee. Un ulteriore approfondimento ha coinvolto 174 partecipanti, analizzando come l’esposizione prenatale al paracetamolo possa alterare l’espressione genica della placenta. I ricercatori hanno individuato un impatto significativo sui geni associati alla risposta immunitaria, in particolare IGHG1, che è stato collegato a un rischio aumentato di ADHD. Inoltre, in entrambi i sessi è stata rilevata una riduzione dei processi metabolici legati alla fosforilazione ossidativa, un meccanismo cruciale per il corretto sviluppo del cervello fetale.
Differenze di genere: rischio ADHD sei volte maggiore nelle bambine
Uno degli aspetti più rilevanti della ricerca riguarda le differenze di genere nell’associazione tra il paracetamolo prenatale e l’ADHD. I dati hanno evidenziato che le bambine esposte in utero al farmaco hanno un rischio 6,16 volte superiore di sviluppare il disturbo rispetto a quelle non esposte. Nei bambini maschi, invece, l’associazione non è risultata statisticamente significativa. Questa scoperta apre nuovi scenari di studio sulla vulnerabilità neurologica legata al sesso e sull’eventuale ruolo della placenta nel mediare gli effetti del paracetamolo sul cervello in via di sviluppo.
Paracetamolo e gravidanza: nuovi interrogativi
A differenza di studi precedenti, che si basavano su dichiarazioni auto-riferite dalle madri, questa ricerca ha utilizzato dati biologici per misurare con maggiore precisione i livelli di esposizione al farmaco. Questo approccio ha permesso di ridurre il rischio di bias e di ottenere risultati più attendibili. Il paracetamolo è considerato uno dei farmaci più sicuri da assumere in gravidanza, ma questi dati suggeriscono che il suo impatto potrebbe essere più complesso di quanto si pensasse. Saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi biologici coinvolti e per valutare se le attuali linee guida sulla somministrazione del paracetamolo in gravidanza debbano essere aggiornate alla luce delle nuove evidenze.
Fonte: