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Paracetamolo sotto accusa. Uno studio svela come potrebbe alterare la mente la percezione del rischio

Il principio attivo, presente in oltre 100 farmaci di uso comune, potrebbe influenzare le decisioni, alterando la mente

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati al mondo per il trattamento di febbre e dolore. In Italia, è presente in oltre 100 medicinali, sia da banco che su prescrizione, ed è considerato sicuro ed efficace per adulti e bambini. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che questo principio attivo potrebbe avere effetti inaspettati sulla mente, in particolare sulla percezione del rischio. Un team di ricercatori dell’Ohio State University ha scoperto che il paracetamolo potrebbe ridurre la paura associata ai comportamenti rischiosi. “Il paracetamolo sembra far provare alle persone meno emozioni negative quando valutano attività rischiose o semplicemente le fa sentire meno spaventate”, spiega il professore Baldwin Way, autore principale dello studio.

Lo studio: meno paura con il paracetamolo

Lo studio, pubblicato nel 2020 sulle pagine della rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience, ha coinvolto 189 studenti universitari divisi in due gruppi. A un gruppo è stata somministrata una dose standard di 1000 mg di paracetamolo, mentre all’altro è stato dato un placebo. Senza che i partecipanti sapessero cosa avessero assunto, sono stati invitati a rispondere a un questionario in cui dovevano valutare il livello di rischio associato a determinate situazioni, come:

  • Dire la propria opinione su un tema impopolare in una riunione
  • Praticare sport estremi come il bungee jumping

I risultati hanno mostrato che coloro che avevano assunto il paracetamolo tendevano a considerare le attività meno rischiose rispetto al gruppo placebo.

Test precedenti: legame tra paracetamolo e comportamenti rischiosi

Questo studio non è stato un caso isolato. Gli stessi ricercatori avevano precedentemente condotto esperimenti con 545 studenti utilizzando un test psicologico noto come Balloon Analog Risk Task. In questo gioco, i partecipanti dovevano gonfiare un palloncino virtuale: più clic effettuavano, maggiore era la vincita in denaro, ma un palloncino troppo gonfio esplodeva, facendo perdere tutto. I risultati hanno dimostrato che i partecipanti che avevano assunto paracetamolo erano più inclini a gonfiare il palloncino rispetto al gruppo di controllo, mostrando una maggiore propensione al rischio. Ricerche passate avevano già collegato prestazioni simili nel test a comportamenti rischiosi nella vita reale, come guidare senza cintura di sicurezza o abusare di alcol e droghe.

L’ipotesi sull’ansia: meno paura, più audacia

Secondo i ricercatori, il paracetamolo potrebbe agire riducendo i livelli di ansia e paura legati alle situazioni rischiose. Questo effetto non implica necessariamente una perdita di giudizio, ma potrebbe rendere le persone meno consapevoli dei pericoli potenziali.

Forse il farmaco attenua le emozioni negative che normalmente ci spingono a essere più cauti. Tuttavia, si tratta di un fenomeno che necessita di ulteriori approfondimenti”, osservano gli autori dello studio.

Cosa significa tutto questo per chi assume paracetamolo

Sebbene gli studi esplorativi abbiano evidenziato una possibile influenza del paracetamolo sulla percezione del rischio, i ricercatori sottolineano che questi risultati non devono portare a un cambiamento nelle abitudini di assunzione del farmaco. Il paracetamolo rimane uno dei medicinali più sicuri e utilizzati al mondo per il trattamento di dolore e febbre. Tuttavia, questi studi aprono la strada a ulteriori ricerche per comprendere meglio i suoi effetti sul cervello e sulle decisioni.

Non vogliamo allarmare, ma suggerire che potrebbe essere utile approfondire come farmaci così comuni possano influenzare aspetti psicologici del comportamento umano”, concludono i ricercatori.

Fonte:
Social Cognitive and Affective Neuroscience

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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