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Cancro alla prostata resistente: speranze con un nuovo farmaco innovativo

Il medicinale, già in trial per tumori ovarici e al dotto biliare, mostra risultati promettenti contro il cancro alla prostata resistente alle terapie ormonali

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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Il cancro alla prostata colpisce ogni anno oltre 1,4 milioni di uomini nel mondo. Questa forma tumorale, complessa e insidiosa, diventa particolarmente critica nelle fasi avanzate, dove i pazienti affrontano una battaglia ancora più dura. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni scende drasticamente al 30%.

Uno studio dell’Istituto di Ricerca sul Cancro di Londra ha individuato nel farmaco NXP800, già in sperimentazione per altre tipologie di tumori, una possibile soluzione. I risultati mostrano che il medicinale potrebbe rallentare la crescita delle cellule cancerose anche nei casi di resistenza alle terapie ormonali. La ricerca, pubblicata sulla rivista Clinical Cancer Research, apre nuove prospettive per il trattamento di questa forma particolarmente aggressiva di tumore alla prostata.

NXP800 e la rivoluzione nel trattamento del cancro

NXP800 agisce su un meccanismo innovativo, bloccando il percorso molecolare della proteina Heat Shock Factor 1 (HSF1), definita un "interruttore principale" che supporta la crescita delle cellule tumorali. Questo meccanismo regola la produzione di proteine da shock termico, che proteggono le cellule maligne durante lo sviluppo del tumore. Il farmaco, sviluppato dal Centro per la scoperta di farmaci contro il cancro dell’ICR, ha mostrato la capacità di rallentare significativamente la crescita di tumori resistenti alle terapie standard come l'enzalutamide.

Proteine da shock termico e prognosi: cosa rivela lo studio

Un’analisi su 439 campioni di cancro alla prostata avanzato ha evidenziato una correlazione tra alti livelli di proteine da shock termico e prognosi peggiori. Pazienti con livelli elevati di queste proteine mostravano una sopravvivenza mediana di 22 mesi, rispetto ai 33 mesi osservati in pazienti con livelli inferiori. Questi risultati sottolineano come le proteine da shock termico possano rendere il tumore più resistente e difficile da trattare, aprendo la strada a terapie mirate.

Risultati promettenti nei test preclinici su NXP800

Il farmaco NXP800 è stato testato in laboratorio e su modelli animali, dimostrando risultati significativi:

  • In laboratorio: Il farmaco ha rallentato la crescita di tumori della prostata avanzati, inclusi quelli resistenti alle terapie ormonali
  • Negli esperimenti su topi: Solo il 37,5% dei tumori trattati con NXP800 ha raddoppiato la propria dimensione in 38 giorni, rispetto al 100% dei tumori non trattati

Questi dati suggeriscono che NXP800 potrebbe offrire un’opzione terapeutica efficace per pazienti per i quali i trattamenti tradizionali hanno fallito.

Prospettive future e importanza della scoperta

Il dottor Adam Sharp, co-leader dello studio, si dice soddisfatto: "Abbiamo dimostrato che il targeting del percorso di risposta allo shock termico può rallentare la crescita dei tumori, anche quelli resistenti alla terapia ormonale. Il prossimo passo sarà identificare i pazienti che potrebbero rispondere meglio a questa terapia".

NXP800 ha già ricevuto la designazione di farmaco orfano dalla FDA per il trattamento di tumori ovarici e del dotto biliare difficili da trattare. I ricercatori sperano di avviare presto trial clinici anche per il cancro alla prostata avanzato, offrendo nuove speranze a migliaia di pazienti.

Fonte:
Clinical Cancer Research

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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