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Neurostimolatore midollare: due pazienti con lesioni spinali abbandonano la carrozzina e tornano a camminare

Una rivoluzionaria tecnica sviluppata in Italia apre nuove prospettive per le lesioni al midollo spinale, unendo innovazione tecnologica e riabilitazione personalizzata

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Daniele Emedoli - San Raffaele
Foto Daniele Emedoli - San Raffaele

Per la prima volta nella storia, due pazienti con lesioni traumatiche incomplete al midollo spinale sono tornati a camminare grazie all’impianto di un neurostimolatore midollare. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla collaborazione tra l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, l’Università Vita-Salute San Raffaele e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, ha dimostrato l’efficacia di un protocollo di stimolazione elettrica epidurale ad alta frequenza, che ha ridotto la spasticità muscolare e migliorato significativamente le capacità motorie.

La sfida delle lesioni spinali e della spasticità muscolare

Le lesioni al midollo spinale rappresentano una delle condizioni più debilitanti, causando paralisi, perdita di controllo motorio e spasticità muscolare, una contrazione involontaria e dolorosa che colpisce il 70% dei pazienti. La spasticità riduce drasticamente la qualità della vita, rendendo difficili movimenti essenziali come camminare. Fino ad oggi, i protocolli di stimolazione a bassa frequenza utilizzati per alleviare questi sintomi hanno mostrato risultati limitati. Tuttavia, lo studio italiano ha introdotto una strategia innovativa: stimolazioni ad alta frequenza, che intervengono direttamente sull’iperattività patologica del midollo spinale, riducendo gli spasmi e restituendo fluidità ai movimenti.

I risultati: miglioramenti funzionali e una nuova vita per i pazienti

I pazienti, dopo mesi di riabilitazione intensiva presso l’unità diretta dal dottor Sandro Iannaccone, hanno entrambi recuperato la capacità di camminare. Uno dei due ha addirittura percorso 175 metri senza il supporto della stimolazione attiva. “Il midollo spinale è naturalmente iperreattivo agli stimoli, ma nelle lesioni spinali questa iperattività diventa patologica. La nostra tecnica a frequenze dell’ordine dei kiloHertz interferisce con questa condizione, riducendo la trasmissione agli arti e, di conseguenza, gli spasmi muscolari”, spiega Simone Romeni, primo autore dello studio.

La sinergia tra tecnologia avanzata e riabilitazione personalizzata

Il successo del protocollo italiano dimostra le potenzialità della neuroingegneria applicata alla neuroriabilitazione. “Questo risultato pone le basi per lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche mirate a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità motorie”, sottolinea Silvestro Micera, coordinatore dello studio e professore presso l’EPFL e la Scuola Sant’Anna. Il neurostimolatore midollare si distingue per essere una procedura sicura ed efficace, capace di ridurre gli effetti collaterali associati alle terapie farmacologiche e chirurgiche tradizionali. Ad oggi, otto pazienti sono stati trattati con questa tecnica, che promette di rivoluzionare il trattamento delle lesioni spinali.

Prospettive future per la neuroriabilitazione

I prossimi passi includono l’estensione degli studi clinici a un numero maggiore di pazienti e l’applicazione della tecnica ad altre condizioni neurologiche. “Siamo all’inizio di una nuova era per la neuroriabilitazione motoria. Questo successo è stato possibile grazie alla fiducia dei pazienti che hanno scelto di partecipare al nostro studio”, conclude Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia al San Raffaele e coordinatore del progetto.

Fonte:
Science Translational Medicine

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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