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Retinite pigmentosa: molecola italiana riattiva i recettori della retina

La molecola salva-vista si chiama Ziapin2. A svilupparla IIT e Politecnico di Milano. Nuove speranze per chi soffre di malattie della retina

Roberto Zoncadi R.Z.   
Foto Shutterstock
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Un’innovativa molecola, Ziapin2, sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dal Politecnico di Milano, promette di rivoluzionare il trattamento di malattie come la retinite pigmentosa e la degenerazione maculare senile. Questa molecola fototrasduttore è stata progettata per riattivare i recettori della luce nella retina, permettendo di ripristinare le risposte visive in soggetti colpiti da gravi degenerazioni. I risultati, pubblicati su Nature Communications, dimostrano che l’effetto della molecola dura fino a due settimane nei modelli animali, aprendo la strada a future applicazioni cliniche.

Come funziona Ziapin2?

Ziapin2 è una molecola che assorbe la luce e la converte in segnali elettrici, essenziali per la percezione visiva. Iniettata direttamente nella retina, si integra nella membrana dei neuroni e modula la loro eccitabilità in modo luce-dipendente. A differenza di altri approcci, come le protesi retiniche, Ziapin2 agisce senza interferire con i canali ionici o i recettori dei neurotrasmettitori, garantendo un effetto mirato e sicuro.

Applicazioni per retinite pigmentosa e degenerazione maculare

La retinite pigmentosa, una malattia genetica rara che colpisce 1 persona su 3.500, e la degenerazione maculare senile, che interessa circa il 7-8% della popolazione anziana, portano alla perdita progressiva della vista. Attualmente, non esistono terapie risolutive per queste patologie. Tuttavia, Ziapin2 si è dimostrata capace di riattivare i recettori retinici On e Off, che regolano la percezione di luce e buio, restituendo una visione più naturale nei modelli preclinici.

Risultati dello studio preclinico

I ricercatori hanno osservato che, nei modelli animali con retinite pigmentosa in stadio avanzato, una singola iniezione intraoculare di Ziapin2 è riuscita a ripristinare l’acuità visiva e le risposte alla luce per due settimane, senza causare effetti collaterali tossici o infiammatori. Fabio Benfenati, coordinatore del progetto, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che Ziapin2 rigenera il fisiologico antagonismo tra i neuroni retinici, ripristinando le complesse risposte agli stimoli luminosi tipiche di una retina sana”.

Collaborazione scientifica e sviluppo futuro

Il progetto è frutto di una collaborazione multidisciplinare tra IIT e Politecnico di Milano, supportata da Fondazione Telethon. La molecola, sintetizzata per la prima volta nel 2020, è stata testata in contesti preclinici per verificarne l’efficacia e la biocompatibilità. Secondo i ricercatori, i prossimi passi includeranno il prolungamento dell’effetto di Ziapin2 e l’avvio di studi clinici sull’uomo per valutare il suo potenziale terapeutico.

Nuove speranze per il recupero visivo

Questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella ricerca sulle malattie degenerative della retina. Ziapin2 non solo offre una soluzione innovativa per ripristinare la vista, ma apre anche nuove prospettive per lo sviluppo di terapie mirate e meno invasive. “L’efficacia di Ziapin2 in modelli preclinici è un segnale promettente”, ha concluso Stefano Di Marco, uno dei coordinatori dello studio.

Fonte:
Nature Communications

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