Antibiotico-resistenza, scoperta una molecola che disarma i batteri senza danneggiare il microbiota
La NM102 non uccide direttamente i batteri ma ne riduce significativamente la quantità negli organi. Blocca inoltre la funzione mutagena della proteina Mfd, limitando la capacità di sviluppare nuove resistenze

Un team di ricerca internazionale coordinato dall'INRAE, con il contributo di CNRS, Université Paris-Saclay e Inserm, ha individuato una molecola capace di disarmare i batteri patogeni senza danneggiare il microbiota dell’ospite. I risultati dello studio, già brevettati e pubblicati su Nature Communications, aprono la strada a nuovi farmaci contro l’antibiotico-resistenza.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno l’antibiotico-resistenza causa circa 5 milioni di morti nel mondo e, senza interventi efficaci, potrebbe diventare la prima causa di morte entro il 2050. Sebbene gli antibiotici abbiano salvato milioni di vite, il loro uso eccessivo e improprio ha favorito la diffusione di ceppi batterici resistenti. Inoltre, gli antibiotici convenzionali tendono ad avere un ampio spettro d’azione, colpendo anche i batteri benefici dell’organismo.
La proteina Mfd: un nuovo bersaglio per fermare l'infezione
La svolta è arrivata con l’identificazione della proteina Mfd (Mutation frequency decline), un fattore di virulenza presente in tutti i batteri. Questa proteina consente ai patogeni di resistere alle difese del sistema immunitario e promuove mutazioni spontanee, aumentando la probabilità di sviluppare resistenza agli antibiotici.
Disarmare i batteri senza ucciderli direttamente rappresenta un cambiamento di paradigma: piuttosto che eliminare indiscriminatamente tutti i microrganismi, si punta a neutralizzare le armi dei patogeni, permettendo al sistema immunitario di eliminarli naturalmente.
Sulla base di questa scoperta, il consorzio scientifico ha cercato un composto capace di inibire l'attività della Mfd, selezionandolo da una libreria di 5 milioni di molecole.

NM102: come funziona la nuova molecola anti-resistenza
Tra le molecole analizzate, è emersa NM102, capace di legarsi alla proteina Mfd e impedirne l’attivazione. I test condotti in vitro e successivamente in vivo su modelli animali (insetti e topi) hanno evidenziato tre effetti principali:
- NM102 non uccide direttamente i batteri, a meno che non siano esposti ai composti tossici generati dal sistema immunitario.
- Riduce significativamente la quantità di batteri patogeni negli organi infetti, senza alterare il microbiota dell’ospite.
- Blocca la funzione mutagena della proteina Mfd, limitando la capacità dei batteri di sviluppare nuove resistenze agli antibiotici.
In altre parole, NM102 "disarma" selettivamente i batteri patogeni, proteggendo allo stesso tempo i microrganismi benefici.
Verso nuovi farmaci: dallo studio ai brevetti
L’innovazione ha già portato al deposito di due brevetti: uno sull'identificazione della proteina bersaglio e l’altro sulla molecola NM102. Per migliorare la somministrazione, NM102 è stata incapsulata in nanoparticelle biodegradabili, facilitando l'assorbimento nell’organismo. Attualmente, i ricercatori stanno collaborando con il CEA per ottimizzare chimicamente molecole analoghe e sviluppare nuovi farmaci anti-infezione.
Un aspetto particolarmente promettente è che NM102 si è dimostrata efficace anche contro ceppi batterici resistenti isolati da pazienti ospedalieri, una delle sfide più urgenti della medicina contemporanea.
Fonte: