'L'ntervento di cataratta è quello più frequentemente eseguito al mondo con circa 5 milioni di procedure' 'Nel trapianto di cornea introdotte tecniche innovative'
Roma, 28 apr. (Adnkronos Salute) - Tutte le più importanti innovazioni nel campo del trapianto di cornea e nella cura della cataratta saranno al centro di due nuovi corsi di aggiornamento per medici disponibili presto nell'offerta di formazione continua in medicina (Ecm) sul canale Sky 440, 'Doctor's Life', edito dall'Adnkronos Salute. "Sicuramente, durante il periodo di lockdown, le risorse sanitarie sono state reindirizzate ai fini di una gestione più efficace dell’emergenza pandemica. Di conseguenza, tutte le prestazioni ospedaliere ambulatoriali non urgenti hanno subito un rallentamento. Per quanto riguarda la chirurgia della cataratta, intervento eseguito in regime ambulatoriale, pur non essendo di per sé una procedura da eseguire con urgenza, non può essere procrastinato all’infinito, specie in presenza di un calo progressivo della vista". Lo afferma all'Adnkronos Salute Francesco Aiello, specialista in patologie corneali, cataratta e chirurgia refrattiva del Policlinico Tor Vergata di Roma, che curerà i due corsi: 'Solo endotelio: il trapianto di cornea non è più un problema' e 'La chirurgia della cataratta: un'opportunità per togliere gli occhiali'. Questi corsi rappresentano una grande opportunità per i medici per conoscere e comprendere al meglio le tante innovazioni introdotte negli ultimi anni, in ambito oftalmologico. "In Italia, vengono eseguiti ogni anno circa 2 mila trapianti cornea. Le indicazione più frequenti sono rappresentate da differenti tipi di patologie degenerative (cheratocono, distrofia corneale endoteliale di Fuchs), oltre che da esiti di infezioni o pregressi traumi corneali", sottolinea Aiello.
"Dieci-quindici anni fa, per una alterazione dello strato più profondo della cornea, detto endotelio (spessore di circa 15-20 micron), si sostituiva l’intero tessuto e se ne impiantava uno da donatore, ancorato con 16 punti di sutura. Si trattava di una tecnica altamente invasiva - avverte il chirurgo - definita cheratoplastica perforante, gravata da un numero di complicanze intraoperatorie e da un rischio di rigetto non indifferente. Nondimeno, i risultati visivi si rivelavano spesso non eccellenti, a motivo dello sviluppo di forme di astigmatismo post-operatorio spesso elevato o irregolare. "Recentemente - ricorda Aiello - il trapianto di cornea ha subito profondi cambiamenti, rappresentati per lo più dall’introduzione delle tecniche di trapianto lamellare endoteliale. Tra queste, dobbiamo ricordare la tecnica 'Dsaek', che prevede l'impianto di un tessuto, il cui spessore è mediamente compreso tra i 120 agli 80 micron, essendo costituiti da endotelio, membrana di Descemet e parte dello stroma posteriore della cornea del donatore. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo dei trapianti di cornea, prevedendo, tale tecnica, l’uso di un numero limitato di punti di sutura ed in grado di garantire un recupero visivo già apprezzabile nell’arco di alcuni mesi". "Ad oggi, la tecnica Dsaek' ha giovato di un’ulteriore evoluzione, grazie all’introduzione della tecnica 'Dmek' - rimarca Aiello - Quest’ultima prevede la sostituzione degli strati rimossi con un tessuto da donatore estremamente sottile (circa 20 micron), costituto fondamentalmente da membrana di Descemet ed endotelio. Viene rimossa, quindi la sola porzione di cornea affetta da patologia, così da mantenere l’architettura corneale complessiva inalterata. Si tratta di una procedura più complessa da un punto di vista tecnico; tuttavia, essa consente di garantire un più rapido e migliore recupero visivo, insieme ad una riduzione notevole del rischio di rigetto, che si attesta a meno dell'1%". Durante il corso "verranno, dunque, discussi non soltanto gli aspetti tecnici di ciascuna delle procedure di cheratoplastica endoteliale, ma si proverà a porle nel contesto della daily clinical practice", sottolinea il chirurgo. "L'intervento di cataratta è quello più frequentemente eseguito al mondo con circa 5 milioni di procedure registrate nella sola Europa ogni anno. Lo sviluppo di tale patologia rappresenta, infatti, un normale fenomeno correlato all’invecchiamento, che si realizza in genere dopo i 60-65 anni e che si caratterizza per la progressiva opalescenza della 'lente' dell'occhio - avverte l'oculista – Se fino a 10-15 anni fa l’intervento di cataratta prevedeva, oltre alla rimozione meccanica del cristallino, l’impianto di sole lenti intraoculari monofocali, oggi, l’introduzione di lenti intraoculari toriche o multifocali consentono di garantire al paziente non soltanto risultati visivi ottimali, ma anche la correzione degli astigmatismi elevati e della presbiopia." Lo specialista rimarca anche la grande importanza "delle donazioni della cornea e delle banche degli occhi". L'Italia "è il secondo Paese al mondo per i prelievi di tessuto dopo gli Usa", evidenzia Aiello. "E' quindi importante sensibilizzare la popolazione alla donazione degli organi - conclude - soprattutto nel nostro campo, perché le moderne tecniche di trapianto di cornea sono in grado di garantire non soltanto un’ottimizzazione della funzionalità visiva, ma un notevole miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti". .