Ipertensione: alcuni farmaci di uso comune mettono a rischio la salute cardiaca
Gli ACE-inibitori e i sartani, farmaci comunemente prescritti per l’ipertensione, possono avere effetti collaterali inattesi sul sistema cardiovascolare. Sotto accusa il loro impatto sull’enzima ACE2, importante alleato nella protezione del cuore

Le malattie cardiovascolari sono oggi la prima causa di morte al mondo, e l’ipertensione arteriosa colpisce oltre un miliardo di persone. Sebbene esistano terapie efficaci, una larga fetta della popolazione non riesce a tenere sotto controllo i propri valori pressori, nonostante l’uso di farmaci ben noti come gli ACE-inibitori (ACEI) e i sartani o ARB (bloccanti del recettore dell’angiotensina).
Un nuovo studio pubblicato su Hypertension Research e condotto dalla Penn School of Dental Medicine e dalla Perelman School of Medicine ha messo in discussione la neutralità di questi farmaci verso l’enzima ACE2, già noto per il suo ruolo protettivo sul sistema cardiovascolare.
Il ruolo chiave dell’ACE2
L’ACE2 è un enzima che trasforma l’angiotensina II (un potente vasocostrittore) in angiotensina 1-7, una molecola che favorisce la vasodilatazione e aiuta a ridurre la pressione sanguigna. In questo modo, l’ACE2 contribuisce all’equilibrio del sistema renina-angiotensina (RAS), centrale nel controllo pressorio.
Secondo il prof. Henry Daniell, uno degli autori dello studio, “l’ACE2 è un enzima metabolico chiave che regola l’ipertensione e le malattie cardiache”, ma fino ad oggi nessuno aveva esplorato le interazioni dirette tra i farmaci antipertensivi e l’attività dell’ACE2.
Lo studio sui cani e le due sorprese
Il team ha testato una nuova formulazione orale di ACE2 ottenuta tramite ingegneria vegetale (incapsulato in foglie di lattuga) su cani da compagnia affetti da valvulopatia mitralica e ipertensione, già in terapia con ACE-inibitori e sartani.
La prima sorpresa è stata che gli ACE-inibitori riducevano l’attività dell’enzima ACE2 somministrato, compromettendone l’effetto benefico. La seconda: i sartani aumentavano il livello di angiotensina II, potenzialmente controproducente se non accompagnato da una corretta attivazione dell’ACE2.
Queste reazioni farmacologiche inattese sollevano dubbi importanti sul meccanismo d’azione di molti trattamenti attuali. “Ci sono due cose da evitare quando si vuole abbassare la pressione sanguigna: non bisogna inibire l’ACE2 e non bisogna aumentare l’angiotensina II”, ha dichiarato Daniell.
Lisinopril risparmia l’ACE2, altri no
Non tutti gli ACE-inibitori sembrano comportarsi allo stesso modo. Il lisinopril, molto diffuso negli Stati Uniti, ha inibito l’ACE2 molto meno rispetto ad altri farmaci della stessa classe. Questa variabilità potrebbe avere implicazioni cliniche rilevanti, soprattutto in vista di terapie combinate future.
Inoltre, l’attività dell’ACE2 è risultata così centrale che Daniell la mette sullo stesso piano dell’interazione col virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia di COVID-19: “Sono rimasto sbalordito perché questa inibizione era identica a quella osservata con il coronavirus”.
Elenco dei farmaci potenzialmente problematici
In base allo studio e alla letteratura corrente, i seguenti farmaci meritano attenzione per il loro possibile effetto negativo su ACE2 o sull’equilibrio della via RAS:
- ACE-inibitori potenzialmente inibitori di ACE2:
- Enalapril (es. Enapren, Vasotec)
- Ramipril (es. Triatec)
- Perindopril (es. Coversyl)
- Zofenopril (es. Bifril) ← non testato direttamente nello studio, ma appartenente alla classe
- Fosinopril (es. Fosinil)
- Sartani potenzialmente attivatori della produzione di angiotensina II:
- Losartan (es. Lortaan)
- Candesartan (es. Blopress)
- Telmisartan (es. Micardis)
- Olmesartan (es. Olpress) ← non testato direttamente nello studio, ma appartenente alla classe
Farmaci potenzialmente più sicuri
Secondo lo studio, alcuni farmaci potrebbero interferire meno con ACE2 o risultare più equilibrati nel meccanismo. In particolare:
- ACE-inibitore con minore effetto inibente su ACE2:
- Lisinopril (es. Zestril, Prinivil)
- Sartani da usare con cautela ma meno aggressivi:
- I dati attuali non specificano differenze nette tra i sartani. Ulteriori studi serviranno per chiarire se olmesartan, ad esempio, abbia un impatto più moderato rispetto ad altri.
Verso una nuova classe di trattamenti?
Lo studio si chiude con uno sguardo al futuro: i ricercatori vogliono testare l’effetto dell’ACE2 vegetale negli esseri umani, grazie a un'autorizzazione della FDA per condurre studi clinici. L’obiettivo è creare un trattamento efficace, accessibile e privo delle interferenze osservate con gli attuali farmaci.
“L’idea è rendere disponibili farmaci biologici ad alto potenziale, ma a basso costo, per malattie comuni come ipertensione e diabete”, ha spiegato Daniell.
Fonte:
Hypertension Research