Immunoterapia contro l’invecchiamento delle cellule, possibile rallentare le malattie legate all’età
A darne notizia un team di scienziati che ha rivelato come l’immunoterapia possa effettivamente eliminare le cellule senescenti
Un importante studio condotto dai ricercatori del Weizmann Institute of Science apre nuove possibilità nel trattamento dell’invecchiamento e delle malattie croniche. Pubblicato su Nature Cell Biology, lo studio dimostra come l’immunoterapia, già rivoluzionaria per il trattamento di alcune forme di cancro, possa essere utilizzata per eliminare le cellule senescenti, comunemente note come "cellule zombie". Queste cellule, che smettono di dividersi ma non muoiono, si accumulano nei tessuti con l’età, contribuendo all’infiammazione cronica e alle malattie legate all’invecchiamento.
Gli scienziati hanno dimostrato che queste cellule riescono a "bloccare" il sistema immunitario, impedendogli di rimuoverle. L’utilizzo di un anticorpo già approvato per trattare il cancro ha attivato il sistema immunitario nei topi, riducendo il numero di cellule senescenti e i processi infiammatori associati all’età.
Il ruolo delle cellule senescenti: guardiane o minacce?
Le cellule senescenti svolgono un ruolo ambiguo nel corpo umano. Da un lato, sono essenziali per fermare la proliferazione cellulare incontrollata, proteggendo dall’insorgenza del cancro. Dall’altro, quando si accumulano, possono rilasciare molecole infiammatorie che danneggiano i tessuti e contribuiscono all’invecchiamento.
Lo studio ha identificato un meccanismo chiave: le cellule senescenti utilizzano una proteina immunosoppressiva, il PD-L1, per eludere il sistema immunitario, in modo simile a quanto fanno le cellule tumorali. “Il trattamento che abbiamo esaminato non ferma l’orologio biologico, ma elimina le cellule senescenti nei topi, riducendo l’infiammazione legata all’età e alle malattie croniche”, ha dichiarato il professor Valery Krizhanovsky, a capo del team di ricerca.
L’immunoterapia come nuova frontiera
Gli scienziati hanno utilizzato un anticorpo sviluppato per combattere il cancro, progettato per colpire la proteina PD-L1 espressa sulla superficie delle cellule senescenti. Nei test sui topi, questo anticorpo ha attivato i linfociti T e altre cellule immunitarie, portando alla rimozione delle cellule senescenti e a una significativa riduzione dell’infiammazione nei tessuti polmonari danneggiati.
“La chiave per un trattamento mirato sarà sviluppare anticorpi che possano riconoscere sia il PD-L1 sia marcatori specifici dell’invecchiamento”, ha spiegato Krizhanovsky. Questa strategia potrebbe garantire maggiore precisione nel colpire solo le cellule senescenti, lasciando intatti i tessuti sani.
Applicazioni future: dall’invecchiamento alle malattie croniche
Questa scoperta non si limita all’invecchiamento. I ricercatori hanno dimostrato che l’accumulo di cellule senescenti gioca un ruolo importante anche in malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una condizione comune tra i fumatori. L’eliminazione di queste cellule potrebbe migliorare i sintomi e ridurre i danni ai tessuti.
Grazie a questa ricerca, l’immunoterapia potrebbe presto diventare uno strumento fondamentale non solo per combattere il cancro, ma anche per affrontare malattie croniche e infiammatorie legate all’età. “Questa scoperta dà speranza che l’immunoterapia possa trattare sia le malattie legate all’età sia l’infiammazione cronica,” ha aggiunto Krizhanovsky.
I limiti
Sebbene i risultati siano promettenti, la strada verso applicazioni cliniche sugli esseri umani è ancora lunga. Gli scienziati sottolineano che sarà necessario sviluppare terapie più specifiche per garantire che gli effetti collaterali siano minimi e che i benefici siano sostenibili nel tempo. Tuttavia, questa ricerca rappresenta un passo importante verso la comprensione di come il sistema immunitario possa essere sfruttato per migliorare la salute durante l’invecchiamento.