Glucarpidase: il farmaco che protegge i reni dalla chemioterapia
Uno studio rivela come il medicinale possa accelerare il recupero renale nei pazienti sottoposti a metotrexato
La chemioterapia, pur essendo un trattamento essenziale per la lotta contro il cancro, causa innumerevoli effetti collaterali, molti dei quali decisamente pesanti. Tra questi anche gravi danni renali. Un recente studio, condotto da un’equipe di ricercatori del Mass General Brigham, ha permesso di identificare un farmaco che potrebbe esser utilizzato come antidoto, facilitando il recupero renale nei pazienti colpiti da tossicità acuta indotta dal metotrexato (MTX), un comune agente chemioterapico. Stando a quanto pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Blood, il farmaco sarebbe il glucarpidase, già approvato dalla FDA nel 2012
Come funziona il glucarpidase
Il metotrexato, attualmente, viene prescritto ai pazienti colpiti da tumori del sistema nervoso centrale. Questo perché caratterizzato dalla sua capacità di attraversare la barriera emato-encefalica. Tuttavia, dosi elevate di questo farmaco possono causare complicazioni severe come:
- Nefrotossicità (AKI): danni ai reni
- Epatotossicità: danni al fegato
- Neutropenia: drastico calo dei globuli bianchi
Il glucarpidase agisce trasformando il metotrexato in metaboliti inattivi entro appena 15 minuti dalla somministrazione, proteggendo i reni e riducendo il rischio di ulteriori complicazioni.
“Glucarpidase è uno dei pochi antidoti disponibili per contrastare le alte dosi di tossicità da chemioterapia”, spiega la dottoressa Shruti Gupta, prima autrice dello studio e direttrice di Onconephrology al Brigham and Women’s Hospital e al Dana-Farber Cancer Institute.
Un’analisi su larga scala per colmare il vuoto di conoscenze
Nonostante il potenziale biochimico del glucarpidase, finora mancavano prove concrete sui suoi benefici clinici. Per superare questa lacuna, il team di ricerca ha analizzato dati dettagliati provenienti da 28 centri oncologici statunitensi, simulando le condizioni di uno studio clinico randomizzato attraverso una metodologia avanzata chiamata target trial emulation. Il dottor David E. Leaf, coautore senior dello studio, evidenzia come “l’approccio ci ha permesso di analizzare dati reali e di trarre conclusioni causali, anche in assenza di trial clinici tradizionali”.
I risultati dello studio
Lo studio ha coinvolto 708 pazienti trattati tra il 2000 e il 2022, di cui 209 hanno ricevuto glucarpidase entro quattro giorni dall’esposizione al metotrexato e 499 no. I ricercatori hanno confrontato:
- Recupero renale: basato sui livelli di creatinina al momento della dimissione ospedaliera
- Velocità di recupero renale
- Incidenza di eventi avversi: come epatotossicità e neutropenia
I dati hanno rivelato che i pazienti trattati con glucarpidase avevano una probabilità di recupero renale 2,7 volte maggiore rispetto a quelli non trattati. Inoltre, il farmaco ha ridotto significativamente i rischi di neutropenia grave e tossicità epatica.
Implicazioni per la pratica clinica
I risultati dello studio potrebbero portare a un cambiamento nell’uso del glucarpidase per tutti i pazienti oncologici. Sebbene approvato dalla FDA dal 2012, il farmaco è ancora sottoutilizzato. “L’approvazione della FDA è solo il primo passo” ha dichiarato il dottor Leaf. “Se i medici non utilizzano il farmaco, i pazienti non ne beneficiano. I nostri dati forniscono prove basate sull’evidenza per incoraggiarne l’uso”.
In Italia glucarpidase è disponibile, ma è utilizzato principalmente nei centri oncologici specializzati, e negli ospedali dotati di unità di nefrologia e oncologia. È impiegato nei casi di tossicità acuta da metotrexato, soprattutto quando i livelli di questo farmaco nel sangue sono pericolosamente elevati e i reni sono compromessi. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ne consente la prescrizione per uso compassionevole, o attraverso procedure speciali a seconda del caso clinico e della disponibilità del farmaco.
Il glucarpidase prescritto in situazioni di emergenza come:
- Insufficienza renale acuta indotta da alte dosi di metotrexato
- Fallimento delle terapie standard per la riduzione dei livelli di MTX, come idratazione aggressiva e somministrazione di leucovorina
Fonte:
Blood