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Fecondazione: in Italia 1 neonato su 3 è concepito con Pma se mamma over 40

di Adnkronos   
Fecondazione: in Italia 1 neonato su 3 è concepito con Pma se mamma over 40

Roma, 14 gen. (Adnkronos Salute) - In Italia 1 neonato su 3 è concepito con la Procreazione medicalmente assistita se la mamma è over 40. E' uno dei dati emersi dalla ricerca presentato oggi a Roma da Age-It (www.ageit.eu) guidato dall’Università di Firenze e dalla sua rettrice, Alessandra Petrucci, durante il convegno ''Un Istituto per il Futuro della Popolazione'. Inoltre dalla ricerca emerge che la Pma "ha contribuito al 3,7% del tasso di fecondità totale in Italia nel 2022, rispetto al 2,1% nel 2013, un aumento di oltre il 76%". Secondo gli esperti di Age-It, "la Pma sta assumendo un ruolo sempre più cruciale nel sostenere i desideri di genitorialità e la fecondità complessiva, offrendo prospettive positive per il futuro, anche alla luce dell’avvio a regime dei nuovi Lea che finalmente prevedono la copertura per molte delle prestazioni collegate alla Pma".

Il problema della fecondità bassissima. "Con una media di 1,2 figli per donna nel 2023, l’Italia è tornata ai livelli degli anni Novanta, quando si era registrato il minimo storico (1,19 nel 1995). Oltre a caratterizzarsi per il basso numero medio di figli per donna, l’Italia spicca nelle classifiche internazionali anche per l’inarrestabile aumento dell’età media al parto, ormai salita a 32,5 anni. Questo fa dell’Italia il Paese più vecchio d’Europa", rimarca Age-It. Il termine ‘invecchiamento della popolazione’ – ovvero la crescente quota di anziani sulla popolazione – pone l’accento sulle fasce più anziane della popolazione. "Tuttavia, si tratta di un processo che coinvolge tutte le componenti demografiche: non solo la longevità, ma anche la fecondità e le migrazioni. La notevole riduzione delle fasce di età infantili e giovanili - ricordano gli esperti - è infatti dovuta al calo della fecondità e ha prodotto il cosiddetto ‘degiovanimento’ della popolazione italiana".

Rimuovere gli ostacoli strutturali. "Per comprendere appieno e affrontare i cambiamenti demografici in atto in ottica ‘positiva’ è fondamentale identificare (e rimuovere) gli ostacoli strutturali che impediscono alle donne e alle coppie di pianificare e realizzare il numero di figli desiderato nei tempi auspicati. Sappiamo quello che finora ha avuto un impatto troppo lieve: politiche di stampo ‘pronatalista’ come baby bonus o incentivi specifici non sono percepite come importanti per la genitorialità e non si dimostrano quindi particolarmente efficaci per raggiungere l’obiettivo prefissato. Sono invece aspetti di natura più ‘strutturale’ e che riguardano tutto il corso di vita che contano: è in particolare l’indipendenza economica di una coppia (avere due stipendi e un reddito dignitoso e senza squilibri di genere) che è percepito come centrale per le scelte riproduttive", spiega Daniele Vignoli, direttore scientifico del programma Age-It.

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