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Un nuovo farmaco per il trattamento della schizofrenia potrebbe curare il morbo di Alzheimer

KarXT, una terapia rivoluzionaria, promette non solo di cambiare il trattamento della schizofrenia, ma di aprire la strada a cure per Alzheimer, dipendenze e altre patologie cerebrali.

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Credit: K H Fung/Science Photo Library
Credit: K H Fung/Science Photo Library

Una nuova era per la psichiatria e le neuroscienze potrebbe essere all’orizzonte. KarXT, il primo farmaco innovativo per la schizofrenia degli ultimi decenni, non solo sta riscrivendo le regole del trattamento dei disturbi psicotici, ma potrebbe presto diventare un’arma nella lotta contro malattie devastanti come l’Alzheimer. Questa rivoluzione scientifica sta suscitando entusiasmo tra i ricercatori di tutto il mondo, nonostante le difficoltà e i rischi legati allo sviluppo di nuovi farmaci.

Un cambiamento atteso da decenni

Per oltre 20 anni, i farmaci per la schizofrenia hanno agito bloccando la dopamina, il neurotrasmettitore responsabile di sintomi come allucinazioni e deliri. KarXT, commercializzato come Cobenfy, introduce invece un meccanismo del tutto nuovo, stimolando i recettori muscarinici. Questo approccio non solo offre effetti antipsicotici, ma migliora anche le capacità cognitive dei pazienti. “Non ho mai visto così tanto entusiasmo per un nuovo approccio nella psichiatria in tutta la mia carriera,” afferma Jeffrey Conn, farmacologo della Vanderbilt University, che ha contribuito allo sviluppo del farmaco.

Un percorso tortuoso verso il successo

KarXT ha avuto una genesi complessa. Xanomeline, uno dei suoi componenti attivi, era stato sviluppato negli anni ’90 per trattare i sintomi psicotici dell’Alzheimer. Tuttavia, gli effetti collaterali come nausea e vomito avevano costretto a sospenderne l’uso. Nel 2009, Karuna Therapeutics ha combinato xanomeline con trospium, un composto che riduce gli effetti indesiderati bloccando i recettori muscarinici al di fuori del cervello. Il risultato è stato una terapia capace di mantenere i benefici antipsicotici riducendo drasticamente i problemi collaterali. Nei test clinici, i pazienti hanno mostrato miglioramenti significativi senza i pesanti effetti collaterali che affliggevano i trattamenti precedenti.

Schizofrenia e oltre: una speranza per l’Alzheimer

Oltre a rivoluzionare il trattamento della schizofrenia, KarXT potrebbe avere un impatto su altre patologie neurologiche. Bristol Myers Squibb, che ha acquisito Karuna, sta conducendo studi per testare il farmaco sui sintomi psicotici legati all’Alzheimer. “È entusiasmante pensare che questo lavoro possa aprire nuove porte,” afferma Conn. I recettori muscarinici, stimolati dal farmaco, sono legati alla cognizione, il che fa sperare i ricercatori in un rallentamento del declino cognitivo nelle persone affette da Alzheimer. Studi preliminari sui topi hanno mostrato risultati promettenti, suggerendo che i farmaci mirati al recettore M1 potrebbero anche ridurre la neurodegenerazione.

Sfide e prospettive future

Nonostante i successi, il cammino è ancora pieno di incognite. Recentemente, il farmaco emraclidine, anch’esso basato sui recettori muscarinici, ha fallito un’importante fase di test clinici, sollevando dubbi sull’efficacia di questo approccio. Tuttavia, il doppio bersaglio di KarXT, che agisce su due recettori (M1 e M4), potrebbe rappresentare una soluzione vincente. “Abbiamo ancora molto da imparare su questi farmaci,” commenta Carol Tamminga, psichiatra e neuroscienziata presso l’UT Southwestern Medical Center. Anche KarXT, infatti, ha mostrato alcuni limiti: in studi su pazienti ambulatoriali, fino al 18% dei partecipanti ha smesso di assumere il farmaco a causa di effetti collaterali.

Un potenziale che va oltre la psichiatria

I recettori muscarinici giocano un ruolo chiave anche in altre funzioni cerebrali. Gli scienziati stanno esplorando la possibilità di utilizzare farmaci simili per combattere le dipendenze da oppioidi, migliorare i sintomi del Parkinson e ridurre il declino cognitivo legato all’età. “Siamo solo all’inizio,” afferma Andrew Tobin, neuroscienziato dell’Università di Glasgow, sottolineando che le potenzialità di questa classe di farmaci sono ancora in gran parte inesplorate.

Conclusione: verso un nuovo capitolo della medicina

KarXT rappresenta una rivoluzione per la psichiatria, offrendo una nuova speranza per milioni di pazienti affetti da schizofrenia e altre malattie neurologiche. Mentre la scienza continua a svelare i misteri del cervello, il successo di KarXT potrebbe segnare l’inizio di un’epoca in cui le terapie innovative non sono più un’eccezione, ma la regola.

Fonte:
Nature

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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