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Contro Alzheimer e diabete editing genetico sugli embrioni: speranze e dubbi etici

Uno studio propone l'editing genetico sugli embrioni per ridurre il rischio di malattie complesse, ma solleva questioni etiche globali

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto: Unsplash/CC0 Public Domain
Foto: Unsplash/CC0 Public Domain

Un gruppo di scienziati australiani ha proposto un approccio rivoluzionario per ridurre il rischio di malattie complesse come Alzheimer, diabete e schizofrenia. Lo studio, pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista scientifica Nature, suggerisce che modificare geneticamente gli embrioni umani potrebbe prevenire queste patologie intervenendo su varianti genetiche multiple. I ricercatori hanno utilizzato modelli matematici per dimostrare che alterare appena dieci loci genetici potrebbe ridurre significativamente la prevalenza di queste condizioni. Ad esempio, il rischio di Alzheimer potrebbe passare dal 5% allo 0,6% nei soggetti con genomi modificati. Questa scoperta offre di certo nuove speranze per la medicina genomica, ma solleva innumerevoli interrogativi etici globali.

Le radici del dibattito sull’editing genetico

Il dibattito sull'editing genetico degli embrioni non è nuovo. Nel 2018, la nascita delle gemelle Lulu e Nana, modificate geneticamente in Cina, suscitò indignazione internazionale e portò a una maggiore regolamentazione del settore. Successivamente, nel 2020, la nascita di Aurea, concepita con screening genetico poligenico, dimostrò il potenziale di queste tecnologie. Tuttavia, questi sviluppi evidenziano anche la complessità etica e sociale che accompagna tali interventi. L’idea di modificare il DNA per prevenire malattie gravi divide ancora l’opinione pubblica come anche gli esperti.

I risultati promettenti dello studio

I ricercatori hanno utilizzato tecnologie avanzate per analizzare l’impatto di modifiche su geni associati a malattie complesse. Oltre all’Alzheimer, le proiezioni indicano riduzioni significative nella prevalenza di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Attraverso l’editing di varianti genetiche identificate tramite studi di associazione genomica, il team ha dimostrato la possibilità di modificare tratti come pressione sanguigna, livelli di colesterolo e metabolismo del glucosio. Questi risultati aprono nuove prospettive per la medicina personalizzata, offrendo una via potenziale per ridurre il peso delle malattie genetiche.

I rischi dell’editing genetico sugli embrioni

Nonostante i progressi, restano molte preoccupazioni. Gli esperti sottolineano che le tecnologie di gene editing sono ancora in fase sperimentale e possono comportare rischi significativi. Tra questi, gli effetti pleiotropici: una singola modifica genetica potrebbe influenzare altri tratti, aumentando il rischio di malattie non previste. Inoltre, identificare con precisione i geni responsabili di determinate patologie è ancora una sfida. Questi fattori, combinati con la possibilità di errori, rendono necessarie ulteriori ricerche prima che tali tecnologie possano essere applicate in ambito clinico.

Le implicazioni etiche e sociali del gene editing

Il dibattito non riguarda solo la sicurezza, ma anche le questioni etiche. Modificare il DNA umano solleva interrogativi su discriminazione, disuguaglianza e autonomia riproduttiva. Alcuni temono che l’uso di queste tecnologie possa portare a una società in cui solo chi ha accesso a tali interventi possa beneficiare dei loro vantaggi. Altri sottolineano l’importanza di offrire questa opportunità alle famiglie colpite da gravi malattie genetiche, mettendo al centro il benessere umano. E' dunque fondamentale trovare un equilibrio tra progresso scientifico e responsabilità etica.

Fonti:
Nature (1)
Nature (2)
Nature (3)

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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