Che cos'è davvero la “dipendenza da porno” e come affrontarla: le nuove ricerche sfatano i miti
Ecco come gli scienziati sfatano i miti offrendo una prospettiva scientifica sullo scottante argomento
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Negli ultimi anni, la pornografia è diventata argomento di intenso dibattito scientifico e sociale. Ma cosa significa davvero "dipendenza da pornografia"? La questione si è estesa ben oltre la sfera privata, portando persino a dichiarazioni di crisi sanitaria pubblica in 17 stati americani. Alla base di queste preoccupazioni ci sono studi che suggeriscono correlazioni tra consumo di pornografia, riduzione del benessere psicologico e difficoltà relazionali. Tuttavia, una più attenta analisi dei dati rivela che il quadro è più complesso di quanto si possa immaginare. Un team internazionale di ricercatori, inclusi esperti come la neuroscienziata Nicole Prause e il professore di psicologia David Rowland, ha indagato su come la pornografia influenzi il cervello, le relazioni e il comportamento umano. Questo articolo, basato su un'ampia gamma di studi, analizza i miti, le evidenze scientifiche e le possibili soluzioni per affrontare l'uso problematico della pornografia.
I miti e le evidenze scientifiche
L’allarme sulla pornografia è alimentato da una serie di pregiudizi e dichiarazioni sensazionalistiche. Tra i miti più diffusi troviamo:
- La pornografia riduce la materia grigia del cervello: uno studio suggeriva che gli uomini che consumavano più pornografia avessero meno materia grigia in alcune aree cerebrali legate al piacere. Tuttavia, si trattava di uno studio correlativo, che non dimostra causalità
- La pornografia distrugge le relazioni: una revisione di 50.000 partecipanti in 10 paesi ha evidenziato una correlazione tra uso di pornografia e minore soddisfazione relazionale tra gli uomini. Tuttavia, altri studi mostrano che coppie che consumano pornografia insieme riportano maggiore intimità sessuale.
Secondo il professor Rowland, "le affermazioni che l'uso della pornografia comprometta la risposta sessuale durante i rapporti di coppia non sono supportate dalla letteratura scientifica".
Impatti psicologici e relazionali
L’influenza della pornografia varia a seconda del contesto e delle attitudini personali o di coppia. Alcuni punti chiave includono:
- Uso condiviso e comunicazione: secondo gli esperti, la visione condivisa può migliorare la comprensione reciproca delle esigenze sessuali
- Effetti negativi percepiti dalle donne: uno studio italiano condotto dalla professoressa Sabrina Cipolletta evidenzia che le donne provano maggiore disagio rispetto agli uomini nell’uso della pornografia, in parte a causa del suo orientamento prevalentemente maschile.
La chiave per comprendere questi impatti è nel contesto: l’uso segreto o percepito come tradimento può generare conflitti, mentre un approccio condiviso può essere positivo.
Esiste davvero una "dipendenza da pornografia"?
Il concetto di dipendenza da pornografia è controverso. Nonostante molte persone riferiscano di sentirsi "dipendenti", la scienza suggerisce che il termine "dipendenza" potrebbe non essere appropriato:
- Assenza di sintomi fisiologici: a differenza delle dipendenze da sostanze, l’interruzione dell’uso di pornografia non causa sintomi di astinenza
- Incongruenza morale: il professor Joshua Grubbs ha proposto un modello di "incongruenza morale", secondo cui la percezione di dipendenza deriva da un conflitto tra credenze personali e comportamento.
Grubbs sottolinea che "le persone che considerano moralmente sbagliato l’uso della pornografia sono più inclini a sentirsi dipendenti, anche se il loro consumo è limitato".
Come affrontare un uso problematico della pornografia
Se l’uso della pornografia interferisce con la vita quotidiana o provoca disagio emotivo, gli esperti consigliano approcci mirati:
Segnali di un uso "problematico":
- Uso compulsivo che compromette produttività e relazioni
- Preferenza per la pornografia rispetto ai rapporti reali
- Uso come strategia di coping per stress o ansia.
Strategie per migliorare:
- Consapevolezza e autocontrollo: impostare limiti di tempo e riflettere sulle motivazioni dietro l’uso
- Supporto terapeutico: preferire terapeuti che adottano approcci non stigmatizzanti
- Educazione sessuale: promuovere una comprensione sana della sessualità e dei rischi legati alla pornografia.
Educare per prevenire
Gli esperti concordano sull’importanza di un’educazione aperta e priva di stigma, soprattutto per i giovani. Nicole Prause evidenzia che "i rischi primari della pornografia riguardano i giovani, che potrebbero non comprendere che è intrattenimento e non un riflesso della realtà". Educare sulla natura della pornografia e sui suoi effetti può aiutare a mitigare i rischi.
Fonte:
Science Focus