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Tumore al fegato: bloccando un enzima le cellule maligne "muoiono di fame"

Un team di ricercatori è riuscito a raggiungere l’obiettivo bloccando l’enzima aldolasi A, intrappolando l’energia all'interno delle cellule tumorali

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
La professoressa Almut Schulze
La professoressa Almut Schulze

Un team di ricercatori del Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro (DKFZ), guidato dalla professoressa Almut Schulze, ha scoperto che bloccare l’enzima aldolasi A intrappola l’energia nelle cellule tumorali del fegato, impedendo loro di crescere. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Metabolism, rappresenta una potenziale svolta nella terapia del cancro, rivelando un approccio mirato per combattere il tumore al fegato sfruttando una debolezza metabolica delle cellule cancerose.

L’importanza dell’aldolasi A nella glicolisi

La glicolisi è una via metabolica che consente alle cellule di ottenere energia dallo zucchero. Nel cancro, questa funzione è amplificata attraverso l’effetto Warburg. Lo studio ha dimostrato che bloccare l’aldolasi A, un enzima chiave in questa via, provoca uno stress energetico nelle cellule tumorali, arrestando la loro divisione. Questo effetto è stato osservato sia in cellule tumorali epatiche di topo sia in linee cellulari umane. Al contrario, il blocco di un altro enzima glicolitico, la glucosio-6-fosfato isomerasi, non ha avuto alcun impatto sulla crescita tumorale.

Un meccanismo di energia intrappolata

I ricercatori hanno scoperto che l’inibizione dell’aldolasi A causa l’accumulo di fruttosio bisfosfato, un intermedio energetico. Questo blocco trasforma la glicolisi da un processo che genera energia a uno che la consuma. L’energia rimane intrappolata, creando un ciclo vizioso che esaurisce le riserve energetiche della cellula. Nel tempo, questo squilibrio energetico porta al blocco del ciclo cellulare e alla soppressione della crescita tumorale.

Infografica Nature Metabolism

Risultati promettenti nei modelli animali

In esperimenti su topi con tumore al fegato, la disattivazione genetica dell’aldolasi A ha ridotto significativamente la crescita tumorale e migliorato la sopravvivenza. Questo approccio sfrutta una vulnerabilità unica delle cellule tumorali, che dipendono fortemente dal metabolismo del glucosio, rendendole più sensibili a questo tipo di intervento rispetto alle cellule normali.

Prospettive per la terapia del cancro

Attualmente, gli inibitori dell’aldolasi A disponibili sono ancora in fase sperimentale, ma il team sta testando il loro potenziale come trattamento antitumorale. I ricercatori sottolineano che anche una leggera riduzione dell’attività dell’aldolasi A potrebbe essere sufficiente per intrappolare l’energia delle cellule tumorali, mentre le cellule sane, meno dipendenti dalla glicolisi, dovrebbero tollerare meglio il trattamento.

Verso terapie mirate e sicure

Bloccando l’aldolasi A, i ricercatori mirano a creare trattamenti altamente specifici che colpiscano le debolezze metaboliche del cancro, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Questo approccio potrebbe rivoluzionare il trattamento del cancro al fegato e di altri tumori, offrendo nuove speranze per i pazienti.

Fonte:
Nature Metabolism

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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