Il morbillo torna a far paura, l'allarme dell'Iss: in Italia 864 casi da inizio anno contro i 43 del 2023
Gli esperti avvertono: "Non colpisce solo i bambini ma anche persone nella fascia 25-45 anni. In età adulta il virus può anche uccidere”
Continuano ad aumentare i casi di morbillo in Italia. Secondo il nuovo bollettino mensile del sistema di sorveglianza nazionale dell’Istituto superiore di sanità, dal 1 gennaio al 31 agosto 2024, in Italia, sono stati notificati 864 casi di morbillo (22 casi per milione di abitanti) di cui 53 nel mese di agosto 2024. In tutto il 2023 i casi erano stati solo 43, 15 nel 2022. Una crescita esponenziale che preoccupa gli esperti: "Dal 2023 sono in corso aumenti significativi nel numero di casi e di epidemie di morbillo a livello globale, incluso in diversi Paesi europei. La maggior parte dei quali si è verificata in persone non vaccinate. Circa tre quarti dei casi segnalati sono adolescenti e adulti: questi dati suggeriscono che sono presenti ampie quote di persone suscettibili in queste fasce di età”.
Allarme morbillo
Sono 17 le Regioni e province autonome che hanno segnalato casi dall’inizio dell’anno, di cui otto (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria) hanno riportato il 90,7% dei casi. In Abruzzo è stata osservata l’incidenza più elevata (52/milione abitanti). L’età mediana dei casi segnalati è pari a 30 anni, oltre la metà dei casi (53,0%) sono adolescenti o giovani adulti e un ulteriore 23,9% ha più di 40 anni di età. “Tuttavia - spiega l’Iss - l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto ai 5 anni d’età e sono stati segnalati 41 casi in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati”. Tra i casi, si segnala poi che 68 sono operatori sanitari (50 i non vaccinati). Lo stato vaccinale è noto per il 93,6% dei casi segnalati, di cui l’89,9% erano non vaccinati al momento del contagio.
Boom di casi tra 25-45enni. Nicastri: “Vaccinatevi”
Nell'immaginario collettivo il morbillo è una malattia infettiva pediatrica, invece in questo momento, proprio grazie alla vaccinazione dei bambini, il morbillo nel nostro Paese è sostenuto dai casi tra i giovani adulti, compresi nella fascia d'età 25-45 anni. Rivolgo a loro l'invito, se non hanno acquisito l'infezione da piccoli, a controllare il proprio stato sierologico e a vaccinarsi se non lo hanno fatto". Così Emanuele Nicastri, direttore dell'unità di Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell'ospedale INMI Spallanzani di Roma, sull'aumento di casi di morbillo in tutta l'Europa.
Che cosa è il morbillo
Il morbillo è una malattia infettiva esantematica acuta causata da un virus a RNA del genere Morbillivirus, di cui esiste un unico sierotipo. Il morbillo è diffuso in tutto il mondo, e l’uomo è l’unico ospite naturale. Come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo negli anni 60, e dei programmi estesi di vaccinazione, si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno. Grazie alla vaccinazione, si è verificata una significativa riduzione dell’incidenza del morbillo nel mondo. Tuttavia, la malattia rimane un’importante causa di morbilità e mortalità: si stima che nel 2022 siano morte di morbillo 136.200 persone, per lo più bambini di età inferiore ai cinque anni. La maggior parte dei decessi avviene in Paesi sottosviluppati.
E’ uno dei virus più contagiosi
Il morbillo è altamente contagioso, con un numero di riproduzione di base tra 12 e 18. Il 90% delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contrae la malattia. Nei Paesi a clima temperato, il picco d’incidenza avviene verso la fine dell’inverno e a primavera. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee e le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. Il virus rimane infettivo nell’aria e sulle superfici infette fino a due ore. La contagiosità si protrae da quattro giorni prima a quattro giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.
I sintomi
I primi sintomi si presentano dopo un periodo di incubazione che varia da sette a 18 giorni (in media 10-12 giorni) e sono simili a quelli di un raffreddore (tosse, rinite, congiuntivite), con malessere e febbre che diventa sempre più alta (fino a 39 °C-40,5 °C). Dopo un periodo che varia da due a quattro giorni appare l’eruzione cutanea caratteristica, inizialmente sul volto e sul collo e poi, nell’arco di due o tre giorni, su tutto il resto del corpo. L’esantema dura da tre a sette giorni e poi scompare seguendo l’ordine di insorgenza, talvolta terminando con una leggera desquamazione che può passare inosservata. La febbre solitamente persiste per due o tre giorni dopo la comparsa dell’esantema e la tosse può persistere fino a 10 giorni.
Le possibili complicazioni
La maggior parte delle persone guarisce entro due-tre settimane; tuttavia, la malattia può avere un decorso grave e determinare gravi complicanze e anche il decesso. Le complicanze possono riguardare fino al 30% dei casi. Le complicanze più gravi sono la polmonite e l’encefalite acuta. Altre complicanze includono l’otite media, la laringotracheobronchite, la diarrea, la disidratazione, la cheratite, la trombocitopenia, e le convulsioni febbrili. Le complicazioni più frequenti sono epatite/aumento delle transaminasi, polmonite, e c'è stato un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato.
Il vaccino
Per prevenire il morbillo da circa 60 anni è disponibile un vaccino vivo attenuato efficace, poco costoso e con un profilo di sicurezza molto elevato. Il vaccino è disponibile sia in forma combinata con le componenti antirosolia e antiparotite (vaccino MPR) sia con le componenti antirosolia, antiparotite e antivaricella (MPRV). Sono indicate due dosi di vaccino: in Italia la prima dose è somministrata a 12 mesi di vita, la seconda dose a 5 anni di età. L’offerta di due dosi è in grado di proteggere verso il morbillo oltre il 90% dei vaccinati. Nei bambini sotto i 12 mesi di età, l’efficacia del vaccino è minore per la presenza di anticorpi neutralizzanti materni. Tuttavia, in alcune situazioni (ad esempio, in caso di epidemie), il vaccino può essere somministrato a partire dai sei mesi di età.