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Consumo di caffè protegge dal declino cognitivo: nuove scoperte sui benefici della bevanda più amata dagli italiani

Uno studio svizzero suggerisce che bere più caffè al giorno migliora le funzioni cognitive e riduce l'infiammazione nei pazienti con fibrillazione atriale

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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Un recente studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association rivela che bere più tazze di caffè al giorno potrebbe proteggere contro il declino cognitivo nei pazienti affetti da fibrillazione atriale (AFib). La ricerca, condotta su oltre 2.400 partecipanti in Svizzera, ha evidenziato un miglioramento significativo delle funzioni cognitive e una riduzione dei marcatori infiammatori in chi consumava regolarmente caffè. Secondo il dottor Jürg H. Beer, professore di medicina all'Università di Zurigo, “non ci sono motivi per scoraggiare i pazienti con fibrillazione atriale dal bere caffè. Anzi, potrebbe persino essere benefico”.

Che cos’è la fibrillazione atriale e come influisce sul cervello

La fibrillazione atriale è il disturbo del ritmo cardiaco più comune negli adulti, che colpisce oltre 5 milioni di persone solo negli Stati Uniti. Questo problema cardiaco aumenta il rischio di ictus e di declino cognitivo, incluso quello causato da demenza. La domanda che ha guidato lo studio è stata se il consumo di caffè potesse ridurre il rischio di declino cognitivo in questa popolazione a rischio.

La struttura dello studio e i risultati principali

La ricerca è parte del Swiss Atrial Fibrillation Cohort Study (Swiss-AF), un progetto a lungo termine che segue pazienti con fibrillazione atriale. Tra il 2014 e il 2017, i partecipanti hanno completato test cognitivi approfonditi e riportato il consumo giornaliero di caffè. Ecco i principali risultati dello studio:

  • I consumatori di caffè hanno ottenuto punteggi più alti nei test cognitivi, in particolare per velocità di elaborazione, coordinazione visuomotoria e attenzione
  • Il consumo di cinque o più tazze di caffè al giorno ha ridotto del 20% i marcatori infiammatori rispetto a chi beveva meno di una tazza al giorno
  • L'età cognitiva stimata dei consumatori più assidui era inferiore di circa 6,7 anni rispetto a chi consumava meno caffè
  • Non sono emerse differenze significative legate a sesso, età o altre variabili sociodemografiche.

Il dottor Beer ha spiegato: “C’è una relazione chiara e consistente tra un maggiore consumo di caffè e migliori prestazioni cognitive, oltre a una riduzione dell'infiammazione”.

I meccanismi protettivi del caffè

I benefici del caffè sembrano derivare non solo dalla caffeina, ma anche da altri componenti attivi come magnesio e vitamina B3 (niacina). Inoltre, il caffè potrebbe contribuire a ridurre i livelli di sostanze chimiche pro-infiammatorie nel corpo, migliorando la salute generale e il funzionamento del cervello.

Limitazioni dello studio e avvertenze

Nonostante i risultati promettenti, lo studio presenta alcune limitazioni. Essendo uno studio osservazionale, non può stabilire un rapporto di causa-effetto tra il consumo di caffè e il miglioramento cognitivo. Inoltre, la popolazione studiata era prevalentemente bianca e svizzera, il che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati. Infine, i dati sul consumo di caffè sono stati raccolti attraverso auto-dichiarazioni, che potrebbero non riflettere accuratamente le abitudini reali dei partecipanti. Il dottor José A. Joglar, professore di Medicina Interna al UT Southwestern Medical Center di Dallas, ha commentato: “Non possiamo concludere che il caffè prevenga il declino cognitivo a lungo termine. Tuttavia, non sembra peggiorare la fibrillazione atriale, quindi non c'è ragione di vietarne il consumo”.

Consigli per il consumo di caffè

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Secondo le linee guida dietetiche statunitensi, è possibile consumare da tre a cinque tazze di caffè nero al giorno come parte di una dieta equilibrata. Tuttavia, attenzione alle bevande a base di caffè, come latte macchiato o cappuccino, che spesso contengono zuccheri e grassi aggiunti. In Italia, il caffè è una parte integrante della cultura e delle abitudini quotidiane. Alcuni dati significativi:

Consumo giornaliero

  • Numero di tazze pro capite - Gli italiani consumano in media circa 3-4 tazze di caffè al giorno
  • Frequenza - Circa il 97% degli italiani beve caffè regolarmente, rendendolo una delle bevande più consumate nel paese
  • Orari preferiti - La maggior parte degli italiani beve caffè al mattino (per colazione) e dopo i pasti, soprattutto dopo pranzo
  • Luogo di consumo - Sebbene il caffè al bar sia una tradizione consolidata, il consumo domestico è in crescita grazie alla diffusione di macchine per il caffè espresso e capsule.

Prospettive e studi futuri

Per comprendere meglio il legame tra caffè e declino cognitivo, i ricercatori suggeriscono di condurre studi di follow-up più lunghi, idealmente di 5-10 anni, per monitorare i cambiamenti nel tempo. Ulteriori ricerche potrebbero anche esplorare il ruolo specifico della caffeina rispetto agli altri componenti del caffè.

Fonti:
Journal
MedicalXPress

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