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Il virus dell’aviaria accelera, il monito di Bassetti: “Il salto di specie è vicino, prepariamoci”

Propagazione record nel 2024 e rischio di trasmissione uomo-uomo nel 2025. Ecco cosa sappiamo e come prepararci

Roberto Zoncadi R.Z.   
Foto Ansa
Foto Ansa

La velocità di propagazione dell’aviaria è impressionante, dobbiamo prepararci”. Con queste parole, Matteo Bassetti, primario di Malattie Infettive al San Martino di Genova, descrive un futuro in cui il virus dell’aviaria potrebbe diventare una minaccia concreta per l’uomo. Il 2024 ha segnato una “manovra di avvicinamento costante” del virus all’essere umano, e secondo l’infettivologo, il salto di specie definitivo potrebbe verificarsi già nel 2025. “Siamo circondati”, avverte Bassetti, sottolineando la necessità di un’azione immediata per affrontare questa emergenza sanitaria globale.

I sintomi dell’aviaria nell’uomo e le categorie a rischio

Bassetti chiarisce che il virus, pur essendo potenzialmente pericoloso, non causerà necessariamente esiti fatali per tutte le persone contagiate. “Chiaro, non è che moriranno tutti quelli che saranno contagiati. I sintomi sono quelli dell’influenza, il virus dà anche una polmonite grave. Ma alcune categorie sono più a rischio, come le donne in gravidanza. Quindi dobbiamo attrezzarci”.

D1.1: una mutazione preoccupante verso il salto di specie

I test condotti in Louisiana su un 65enne infettato, attualmente in condizioni critiche, hanno rivelato che l’infezione è stata provocata dal ceppo D1.1, diverso dal B3.13 che ha circolato nei bovini per circa un anno negli Stati Uniti. “Si sta verificando quello che ripetiamo da tempo”, osserva Bassetti. “Questo virus ha già subito un’importante mutazione, ed è molto vicino al salto di specie definitivo”.

Per questo, in California è stato dichiarato lo stato d’emergenza, esteso a tutti gli animali vicini all’essere umano. “Non solo pollame, ma anche merli, passerotti, pappagalli”.

“Il virus dell’aviaria in casa” e i rischi per gli animali domestici

Il virus, secondo Bassetti, non si limita più agli allevamenti, ma riguarda anche gli animali da cortile e domestici. “Il problema negli Stati Uniti oggi non riguarda più gli allevamenti, che in qualche modo sono controllabili. Se una persona viene contagiata da una gallina del pollaio, è evidente che il virus non è più controllabile”.

Il professore aggiunge: “La contaminazione è un circolo – è la didascalia del professore –, dalla mucca agli animali da cortile e domestici. Come avere tanti centri concentrici, l’essere umano è al centro”.

Propagazione e velocità: lo schema già visto con il Covid

Bassetti evidenzia analogie con il Covid per quanto riguarda la capacità di mutazione del virus e la sua velocità di diffusione. “D1.1 è una mutazione, e ogni volta con le mutazioni il virus acquisisce caratteri di virulenza diversa dal precedente, lo abbiamo già visto con il Covid, è lo stesso schema. Il problema è la velocità dell’aviaria, che è stata impressionante negli ultimi sei mesi, rispetto a tutti gli anni precedenti, a partire dal 1997, quando il virus è stato scoperto. La sua capacità di mutazione si è dimostrata incontrollabile”.

Aviaria: vaccini e antivirali per prepararci al futuro

Di fronte a questa situazione, Bassetti lancia un appello alla preparazione e all’uso degli strumenti già disponibili. “Per questo la California ha dichiarato lo stato d’emergenza. Stiamo parlando di uno stato all’avanguardia.” Tuttavia, avverte che nel futuro potremmo affrontare carenze di farmaci essenziali. “I vaccini ci sono. Gli antivirali, è una previsione anche troppo facile, nel futuro rischiano di diventare introvabili. Sarà come nel marzo 2020, quando tutti volevano le mascherine ma le mascherine non si trovavano”.

 

Roberto Zoncadi R.Z.   
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