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Alzheimer: scoperto il ruolo della proteina tau

Un team di ricerca ha identificato un’isoforma specifica della proteina tau che potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per la malattia di Alzheimer

Roberto Zoncadi R.Z.   
Foto Shutterstock
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La proteina tau, presente nel cervello umano in sei varianti, è nota per il suo ruolo nella malattia di Alzheimer (AD). Tuttavia, la sua funzione precisa non è ancora completamente chiara. La formazione di grovigli neurofibrillari (NFT) dovuti alla sua iperfosforilazione è un segno distintivo della malattia e di altre patologie neurodegenerative. Quando esposta agli oligomeri tossici della beta-amiloide (AβO), la tau subisce alterazioni che compromettono il trasporto assonale, causando danni alle sinapsi e favorendo la degenerazione neuronale.

 

Lo studio dell’Università di Colonia e la proteina tau 1N4R

Un team di scienziati dell’Università di Colonia ha compiuto un'importante scoperta sul ruolo della proteina tau. Sfruttando cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), i ricercatori hanno identificato un’isoforma specifica, denominata 1N4R, come principale responsabile degli effetti tossici della tau nei neuroni umani.

 

Tecnologie all’avanguardia per analizzare la proteina tau

Lo studio, pubblicato su Alzheimer’s & Dementia, è stato condotto dal dottor Hans Zempel dell’Istituto di genetica umana. Il suo team, tra cui la dottoressa Sarah Buchholz, ha utilizzato tecniche di CRISPR/Cas9 e imaging di cellule vive per comprendere come l’isoforma 1N4R influenzi le cellule cerebrali. "Questo studio rappresenta un progresso significativo nell’aiutarci a comprendere i meccanismi del morbo di Alzheimer", ha dichiarato il dottor Buchholz.

Cellule staminali per lo studio della neurodegenerazione

Le cellule iPSC, ottenute riprogrammando cellule della pelle in neuroni, hanno permesso ai ricercatori di analizzare gli effetti delle diverse isoforme della proteina tau sulle cellule cerebrali. Confrontando le varianti, è emerso che l’isoforma 1N4R è strettamente associata alla tossicità neuronale.

 

Un potenziale bersaglio per nuove terapie

Poiché la proteina tau è direttamente collegata al declino cognitivo nei pazienti con Alzheimer, il suo accumulo potrebbe essere influenzato dalla beta-amiloide. Studi precedenti hanno dimostrato che ridurre i livelli di tau nei modelli animali protegge dalla neurotossicità della beta-amiloide, migliorando le funzioni cognitive e prolungando la sopravvivenza.

I punti salienti della ricerca

  • L’assenza della proteina tau influenza la crescita neuronale e la struttura degli assoni.
  • Le isoforme tau mostrano una localizzazione specifica nei neuroni.
  • La riduzione della tau protegge i neuroni dalla tossicità della beta-amiloide.
  • L’isoforma 1N4R è la principale responsabile della tossicità indotta dalla beta-amiloide nei neuroni umani.

Prospettive future per la ricerca sull’Alzheimer

Questo studio evidenzia l’importanza dell’utilizzo di cellule umane nella ricerca neurodegenerativa. Serviranno ulteriori studi per validare i risultati su modelli animali e sviluppare terapie mirate che possano intervenire nel processo patologico.

Fonte:

Alzheimer’s & Dementia

Roberto Zoncadi R.Z.   
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