Dalle foglie di un albero portentoso l’arma capace di arrestare la diffusione del cancro al seno attraverso le metastasi
Composti naturali tornano al centro della ricerca scientifica per il trattamento delle neoplasie
La lotta al cancro potrebbe presto avvantaggiarsi di una nuova e potentissima arma. Stando a quanto riportato sulle pagine della rivista scientifica MedicalXpress, che cita uno studio condotto da un team dui ricercatori dell’Università di Sharjah (Emirati Arabi), pubblicato integralmente su Scientific Report, le foglie dell’Albizia lebbeck - nome scientifico di una pianta nota anche come l’albero delle pulci - contengono un principio attivo in grado di combattere le metastasi prodotte dal cancro al seno. “La capacità di impedire la migrazione delle cellule tumorali – evidenzia la dottoressa Dilber Uzun Ozsahin, associata presso l’Università di Sharjah nonché una delle responsabili dello studio - è particolarmente cruciale nel prevenire la diffusione del cancro agli altri organi”. Rallentando tale diffusione si potrebbe abbattere notevolmente la letalità di questa e altre neoplasie. La scienziata, e il team che ha lavorato con lei, si dice soddisfatta dei risultati ottenuti, benché evidenzi che gli stessi sono soltanto l’inizio di un lungo percorso di ricerca.
I dati
Il tumore al seno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è una malattia diffusa in tutto il mondo, e che colpisce nella stragrande maggioranza dei casi le donne. Nel 2022 i nuovi casi sono stati 2.3 milioni, e ben 670mila i decessi correlati riconducibili alla malattia. Grazie alla nuova scoperta, fatta anche grazie all’utilizzo di sistemi di analisi migliorati dall’Intelligenza artificiale, in futuro si potrebbe persino debellare il male. “Il nostro studio - spiegano i colleghi della dottoressa Ozsahin - ha permesso di scoprire promettenti composti organici nell’ALEE, che possiedono proprietà medicinali potenzialmente utili nella prevenzione delle metastasi nel cancro al seno”. L’estratto vegetale, che si è dimostrato non tossico per l’organismo umano, e benché non arrestasse la proliferazione cellulare risulta avere un significativo potenziale anti-migratorio sia nelle cellule MDA-MB 231 che in quelle MCF-7, con concentrazione crescente. E l’obiettivo dei ricercatori, fin dall’inizio, era proprio quello di inibire le metastasi con l’ausilio di piante medicinali, riducendo al minimo gli effetti collaterali.
“Il nostro studio - ha osservato l’autore principale dello studio, il dottor Huzaifa Umar, dell’Università di Cipro del Nord - fa luce sull’approccio multiforme necessario per affrontare la complessità delle metastasi del cancro e sottolinea l’importanza di esplorare composti naturali e tecniche computazionali avanzate nel trattamento e nella prevenzione del cancro. Inoltre, i risultati che abbiamo ottenuto forniscono informazioni sull’uso delle piante medicinali e sui loro contenuti nel trattamento del cancro e di altre malattie correlate: la scoperta darà modo ad altri ricercatori di effettuare ulteriori studi utilizzando varie piante medicinali”. “Lo studio propone un approccio innovativo al trattamento del cancro – ci tiene a sottolineare la dottoressa Ozsahin -. Il nostro approccio mira allo sviluppo di terapie più sicure ed efficaci. Dimostrando gli effetti anti-migratori, antiproliferativi e citotossici contro queste linee cellulari tumorali, lo studio suggerisce che Albizia lebbeck potrebbe essere promettente come agente naturale”.
Originario del subcontinente indiano, l’Albizia lebbeck viene oggi utilizzata quasi esclusivamente dagli agricoltori che se ne servono per proteggere le piantagioni di cacao e caffè dal caldo eccessivo. La comunità scientifica ha considerato i risultati dello studio “di notevole interesse”. A breve lo studio passerà cosiddetta “fase clinica che consentirà di valutarne la sicurezza e l’efficacia.