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Tumori muoiono in assenza di gravità. Il 90 per cento delle cellule muore entro le 24 ore

E ora un team di ricercatori vuole creare un device che simula le condizioni nello spazio

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Joshua Chou
Joshua Chou

Un team di scienziati dell'Università della Tecnologia di Sydney ha annunciato al mondo di esser riuscito a trovare un modo per uccidere le cellule tumorali. Stando a quanto riferito dal professor Joshua Chou i tumori non sarebbero in grado di sopravvivere all’assenza di gravità. “In 24 ore, in questa condizione di micro-gravità - evidenzia Chou -, l'80-90 per cento delle cellule muore senza cura farmacologica”. Le condizioni necessari per sconfiggere i tumori sono simili a quelle presenti nella stazione spaziale internazionale. La sperimentazione è stata condotta soltanto con simulazioni al computer, ma i ricercatori si dicono ora estremamente fiduciosi, e convinti si possano ottenere dei risultati coerenti anche nei test clinici.

Ma inviare tutti i malati nello spazio è impossibile, e per questo Chou, che si avvale della collaborazione di altri colleghi, ha progettato un device in grado di replicare le condizioni di gravità molto vicine allo zero. “Abbiamo inserito nel simulatore quattro diversi tipi di tumori: alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni. Riducendo la gravità, abbiamo registrato che le cellule non riescono più a comunicare tra loro. Un effetto che incide sulla loro sopravvivenza”. In pratica i tumori non riuscirebbero a percepire ciò che li circonda, finendo col morire perché incapaci di espandersi. Le cellule malate entrerebbero nello stato di apoptosi o morte cellulare.

Prima che il dispositivo anti cancro possa trovare concrete applicazioni sulla Terra ci vorranno tuttavia degli anni. “Ci sono dei problemi da superare per poter avviare lo studio nella stazione spaziale, limiti di peso e di ingombro e servono almeno 200 mila dollari di investimenti per trovare soluzioni miniaturizzate al device” ha precisato il responsabile dello studio. Il ricercatore ha poi aggiunto: “Nella mia testa le possibilità offerte da questa sperimentazione non sono una cura, la “pallottola d'oro” per sconfiggere il cancro, ma qualcosa che possa funzionare parallelamente alle terapie esistenti, ai trattamenti farmacologici per la salute e così via, per aiutare ad aumentare l'efficienza delle terapie attualmente in uso”.

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