Fino al 50 per cento del riso premium è adulterato. Gli scienziati: “Viene mischiato anche con carta e plastica”
I ricercatori hanno analizzato un totale di 520 campioni di riso, proveniente da diversi paesi e di diversi gradi di qualità

L’Italia è il paese della pasta, ma il riso resta comunque uno degli alimenti più amati dal Nord al Sud dello stivale. E’ pertanto bene saper riconoscere i prodotti di qualità da quelli tarocchi, che siano dunque spacciati per ciò che non sono o peggio commercializzati nonostante all’interno della confezione si trovino contaminanti pericolosi per la salute. Una ricerca condotto da un team di scienziati irlandesi, coordinato dal professor Chris Elliott dell’Institute for Global Food Security, della Queen’s University di Belfast, ha recentemente scoperto che una moltitudine di risi di alta qualità risulta esser spesso adulterato… E attenzione, perché non si parla di percentuali trascurabili, ma di percentuali comprese tra il 20 e il 50 per cento.
L’analisi, basata su una nuova tecnologia di verifica del chicco, ha preso in esame 520 campioni di riso di diversi gradi di qualità, provenienti da Ghana, Tailandia e Vietnam. “Sebbene sia molto difficile da quantificare - ha detto al FoodNavigator Mary McBride, direttrice della strategia di regolamentazione e standard del mercato globale presso Agilent Technologies, la società che ha finanziato la ricerca - gli esperti di sicurezza alimentare stimano che tra il 20 e il 50 per cento di tutto il riso di qualità premium è adulterato in una qualche forma e che fino al 20% di riso di bassa qualità è adulterato e venduto come di qualità superiore riso. Queste stime si basano su test e analisi limitati delle forniture globali di riso. Alcune autorità alimentari ritengono che l’incidenza della frode sul riso sia in realtà molto più elevata di quanto riportato”.
I rischi per la salute
Stando a quanto riferito dall’equipe di scienziati le forme di riso incline all’adulterazione sono, principalmente il riso integrale, il riso lucido, la farina di riso, le torte di riso e l’olio di crusca di riso. Tra le adulterazioni più comuni vi sono la sostituzione di tutto o di una parte del riso premium con chicchi di qualità inferiore; la sostituzione di una porzione di riso con altre sostanze potenzialmente pericolose per la salute dell’uomo (palline di carta, di patate dolci macinate e persino resine plastiche. Tale pratica viene portata avanti da importatori scorretti ormai da moltissimi anni. Già nel gennaio del 2011 ne fu denunciata la presenzia in alcuni mercati cinesi, e sin da subito i governi garantirono un innalzamento dei controlli. Inutile dire che la presenza di plastica può avere ripercussioni anche gravi sulla salute. L’assunzione reiterata “ha effetti immediati”, perché intossica immediatamente l’organismo (i primi sintomi sono gonfiore addominale, mal di pancia e vomito), ed “effetti nel lungo termine”, può infatti essere il fattore scatenante di tumori nel tratto intestinale o a carico del fegato.
Come è possibile tutelarsi? Esistono dei test per riconoscerlo:
Test dell’ acqua
Immergete il riso in una bacinella d’acqua ed osservate il comportamento dei chicchi : se vanno sul fondo, allora è tutto ok. Se invece salgono a galla, ecco che dovete cominciare a preoccuparvi.
Test del fuoco
Sottoponete alcuni chicchi di riso alla fiamma di un accendino. Se bruciano rapidamente e sentite l’odore caratteristico della plastica, molto probabilmente vi trovate di fronte al tipo di riso sopra citato.
Test del mortaio
Mettete un po’ di riso in un mortaio e schiacciatelo. La polvere che ne viene fuori dovrà essere sottile e bianca (il colore dell’amido), se invece presenta una tonalità giallina si tratta di plastica.
Test della muffa
Cuocete del riso, mettetelo in un recipiente ben chiuso e conservatelo (non in frigorifero). Se dopo qualche giorno non vedrete formata la muffa si tratta di riso artificiale.
I risultati dello studio