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Cambiamenti climatici troppo veloci, le rinnovabili non possono più salvarci: “Serve il nucleare"

La soluzione, secondo Staffan A. Qvist e Joshua S. Goldstein, può essere soltanto una, anche se al mondo potrebbe non piacere

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Cambiamenti climatici troppo veloci, le rinnovabili non possono più salvarci: “Serve il nucleare'

La vita sul pianeta Terra rischia di essere stravolta dai cambiamenti climatici. A nulla serviranno le iniziative dei governi, perché troppo lente rispetto alla rapidità delle mutazioni in corso, che giorno dopo giorno alterano i delicati equilibri già compromessi. Staffan A. Qvist e Joshua S. Goldstein, rispettivamente professore emerito alla University of Massachusetts e ingegnere energetico fondatore della società di consulenza Qvist Consulting Limited, non usano mezzi termini per descrivere ciò il futuro del mondo. Con un articolo pubblicato sulle pagine del The Wall Street Journal bocciano anche le tecnologie rinnovabili. Con l’attuale ritmo di diffusione solare ed eolico non potranno aiutarci. E allora la scomoda soluzione, quella che fa raggelare il sangue di milioni di ambientalisti in tutto il mondo, e non solo: “Solo il nucleare potrebbe salvare il pianeta”.

Non c'è più tempo

I due esperti, autori del libro A Bright Future, How Some Countries Have Solved Climate Change and the Rest Can Follow, evidenziano come, ancora oggi, dopo anni di appelli e campagne di sensibilizzazione, l’80 per cento dell’energia primaria consumata è fossile (petrolio, carbone e gas naturale). Le tecnologie rinnovabili, sia chiaro, sono fondamentali e non vanno abbandonate, anzi, vanno sostenute, così che possano crescere anno dopo anno. Il problema è dato dall’emergenza. Il tempo a disposizione non è più sufficiente, la sola tecnologia in grado di darci un’opportunità, benché rischiosa, è quella nucleare. La soluzione al riscaldamento globale serve adesso, e il nucleare potrebbe essere una soluzione tampone efficiente.

Ma il nucleare fa paura

Certo è che gli incidenti di Chernobyl (1986) e Fukushima (2011) non aiutano a percepire questo opzione come “sicura” e dunque “priva di rischi”, ma esistono ora impianti di nuova generazione, più sicuri. Anche il problema scorie potrebbe esser gestito in maniera intelligente. Il futuro, sottolineano Qvist e Goldstein, è sicuramente delle energie rinnovabili, e sarà bellissimo, ma il presente ci offre soltanto l’opzione del nucleare.

La soluzione proposta non convince

Il nucleare, infatti, non può essere neppure il presente, perché per costruire delle centrali innovative come quelle ipotizzate, servirebbero moltissimi anni prima che le stesse possano entrare in funzione… e allora? Serve tantissima ricerca, e uno sforzo collettivo. Serve uno sforzo dei singoli cittadini, ma anche delle istituzioni e dei governi. Soltanto così le rinnovabili potrebbero rappresentare l’alternativa perfetta, e soltanto così le rinnovabili potranno sostituirsi rapidamente ai combustibili fossili…

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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