Basta cibarsi dei soliti animali, che vi piaccia o meno “mangerete grilli in tutte le salse”
L’agricoltura, come anche gli allevamenti tradizionali, non potranno far fronte alle esigenze dell’intera popolazione mondiale
La popolazione mondiale, quanto meno le persone che hanno avuto la fortuna di nascere in un paese mediamente ricco, sta attraversando quella che potremo definire come una (silenziosa) rivoluzione alimentare. Il sostentamento dell’umanità, che oggi conta oltre 7 miliardi e 500 milioni di persone e che risulta esser in continua ed esponenziale crescita, non potrà esser presto sostenibile perché gli allevamenti tradizionali, come anche i sistemi per la produzione agricola, non potranno soddisfare le esigenze di tutti. E allora il mondo dovrà dire addio agli allevamenti intensivi e allo sfruttamento dei terreni agricoli, per concentrare le attenzioni su forme di produzione alimentare alternative…
I grilli sono buoni
Polli, maiali, pecore, cavalli e mucche saranno dunque risparmiati, e il loro successore al “macello” saranno i meno appetitosi grilli. Nessuno storca il naso, perché salvo pochi fortunati che potranno inizialmente permettersi la carne tradizionale, tutti gli altri saranno costretti a mandar giù gli insoliti manicaretti. Già oggi è evidente quale sarà il futuro dell’alimentazione. Nei laboratori di tutto il mondo team di scienziati stanno coltivando carne da una manciata di cellule animali, oppure creando hamburger e cotolette partendo da cellule staminali. Eppure la svolta arriverà quando la prima fonte di cibo al mondo sarà rappresentata dagli insetti, e più precisamente dai grilli.
In pochi secoli siamo diventati schizzinosi
In alcuni Paesi questi prodotti sono già una realtà, e in effetti non dovrebbe stupirci. L’uomo si è nutrito di insetti - ricca fonte proteica - per millenni. Soltanto recentemente, e nei soli paesi occidentali, ci si è allontanati da questa dieta, sana e sostenibile. Ora, con l’obiettivo di salvare delle specie a rischio estinzione, prima fra tutte quella dei lemuri, un gruppo di ricercatori ha avviato una sperimentazione grazie alla quale si sta tentando di incoraggiare la popolazione del Madagascar - che storicamente ha consumato insetti - a riabbracciare una dieta a base di insetti come prima fonte di proteine.
L’obiettivo è facilmente raggiungibile
Inizialmente si dovranno costruire delle strutture all’interno delle quali allevare i grilli e accanto a queste nasceranno degli impianti di trasformazione. I grilli, diventati adulti, vengono uccisi, essiccati e polverizzati. In un colpo solo si otterrà una risorsa alimentare di altissima qualità, anche se complessivamente a basso costo, e si creeranno anche opportunità di lavoro per una popolazione oggi denutrita ma in crescita. “Gli insetti commestibili (come i grilli ndr) sono modulari - ha sottolineato Brian Fisher, entomologo della California Academy of Sciences e anche promotore dell’ambizioso progetto - puoi iniziare in piccolo per poi avviare produzioni sempre più importanti capaci di soddisfare le esigenze di una famiglia, di un villaggio o di una intera regione".
La sfida vera sarà "convincere" gli europei
"Gli insetti qui sono già importanti. Quando avevamo regine e re tutti mangiavano insetti - commenta Irina Andrianavalona, coordinatrice del progetto -. Gli agricoltori raccolgono gli insetti, li cuociono e li macinano in polvere per servirsene come fonte proteica nei momenti di bisogno. Ma alcuni malgasci, in particolare quelli che vivono in città, hanno dimenticato quella tradizione. Dovevamo soltanto ricordare alle persone che gli insetti sono buoni e possono contribuire a combattere il problema della malnutrizione". Nei Paesi ricchi, come quelli europei, convincere i singoli ad abbandonare le (recenti) abitudini non sarà tuttavia cosa semplice, ma il processo di adeguamento sarà in ogni caso inevitabile.
La notizia su Wired