Un additivo alimentare potenzialmente cancerogeno scatena una guerra tra gli Usa e l’Ue: ecco qual è e dove si trova
Si tratta del biossido di titanio, e lo si trova in moltissimi prodotti dolciari, nei cosmetici e anche nei farmaci

Il biossido di titanio, un additivo (E171) presente in una moltitudine di prodotti dolciari confezionati e farmaci, starebbe innescando delle tensioni tra gli Stati Uniti e l’Europa. La sostanza, la cui presenza in nanoparticelle risulta spesso non dichiarata, potrebbe esser causa di una moltitudine di pericoli per la salute dell’uomo, e per questo la Commissione europea starebbe valutando l’opportunità di inserirla nell’elenco delle sostanze pericolose. Tra i rischi, evidenziano dall’Ue, persino quello cancerogeno. Ma gli Usa non sembrano gradire questa attenzione eccessiva, e chiedono di evitare allarmismi che potrebbero portare a tensioni in grado di mettere in crisi il mercato alimentare, e non solo.
Dall’America si chiede all’esecutivo europeo di “non intraprendere ulteriori azioni”, almeno finché non si affronterà la questione in un incontro dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Ma gli Stati Uniti non sono i soli a chiedere del tempo all’Ue. A dirsi preoccupati, su un ipotetico bando dell’additivo, anche Australia, Messico, Filippine e Russia.
Cos'è il biossido di titanio e a cosa serve
“Il biossido di titanio, sostanza di origine minerale, si presenta di colore chiaro, opaco - si legge sulle pagine di Altroconsumo -. Quando usato negli alimenti viene indicato con la sigla E171, ma lo si trova spesso anche come ingrediente in diversi cosmetici. L’additivo viene impiegato nella produzione di caramelle, salse, prodotti a base di pesce e formaggio e molte altre tipologie di alimenti come colorante. Nei prodotti cosmetici, invece, viene utilizzato sia perché è in grado di conferire al prodotto una colorazione bianca sia per le sue proprietà assorbenti (è il caso delle creme per il cambio del pannolino, ciprie e trucchi, deodoranti e dentifrici). Il biossido di titanio è inoltre utilizzato nelle creme solari, come filtro solare per le sue capacità di riflettere le radiazioni UV: in questi casi riconoscerlo è semplice, in etichetta viene indicato come C.I. 77891 (quando usato come colorante) oppure con il nome di titanium dioxide”. L'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, starebbe rivalutando l’additivo, ma ribadisce sia fondamentale condurre ulteriori studi per comprendere quale possa essere la dose giornaliera “accettabile” in grado di non causare problemi sull'apparato riproduttivo.

Inserire nell’elenco delle sostanze potenzialmente cancerogene il biossido di titanio - e qualcosa di simile potrebbe capitare anche per il cobalto metallico -, taglierebbe fuori dal mercato Ue una quantità infinita di prodotti. Tale sostanza, oltre ad esser utilizzato come additivo nel settore dolciario e in quello farmaceutico, viene utilizzato anche nella produzione di vernici e cosmetici.
Per quanto riguarda il biossido di titanio, che potrebbe essere inserito nell’elenco delle sostanze cancerogene di tipo 1B, gli Stati Uniti accusano la Commissione di fare delle classificazioni sommarie, troppo generiche. A detta dei rappresentanti Usa l’Ue dovrebbe fare distinzione tra particelle fini, ultra fini e nano, e dunque fare delle deroghe per i prodotti il cui utilizzo non mette a rischio la salute umana.