Marmolada: procura Trento pronta ad archiviare sul crollo

di Adnkronos

Milano, 12 gen. (Adnkronos) - La procura di Trento è pronta a chiedere l'archiviazione dell'inchiesta sulla valanga della Marmolada del 3 luglio 2022 in cui hanno perso la vita 11 persone. Una decisione che arriva dopo l'attenta lettura della perizia in cui, già nelle indiscrezioni pubblicate a metà dicembre, si parlava di "evento imprevedibile". Nella relazione di 45 pagine - anticipata dal Corriere del Trentino - si evidenzia come il "gigante gelato" che abbraccia la Marmolada è malato da molto tempo: "In poco più di trent’anni ha più che dimezzato la sua estensione (...) in soli 10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio".

Quella di Punta Rocca, dove si è verificato il distacco, è una porzione che (dal 2012) a causa dei cambiamenti climatici si è separata dal ghiacciaio principale e dove si registra una condizione "di forte disequilibrio" perché la neve che dovrebbe perennemente coprire lo strato di ghiaccio, ormai scompare quasi del tutto sul finire dell’estate. Colpa dell’innalzamento delle temperature: la scorsa estate, a Punta Rocca "la temperatura massima ha raggiunto i 10,7 gradi centigradi", e questo provocò la fusione della neve: si stima che, in 24 ore, su una superficie di 22mila metri quadrati (tale è l’estensione della massa ghiacciata a scavalco tra Veneto e Trentino) "si sarebbero prodotti oltre 32mila metri cubi d’acqua". Eppure il caldo in alta quota "non può essere invocata come unica causa del crollo" visto che la temperatura "ha raggiunto sì un valore elevato ma certamente non eccezionale".

A provocate il distacco di quei 6.480 metri cubi di materiale, secondo i periti della procura, è stato un insieme di fattori. Il ghiacciaio in quei giorni era attraversato da 'bédière' (torrenti d’acqua) e negli strati più profondi erano presenti crepacci e fratture "che contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio e a facilitare l’infiltrazione delle acque di fusione". Condizioni di fragilità che non hanno profili di responsabilità. "Sulla base delle conoscenze disponibili l’evento non era prevedibile (...) non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un elevato rischio di crollo imminente". La relazione si conclude con un avvertimento agli escursionisti: "La dolorosa esperienza della Marmolada - scrivono i periti della procura - suggerisce cautela nel frequentare questi ambienti, soprattutto nei mesi più caldi".