Amianto all'Olivetti, sentenza ribaltata in appello: assolti i manager tra cui De Benedetti e Passera. L'ira del sindacato
Fiom-Cgil: "Un colpo di spugna inaccettabile. Siamo stupiti e amareggiati, un colpo di spugna così non ce lo aspettavamo"

La Corte d'Appello di Torino ha assolto tutti gli imputati del processo per le morti da amianto alla Olivetti di Ivrea. In primo grado fra i condannati c'erano i fratelli Carlo e Franco De Benedetti, ai quali furono inflitti 5 anni e 2 mesi. Per i giudici "il fatto non sussiste". Fra i 13 imputati c'era anche l'ex ministro Corrado Passera al quale in primo grado, nel 2016, erano stati inflitti un anno e 11 mesi di reclusione. Il processo riguardava casi di dipendenti dell'azienda eporediese che si erano ammalati o erano deceduti per il contatto con sostanze nocive sul luogo di lavoro.
Pg: "Faremo ricorso"
"Finché non saranno depositate le motivazioni non sapremo il perché di questa sentenza. Ma se emergeranno dei profili per l'impugnazione, la impugneremo. E daremo battaglia". E il commento del pg Carlo Maria Pellicano uno dei 3 magistrati che hanno sostenuto la pubblica accusa nella decisione della Corte di Appello di Torino sul processo Olivetti. "Per ora - ha concluso - noi e la difesa siamo sull'1-1".
Cade tesi su acceleratore malattie
Questa l'analisi che, nell'attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, viene fatta sia dall'accusa che dalla difesa.
"In pratica - spiega uno degli avvocati - il dirigente è considerato responsabile solo per i primi due anni di esposizione del lavoratore all'amianto. In questo caso De Benedetti è stato in carica a partire dal 1978 e i dipendenti erano stati colpiti dalla patologia in un periodo precedente. Se fosse accertata l'esistenza di un "effetto acceleratore" sarebbe diverso. Ma nella comunità scientifica non c'è un consenso unanime. E quindi la giurisprudenza non può tenerne conto".
Fiom-Cgil: "Un colpo di spugna inaccettabile"
"Siamo stupiti e amareggiati, un colpo di spugna così non ce lo aspettavamo - dice Federico Bellono, segretario generale della Fiom di Torino - leggeremo le motivazioni ma il messaggio è comunque devastante, perché decine di lavoratori sono morti per l'esposizione all' amianto in Olivetti e non hanno avuto giustizia". Per Bellono ai giudici è forse "mancato il coraggio" dopo la sentenza di primo grado, in tribunale a Ivrea, che, invece, aveva condannato tutti gli imputati. "Ovviamente questa tragica vicenda non può chiudersi in questo modo - aggiunge il sindacalista - altri procedimenti sono ai nastri di partenza: le famiglie delle vittime non meritano una tale scandalosa impunità".