A Reggio Calabria un bene confiscato diventa bene di comunità
Roma, 20 set. (askanews) - La recente inaugurazione dell'immobile confiscato nel centro storico di Reggio Calabria dimostra che esiste un'alternativa alla 'ndrangheta, ed è un'alternativa sana capace di creare posti belli, di generare inclusione sociale e sviluppo.Uno spazio comune di relazione recuperato dal Consorzio Macramè grazie al progetto "Impronte a Sud - Welfare Lab" sostenuto da Fondazione CON IL SUD e dalla Fondazione Peppino Vismara attraverso il bando congiunto per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie al Sud. L'edificio ospiterà servizi e attività per famiglie, persone svantaggiate e aziende, un centro di informazioni per i lavoratori del terzo settore, uno spazio di coworking, un centro organizzativo di progettazione e gestione delle emergenze sociali, uno sportello di prossimità a cui poter fare riferimento, un social point per accedere ai servizi socio-assistenziali, sociali e sanitari.
Ospiterà inoltre gli uffici di Banca Etica, mentre la terrazza è stata allestita per organizzare eventi di sensibilizzazione e promozione su welfare e comunità, iniziative culturali, disponibilità di postazioni di lavoro all'aperto.L'immobile assegnato al Consorzio Macramè nel 2017 dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria si trova a due passi dal Castello Aragonese, nel cuore di Reggio Calabria, tra i palazzi stile liberty. Era uno delle proprietà di Gioacchino Campolo, conosciuto come il "re dei videopoker". Utilizzato come dormitorio per i lavoratori irregolari che Campolo sfruttava nella sua masseria di Reggio Calabria, è stato recuperato dopo un lungo e faticoso lavoro di riqualificazione ideato dal laboratorio di ricerca Landscape_inProgress del Dipartimento Architettura e Territorio (dArTe) dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e realizzato dalla cooperativa sociale La Casa di Miryam, entrambi partner del progetto.www.conmagazine.it .