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Weber e Tajani spingono il PPE a guardare a destra. Famiglie politiche alle "grandi manovre"

Azzurri sempre meno centrali in Italia ma sempre più centrali in Ue. Matteo Salvini punge i popolari mentre Giorgia Meloni osserva

Ettore Maria Colombodi Ettore Maria Colombo   
Tajani-Weber-
Tajani e Weber (Foto Ansa)

Giorgia Meloni che guarda all’asse tra popolari e conservatori per scalzare i socialisti. Salvini che cerca una nuova collocazione europea, dato che quella ‘vecchia’ (cioè attuale) con Le Pen e Afd, gli va stretta, ma non la trova e finisce per litigare pure con i popolari. Azzurri sempre meno centrali in Italia ma sempre più centrali in Ue, con Tajani. Schlein che si muove a fatica tra i socialisti del Pse, tutti super-filoucraini e super-militaristi, ma consapevole che quel treno non lo può perdere. Azione e Italia Viva che litigano tra loro come pazzi in Italia ma che, in Europa, stanno tutti sotto il comune ombrello di Renew europe, cioè dei macroniani, unica possibile casa dei riformisti e dei liberali. M5s che non trova pace né identità. Per una vita s’è detto che la politica italiana era terribilmente ‘nazionale’, nel senso di modesta, e priva della necessaria visione larga (europea), ma mai come da qualche tempo a questa parte, anche in Italia, non si fa altro che parlare di gruppi e ‘famiglie’ politiche europee. E non solo perché, a giugno del 2024, si terranno le elezioni europee, che testeranno, per la prima volta dalle elezioni politiche, e su scala nazionale (con un sistema elettorale perfettamente proporzionale, peraltro), i consensi ai vari partiti a due anni (quasi) dalle elezioni politiche, con le ovvie ricadute sul quadro politico nazionale, ma anche perché la verità è che il quadro delle alleanze e delle famiglie politiche europee è diventato sempre più fondamentale anche per i destini dei partiti italiani e dei loro leader, specie di maggioranza.

L'iniziativa del Ppe a Roma

Ad adiuvandum, ecco il summit del PPE che, ieri, si è tenuto a Roma, non foss’altro che per sanare il vertice che si doveva tenere a febbraio a Napoli poi saltato per le critiche del Cavaliere a Zelensky che tanto avevano fatto infuriare i popolari in Ue. Obiettivo della lunga visita (due giorni) del presidente dei Popolari europei, Manfred Weber, è quello di rilanciare il PPE come partito guida del governo europeo. Meglio se alleato, in futuro, con i Conservatori e i liberali, senza i socialisti, ma anche ove l’alleanza col PSE dovesse restare. Certo è che, a un anno esatto dalle consultazioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, le grandi manovre cominciano proprio con la missione di Weber, principale sponsor dell'alleanza con i Conservatori, anche se contestato, in questo, anche dentro la sua Csu. Ieri sera la cena con il ministro degli Esteri Tajani (che del Ppe è vicepresidente) e il capo di Confindustria Bonomi, oggi due giorni due di seminario dal titolo eloquente: "Con i valori cristiani al centro: la classe dirigente per l'Europa di oggi e di domani" è l'invito alla partecipazione esteso a tutti i 177 europarlamentari del Ppe.

Il piano di Weber

Il piano cui Weber lavora è sempre quello: l'esportazione nell'emiciclo di Strasburgo della coalizione che governa in Italia. Ma l'obiettivo contingente è rimarcare il ruolo centrale di FI che, pur non essendo più centrale come una volta nello scacchiere nazionale, punta a riacquistare rilevanza in campo continentale: se il Ppe sarà il partito con il maggior numero di seggi, reclamerà la presidenza della commissione. Ruolo cui può ambire lo stesso Tajani, già presidente del Parlamento e commissario europeo e in Italia ufficiale di collegamento con Fdi e con la Meloni, che è la guida (nel senso di presidente) dell'Ecr. Gli altri nomi nella rosa, per la guida di un governo Ppe-Conservatori, sono quelli dell'attuale presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola (nome su cui punterebbe proprio Meloni) e del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, impegnato in nuove elezioni nazionali a luglio. Rilevanti in questo senso le parole di Tajani: "Forza Italia è centrale all'interno della famiglia del Ppe, in prospettiva anche delle elezioni europee. Faremo di tutto perché possa esserci un cambio di maggioranza, con una maggioranza formata da Popolari, conservatori e liberali".

Annullata la visita in Vaticano

Weber ha dovuto però annullare uno degli appuntamenti in programma e cui teneva molto: la visita in Vaticano, a causa dei problemi di salute del Papa. Né è previsto un confronto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che per una curiosa coincidenza ieri ha incontrato invece per un bilaterale il cancelliere tedesco Olaf Scholz che guida un alleanza di sinistra rosso-verde formata da Spd-Verdi-liberali, cioè le forze politiche che, sul piano continentale, sia Meloni che proprio Weber vogliono sconfiggere nel voto. Ma per Weber la presenza nella Capitale è l'occasione per illustrare proprio quel progetto che, seppur in fase inoltrata, è legato a diverse incognite. Trova perplessità sia all'interno della Cdu/Csu tedesca, sia in alcuni paesi dove governano i Conservatori come la Polonia.

Il Ppe chiude agli estremistri

Il presidente del Ppe è fautore di un accordo fra i popolari e la destra moderata, chiudendo ancora una volta agli estremisti, cioè alla destra di FN (le Pen), Afd (l’estrema destra tedesca) e alla Lega. Persino Silvio Berlusconi ha invitato Salvini, in una recente intervista, a liberarsi di alcuni alleati europei, in primis i tedeschi di Afd e i francesi di Le Pen, oggi tutti nel gruppo Identità e sovranità Il leader della Lega nei giorni scorsi ha dichiarato che un'adesione della Lega al Ppe "non è all'ordine del giorno" e ieri ha attaccato il PPE, dicendo che non prende ‘lezioni’ da chi, in Europa, sono anni che governa con i socialisti. Tajani sembra replicare a muso duro al suo collega vicepremier: "La possibile alleanza può essere fatta tra conservatori, liberali e popolari. Non è possibile fare un'alleanza con il gruppo di ID. La Lega è molto diversa da Afd e deciderà cosa fare, se rimanere in quella famiglia politica o fare altre scelte. Rispetto la volontà di quel partito e toccherà a loro decidere cosa fare. Siamo alleati in Italia, le questioni europee riguardano le famiglie europee". Più sfumata al momento la posizione di Weber: "Salvini nel Ppe? Il nostro obiettivo è lavorare sui contenuti, la gente non è interessata a questioni strategiche. La gente vuole soluzione ai propri problemi come l'inflazione e l'immigrazione illegale, ed è questo a cui lavoriamo". Anche se il presidente Ppe avverte: "Chiunque sarà nostro alleato in futuro dev'essere convinto di voler partecipare a un progetto comune di rafforzamento dell'Europa. È solo l'unità che può far fronte a temi come migrazioni, la sfida con la Cina e la guerra in Ucraina".

La situazione in Spagna che in Polonia

Ma se il cantiere del centrodestra europeo è aperto, l'esito di questa operazione che dovrebbe ribaltare a Bruxelles l'asse fra popolari e socialisti dipenderà molto anche dal risultato delle elezioni nazionali che si terranno, in autunno, sia in Spagna che in Polonia. E qui i problemi si moltiplicano: in Spagna il Partito popolare, per ora, è concorrente di Vox, alleato ai Conservatori e nel cuore della Meloni, l’idea che governino insieme, scalzando i socialisti, per ora è utopica. In Polonia, gli alleati della Meloni, i nazionalisti di Pis conducono una battaglia serrata contro i liberali della Piattaforma civica di Tusk, che fa parte del PPE e dove i nazionalisti oggi al governo non vengono certo visti di buon occhio. Insomma, il gioco è a incastro e affatto facile.

Impossibile alleanza con il gruppo ID

Ovviamente, ieri Weber e Tajani hanno volato alto: “i nostri comuni valori cristiani sono alla base dell'identità europea” hanno detto entrambi: Resta l'obiettivo comune: riproporre "il modello italiano" anche in Ue. La prospettiva è condivisa da tutti. Tuttavia, tra FI e Lega, scoppiano scintille. Al voto europeo manca un anno, ma nel centrodestra è già clima di campagna elettorale. Tajani è netto nel segnare i confini politici dell'intera operazione: "La possibile alleanza può essere fatta tra conservatori, liberali e popolari. Non è possibile - chiarisce il coordinatore azzurro - fare un'alleanza con il gruppo di ID (il gruppo a cui è iscritto il partito di Salvini). La Lega è molto diversa da Afd e deciderà cosa fare, se rimanere in quella famiglia politica o meno". Weber punta un paletto contro ogni deriva euroscettica: "Il Ppe combatte per un'Europa più forte. Chiunque sarà nostro alleato in futuro dev'essere convinto di voler partecipare a un progetto comune di rafforzamento dell'Europa".

La replica di Salvini

Immediata arriva la replica piccata del partito di Matteo Salvini: "I Popolari, quelli che da decenni mal governano in Ue a braccetto con socialisti e sinistra? No, grazie", dichiarano gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Id, e Marco Campomenosi, capo delegazione Lega. "Dobbiamo prendere atto, forse, che il Ppe preferisce continuare il cammino con Macron e le sinistre e la maggioranza Ursula. La Lega è al lavoro per cambiare questa Ue che non funziona, partendo proprio da quelle regole che colpiscono l'Italia che socialisti e popolari hanno promosso e votato in questi anni". In questo clima di 'competition is competition', si inserisce la notizia che una delegazione di Id, a Madrid, ha incontrato i vertici di Vox, partito alleato di Meloni. Ma al di là di quello che accadrà nei prossimi mesi, la notizia è che Manfred Weber e Antonio Tajani, aprendo la due giorni di studio dal titolo 'Con i valori cristiani al centro', archiviano definitivamente i dissapori tra i vertici della famiglia popolare europea e Silvio Berlusconi, dell'inverno scorso, su Zelensky. Un gelo che però ormai è un lontano ricordo, sciolto dal sole cocente che batte sulla Capitale. Un calore non solo atmosferico, ma anche politico, che vede il presidente del Ppe e il ministro degli Esteri italiano in totale sintonia in vista delle prossime europee, che si terrano esattamente tra un anno.

L'obiettivo comune

L'obiettivo comune resta sempre quello: creare una nuova maggioranza formata da popolari, conservatori e liberali, in grado di isolare i socialisti e portare al governo, anche a Strasburgo, quel centrodestra che sta conquistando, una dopo l'altra, tante cancellerie europee. "Dopo il voto in Grecia, in Irlanda, anche al Nord, siamo andati bene: speriamo - aggiunge Weber - che anche in Spagna il prossimo premier sia Feijoo. Ciò vuol dire che il nostro approccio sta vincendo". Concetto ribadito dal ministro degli Esteri: "Faremo di tutto per avere un cambio anche in Europa con una maggioranza formata dai popolari, i conservatori e i liberali, alternativa alla sinistra". Un'alleanza che però non interessa al gruppo Renew Europe: "Quella che sogna Tajani in Europa - commenta l'eurodeputato Nicola Danti - è la maggioranza Giorgia che a noi non appartiene. Tajani sa bene che non riuscirà ad abbattere il Muro di Varsavia che divide popolari dai conservatori. Il Ppe non sarà disponibile a sacrificare i suoi valori pur di garantirsi le poltrone". E se anche la stessa Metsola, oltre che Gentiloni, provano a buttare acqua sul fuoco, assicurando che “l’alleanza tra popolari e socialisti non è opportunistica” e che “faremo di tutto per mantenere in piedi l’alleanza”, qui, però, si sbaglia Danti perché, in Europa come in Italia, per ottenere le poltrone si fa qualsiasi cosa. Anche ribaltare alleanze storiche. In questo, anche gli europei sono molto ‘italiani’, anzi: ‘italianissimi’… se la Metsola, o Weber, potranno agguantare nuove e migliori ‘poltrone’ sacrificheranno a esse ogni ‘ideale’…

 

 

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