Si vota in Sardegna: primo test per la tenuta del governo gialloverde
Cittadini chiamati ai seggi per le suppletive alla Camera in seguito alle dimissioni di Andrea Mura del M5s

Occhi puntati sulle urne in Sardegna: domenica si vota per le elezioni suppletive alla Camera in seguito alle dimissioni mesi fa di Andrea Mura (M5S), il deputato velista travolto dallo scandalo per l’assenteismo a Montecitorio. Non si tratta di un appuntamento di secondo piano, anche se la competizione per il seggio vacante è circoscritta al collegio cagliaritano: poco più di 240 mila elettori, nell’area urbana più popolata dell’isola, dove il voto d’opinione conta e dove si traccia il trend per l’andamento delle urne in vista delle Regionali del 24 febbraio. In lizza, per la prima volta, un centro destra a trazione leghista-sardista (non è stata Forza Italia a scegliere il nome del candidato governatore Solinas, Psd'Az) ed un centro-sinistra fortemente ridimensionato ma guidato dall’astro nascente di Massimo Zedda, da tempo nel pantheon nazionale dei “sindaci arancioni”. Si presentano per la prima volta alle regionali anche i Cinquestelle, con Francesco Desogus che tenta il recupero dopo l’inaspettato cambio in corsa con Mario Puddu. Molto dipenderà anche dai movimenti “secondari” degli altri competitors, portatori di proposte marcatamente identitarie (Mauro Pili, Paolo Maninchedda) o di sinistra-sinistra (Andrea Murgia, che con Autodeterminatzione si pone a metà strada fra l’autonomismo e la sinistra, e Vindice Lecis, SI).
Sardegna, termometro politico nazionale
Ma dal voto regionale in Sardegna potrebbero arrivare segnali anche sul trend politico a livello nazionale: si tratta infatti del primo vero test elettorale sulla tenuta del governo giallo-verde, dato che le ultime regionali in Molise furono celebrate poco dopo le elezioni del 4 marzo scorso. Lo sanno bene i grandi big romani, scesi in passerella nelle scorse settimane per supportare i loro rispettivi candidati: a cominciare dai due vice premier Di Maio e Salvini, che hanno puntato tutto sulle piazze, per finire con Silvio Bersusconi che ha preferito i gazebo e una visita lampo allo storico “Bar Mariuccia” nell’hinterland cagliaritano, vero tuffo nello stra-paese locale.
Una partita ancora aperta
Attenzione altissima dunque sulle supplettive e sulle regionali sarde. Del resto L’isola è sempre stata un laboratorio-campione, capace di anticipare o di confermare le tendenze nazionali: è stato così nel 2009, quando la sconfitta di Renato Soru ricandidato al secondo mandato trascinò le dimissioni del segretario Pd Veltroni, ed anche nel 2014 quando il centro-sinistra di Francesco Pigliaru vinse sull’onda lunga della rimonta dem nel paese. Cosa succederà nella tornata 2019? Il trend sardo ancora una volta sembra andare di pari passo con quello nazionale, sulla scia del consenso trascinante della Lega di Salvini. Ma al di là dell’apparenza, la tenuta della coalizione di centro-destra non è scontata, con i forti malumori tra FI e Lega per la scelta del candidato sardista Solinas, benedetto solo ex post e per cause di forza maggiore dal triumvirato romano di cui fanno parte, insieme al leader leghista lo stesso Berlusconi e la leader di FdI Giorgia Meloni. E anche la Lega locale ha problemi di tenuta: la gestione delle candidature nei territori accentrata nelle mani del commissario regionale Eugenio Zoffili non è piaciuta dentro i ranghi del partito, soprattutto nel nord dell’isola, dove si contano parecchie defezioni. La partita è ancora apertissima dunque, con un centro-sinistra in rimonta ed un Movimento Cinque Stelle per ora terzo fra i tre principali blocchi, ma con segnali di recupero dopo la calata dei “big” pentastellati nell’isola.
Domenica le suplettive
Partita apertissima anche per le suplettive: alle politiche del 4 marzo 2018 il Movimento aveva ottenuto in Sardegna un vero exploit, superando il 42% (38% nel solo collegio di Cagliari chiamato al voto), ben 11 punti in più del centrodestra che, con l'alleanza Lega-Forza Italia, era andato oltre il 31%, mentre il centrosinistra con il Pd si era fermato al 17%. Quattro gli sfidanti in corsa: per il centrodestra l'unica donna tra i candidati, Daniela Noli, 42 anni, ex dipendente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale; per i pentastellati, che hanno rischiato di non partecipare alla consultazione a causa di un vizio formale contestato al momento della presentazione delle candidature, c'è l'ingegnere ambientale e assessore al Comune di Carbonia Luca Caschili, 46 anni; per CasaPound Enrico Balletto, 45 anni, allenatore di pallavolo e già candidato nell'uninominale al Senato in occasione delle ultime politiche; per il centrosinistra il giornalista di 62 anni Andrea Frailis. Seggi aperti nella sola giornata di domenica 20 dalle 7 alle 23. Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura delle urne.