Verso il Colle: chi può essere eletto e come votano i "grandi elettori". Numeri e precedenti
Scrutinio segreto e seduta unica: il 24 gennaio si vota per il Presidente della Repubblica. I casi: Einaudi e Ciampi transitarono dalla Banca d'Italia, mentre Cossiga fu l'unico presidente del Senato a salire al Colle

Gli unici due presidenti della Repubblica eletti al primo scrutinio sono stati Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi. Quello con la maggioranza più ampia è stato invece il presidente partigiano, Sandro Pertini, mentre l'unico ad essere stato eletto per due mandati è Giorgio Napolitano. I trascorsi dalla prima Repubblica ad oggi ci dicono che la strada verso l'elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale può essere lunga e tortuosa. Mantenendoci sui trascorsi è interessante sapere che per eleggere Giovanni Leone nel 1971 servirono 23 votazioni: un cammino lungo e, almeno in quel caso, tortuoso. Tanto più che le regole anti Covid impongono protocolli precisi perché la votazione avvenga in sicurezza. Cosa succederà a partire dal 24 gennaio, giorno di convocazione delle Camere in seduta comune, incomma è pagina tutta da scrivere.
"Può essere eletto presidente della Repubblica - spiega l'articolo 84 della Costituzione - ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici"
I grandi elettori, ovvero coloro che sono chiamati a eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che dura in carica 7 anni, sono 1009, di cui 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali. La Costituzione all'articolo 83 parla infatti di Parlamento in seduta comune integrato da tre delegati per ogni Regione. Ma è l'ultima volta che l'elezione avverrà con questi numeri: dalla prossima legislatura infatti il Parlamento sarà dimezzato e lo saranno anche i futuri "grandi elettori".
I grandi elettori, il voto
Il voto avviene a scrutinio segreto e con maggioranze precise indicate sempre dalla Carta costituzionale. Le prime tre votazioni prevedono infatti una maggioranza dei due terzi degli aventi diritto perché il presidente sia eletto. Al contrario, a partire dal quarto scrutinio basterà la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno dei votanti.
Ogni scrutinio sarà seguito dallo spoglio dei voti che verranno letti dal presidente della Camera che, a norma di Costituzione, presiede il Parlamento in seduta comune. Non verranno lette invece le schede individuate come nulle per evitare il controllo dei voti. Nell'elezione del presidente della Repubblica infatti non sono previste candidature e nemmeno dichiarazioni di voto. Interessante notare che la seduta che elegge il Capo dello Stato è unica, ragion per cui l'assemblea non verrà sciolta fino alla avvenuta elezione.
I numeri dei presidenti
E' evidente che l'elezione immediata o tardiva del Capo dello Stato dipende dall'accordo che le forze politiche riusciranno a raggiungere. Un nome condiviso avrà possibilità di venire eletto entro i primi quattro scrutini mentre un nome più di parte dovrà penare non poco e attendere le votazioni successive. Solitamente il presidente della Repubblica è un parlamentare in carica o ex. Solo Carlo Azeglio Ciampi, che pur aveva ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio e ministro dell'Economia, non era mai passato attraverso l'elezione a una delle due Camere. Solo due sono arrivati al Quirinale dopo essere stati governatori della Banca d'Italia: oltre lo stesso Ciampi, Luigi Einaudi.
Possibile la rielezione?
Quattro sono invece i presidenti della Camera (terza carica dello Stato) che sono poi saliti al Colle: Gronchi, Leone, Pertini, Scalfaro e Napolitano. Dalla presidenza del Senato al Quirinale è saltato solo Francesco Cossiga.
"Leone ripropose la sollecitazione (già sottolineata dal Presidente Segni), di introdurre la non rieleggibilità del presidente della repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco"
Così disse Sergio Mattarella l'11 novembre del 2021 manifestando la sua contrarietà a una possibile rielezione. Il dibattito sulla questione della ricandidabilità è aperto. Fino ad ora, come accennato, solo Napolitano ha accettato un secondo incarico mentre Ciampi chiamò in causa la prassi costituzionale contro la rieleggibilità del Capo dello Stato.