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[Il ritratto] L’uomo Mediaset che ha scalato i Cinque Stelle. Ecco chi è Carelli, la carta segreta per un accordo con il centrodestra

Se c’è un volto che più di tutti rappresenta la nuova immagine dei Cinque Stelle, più governativa e meno di rottura, sempre meno prigioniera della logica del dogma e del furore, questo è quello di Emilio Carelli, un giornalista diverso da tutti gli altri, molto educato, raffinato, ottima cultura e tre lingue

Emilio Carelli (Ansa)
Emilio Carelli (Ansa)

I Cinque Stelle hanno già il nome giusto per il piano B e fare un governo con l’appoggio anche di Forza Italia: Emilio Carelli. Uno che si è avvicinato al Movimento in tempi non sospetti, dopo il 2011, prima dei grandi successi elettorali, ma che non ha mai rinnegato i suoi editori, Berlusconi e Murdoch. In fondo, se c’è un volto che più di tutti rappresenta la nuova immagine dei Cinque Stelle, più governativa e meno di rottura, sempre meno prigioniera della logica del dogma e del furore, questo è quello di Emilio Carelli, un giornalista diverso da tutti gli altri suoi colleghi, molto educato, abbastanza raffinato, ottima cultura e buoni libri, tre lingue in carniere, inglese tedesco e pure l’italiano, che non guasta, mai aggressivo e mai un insulto in tutta la sua vita. Non sembra quasi un giornalista. Luigi Di Maio l’aveva messo nella lista dei candidati per la presidenza della Camera, ma appena hanno trovato i primi accordi sulla suddivisione degli incarichi con il centrodestra, lui si è tirato indietro. E la cosa è parsa quantomeno un po’ strana: considerando i rapporti che Carelli ha mantenuto con Forza Italia e i suoi vertici, il nome sembrava davvero quello giusto. Non sarebbe stato male. Solo che sarebbe stato strano: perché a un presidente come lui, così diverso da quelli che l’hanno preceduto, refrattario a qualsiasi rissa di piazza o di cortile, sarebbe stato impossibile voler male comunque la pensi. A meno che...

Un ministero per lui

Il nome di Carelli potrebbe essere speso adesso anche per un posto da ministro, se non qualcosa di più. Lui è un signore al quale è quasi impossibile voler male. E’ stimato a destra come a sinistra. Solo fra qualche suo ex collega giornalista può trovare qualche inciampo, ma lui ha già saputo perdonare. L’ex direttore del Tg di Sky e vicedirettore del Tg5 di Mentana, è uno di quelli di lungo corso - 65 anni, da Crema - e nella sua traversata ha conosciuto anche lui alti e bassi, tranelli e nemici. Solo che è così buono che li chiama tutti amici, come quella volta che confessò al Corriere della Sera di aver pagato per ritirare delle foto che lo ritraevano mentre usciva da un ristorante non in compagnia della sua compagna e madre dei suoi figli: «Mi hanno chiamato un paio di direttori amici di periodici e mi hanno detto che giravano alcune mie fotografie. Guarda, noi le pubblichiamo. Se vuoi recuperarle, le puoi comprare...». Alla faccia degli amici.

L’intesa con Di Maio

Quelli che lo conoscono meglio, invece, non gli chiedono di pagare delle fotografie corredate magari da didascalie poco amichevoli. Piuttosto non riescono a capacitarsi ancora della sua adesione ai Cinque Stelle, come la Cesara Buonamici, che ha lavorato per molti anni con lui gomito a gomito: «Enrico Carelli grillino sinceramente mi ha stupito». Dice di averlo chiamato per avere spiegazioni: «E mi ha detto "Cesara ci credo, è una bella avventura"». In ogni caso, la liaison tra Di Maio e Carelli non è certo nata l’altro ieri, solo in vista delle elezioni. Il giornalista ha rivendicato in una intervista alla televisione di essere stato il primo nel 2007, quando era direttore di Sky, ad aprire le porte del Tg24 a Beppe Grillo per ascoltare le sue idee e i suoi progetti senza trattarlo come un comico caduto per caso nell’agone politico. Il candidato premier ha pure raccontato senza difficoltà che Carelli, soprattutto dal luglio 2011, quando ha ceduto la conduzione del telegiornale a Sarah Varetto, ha sempre partecipato agli avvenimenti più significativi del Movimento.

Il militante sobrio

In pratica, scrive il Foglio, «è stato un militante mai appariscente, ma costante». Alla resa dei conti, il suo ruolo è apparso da subito non secondario. Sarà lui a dover tenere i contatti con Forza Italia e i suoi vertici, da Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Ma non solo, perché l’ex direttore di Sky potrebbe offrire una sponda anche verso il Vaticano, essendo stato a lungo docente all’Università Lateranense. Eppure i colleghi a lui più vicini continuano a non nascondere il loro stupore. Se Giorgio Mulé, neo deputato di FI dopo aver lasciato la poltrona da direttore di Panorama, sottolinea che Carelli non ha mai «abiurato i suoi ex editori Berlusconi e Murdoch che per i grillini sono sempre stati e sono tuttora i più grandi manipolatori dell’informazione», Alessandro Banfi, ex vicedirettore del Tg5, confessa semplicemente di «essere rimasto molto sorpreso dalla sua scelta». Anche perché il ritratto che fa di Carelli non è proprio quello classico di un pasionario dei Cinque Stelle: «Ha un bon ton da prima Repubblica, equilibrato, secchione, istituzionale, moderato. Ha realizzato da zero una redazione a Sky, e potrà fare bene anche il Presidente della Camera. La sua storia è anche il segno che le ideologie non sono più importanti».

La carriera

La sua è stata una carriera costruita con l’impegno e i modi sempre molto gentili. Laurea in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e poi studi e aggiornamenti negli States. Entra a Fininvest nel 1980, come collaboratore al notiziario di Canale 5. E da lì comincia a salire, prima nella redazione di Canale 5 News, e poi via via a Buongiorno Italia, Monitor e Speciale Canale 5. Dal 1992 è vicedirettore e volto del Tg5 e dal 2000 direttore vicario di Tgcom fino al 2003. Nuova direzione a Sky Tg24, dal 6 giugno dello stesso anno. Passa la mano nel 2011 e adesso è arrivato alla Camera. Prima di candidarsi ha annunciato su fb la sua scelta: «Cari amici, nei giorni scorsi ho deciso di iscrivermi al Movimento Cinque Stelle e di candidarmi per le prossime elezioni. Da diversi mesi, mi sono avvicinato al Movimento, conquistato da una forza politica giovane che si ispira a principi come l’onestà, la trasparenza, il merito e la competenza, negli ultimi anni rari a trovarsi in politica. Da osservatore esterno ho anche apprezzato la serietà e l’impegno con cui hanno cercato di affermare tutti questi valori in Parlamento». La prossima tappa potrebbe essere un ruolo nel governo. Parla benissimo l’inglese, avendo studiato negli States, e il tedesco, come ha spiegato quella volta che raccontò l’intervista al criminale nazista Erich Priebke, capitano delle Ss, raggiunto al telefono: «Me lo passò sua moglie e conoscendo la sua lingua riuscii a parlarci a lungo». Ma non sono queste le cose che servono per salire allo scranno dove potrebbe candidarlo Di Maio. Forse, contano di più i suoi rapporti con l’altra faccia del voto. Dagospia dice che ha già incontrato Gianni Letta. Sul tavolo un lavoro di mediazione, perché le tv del Cavaliere non partano all’attacco dei Cinque Stelle: come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Per il resto, futuro e alleanze, possiamo solo fare delle ipotesi. Certo è che dopo quell’incontro Berlusconi ha cambiato completamente atteggiamento. Ha chiesto scusa ai suoi per aver sbagliato campagna elettorale, e già questo sembra incredibile: «E’ stato un errore attaccare i Cinque Stelle, dandogli degli sfaticati che non hanno mai lavorato in vita loro». Ma poi s’è messo addirittura a studiare Di Maio. Segue tutte le sue dichiarazioni, lo guarda appena può in televisione e sul web. «Questo ha 31 anni?», ha chiesto ai suoi fedelissimi. «Ma lo sapete che è bravo?». Non è che aveva ragione Carelli? 

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno, giornalista parlamentare   
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