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[Il reportage] Migranti e rifugiati: la commissione Ue per i diritti umani dice no ai respingimenti indiscriminati

Somiglia molto ad un messaggio diretto al ministro dell’interno italiano Matteo Salvini la bozza di raccomandazione “Sul fenomeno migratorio e sullo stato dei rifugiati nel Mediterraneo” presentata a Cagliari dalla Commissione per gli affari politici, sicurezza e diritti umani dell’Assemblea Euromediterranea AP-Upm, che riunisce istituzioni, organismi per i diritti umani e delegazioni parlamentari dei 28 paesi UE e altri 15 paesi mediterranei. “La migrazione internazionale, se opportunamente controllata” sottolinea il documento “può contribuire allo sviluppo socio-economico dei paesi di accoglienza”

Paola Pintusdi Paola Pintus, editorialista   
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Il Mediterraneo torni ad essere un mare di opportunità e di scambi, non una barriera fra i popoli. L’Europa non costruisca muri, ma ponti contro la miseria, il sottosviluppo, l’instabilità che spinge milioni di persone a lasciare la propria terra per cercare un altrove migliore. Davanti al fenomeno epocale delle migrazioni la soluzione non può essere solo unilaterale e securitaria. Serve invece un approccio coordinato e globale dell’Europa, in grado di dare risposte alle paure dei cittadini con una gestione solidale e rispettosa dei diritti umani universali, che vanno tutelati “a prescindere dallo status giuridico” di chi arriva nel nostro continente. 

Migrazione controllata

Somiglia molto ad un messaggio diretto al ministro dell’interno italiano Matteo Salvini la bozza di raccomandazione “Sul fenomeno migratorio e sullo stato dei rifugiati nel Mediterraneo” presentata a Cagliari dalla Commissione per gli affari politici, sicurezza e diritti umani dell’Assemblea Euromediterranea AP-Upm, che riunisce istituzioni, organismi per i diritti umani e delegazioni parlamentari dei 28 paesi UE e altri 15 paesi mediterranei. “La migrazione internazionale, se opportunamente controllata” sottolinea il documento “può contribuire allo sviluppo socio-economico dei paesi di accoglienza”. Occorre “favorire una conoscenza effettiva e oggettiva del fenomeno migratorio e dei relativi benefici comuni, onde contrastare populismi e xenofobia”. E’ necessario adottare “a livello globale, nazionale e locale politiche di medio-lungo termine e non guidate da considerazioni elettorali nazionali”. Ed ancora: “I trattati internazionali in materia di diritti umani riconoscono i diritti di tutti gli esseri umani” - a prescindere quindi dallo specifico riconoscimento dello status di rifugiato o di migrante economico- “e obbligano gli stati a rispettarli, ivi compreso il principio di non respingimento”.

Il regolamento di Dublino

Il documento esprime infine “preoccupazione per il fatto che i migranti e i rifugiati siano sottoposti a detenzioni arbitrarie e maltrattamenti e che la detenzione deve essere limitata ai casi di assoluta necessità”. I migranti inoltre hanno il diritto di “non essere respinti in un paese in cui rischiano maltrattamenti o torture o in paesi che abbiano aderito alla Convenzione di Ginevra”. L’Europa, d’altro canto “deve modificare il vigente regolamento di Dublino per includervi un meccanismo permanente e vincolante di distribuzione dei richiedenti asilo tra gli stati membri, secondo una chiave di ripartizione equa e obbligatoria, tenendo conto al contempo delle prospettive di integrazione, delle esigenze e delle situazioni specifiche degli stessi richiedenti asilo”.

L'assemblea in Sardegna

La proposta di risoluzione, discussa dai delegati dei paesi mediterranei nella inedita location del Consiglio Regionale sardo, sarà poi approvata in via definitiva nel mese di gennaio, a Bruxelles. L'assemblea euromediterranea non ha responsabilità di governo ma ha certamente la responsabilità di promuovere e indirizzare le politiche del parlamento europeo, influenzare le politiche comuni e l’opinione pubblica nei rispettivi paesi d’origine”, spiega Renato Soru, eurodeputato Pd e presidente della Commissione per gli affari politici, sicurezza e diritti umani dell’Assemblea. La scelta di tenere la riunione in Sardegna non è casuale: “L’isola si trova fisicamente al centro del Mediterraneo e rappresenta da sempre un crocevia di genti e culture provenienti da tutta l’area”, spiega ancora Soru.  “Quest’isola può rappresentare un modello di pace e di convivenza possibile. Ecco perché la Commissione ha scelto di presentare qui la propria proposta. E’ anche un modo per di uscire dalle aule istituzionali e per provare a portare nei territori un pensiero mediterraneo”. Se la bozza di raccomandazione venisse approvata così è si avrebbe un punto molto avanzato di discussione da portare a dibattito europeo. Il problema è che in questo momento si assiste ad un arretramento generalizzato rispetto a questi temi, come si è visto nell’ultima riunione informale a Salisburgo, soprattutto in relazione all’obbligatorietà dell’accoglienza pro quota. “Il dibattito europeo è fatto di molti luoghi”, commenta Soru. C’è il Parlamento Europeo, ci sono i parlamenti nazionali, le riunioni tra ministri come a Salisburgo e c’è l’Assemblea dei parlamenti europei e mediterranei. E’ evidente che siamo in una fase di passaggio in cui i punti di vista sono tanti. Ma non c’è una emergenza migranti: il fenomeno va interpretato come una storia nuova con cui dovremo imparare a confrontarci e dopo una prima reazione rappresentata dalla paura, sono fiducioso perché nel prossimo futuro ci sia un momento di maggiore comprensione e di saggezza”.

La ricerca di una soluzione condivisa

Un tema che, a giudizio della parlamentare algerina Abdallah Khiat, riguarda sì l’Europa ma soprattutto i paesi del Nord Africa, anch’essi interessati da imponenti flussi in arrivo dall’area Sud del Sahara: “C’è un flusso enorme di immigrati africani che vengono verso i paesi del nord dell’Africa e da lì cercano di attraversare il mare per arrivare in Europa. Durante gli ultimi incontri che abbiamo avuto tra sponda nord e sponda sud abbiamo cercato di trovare una soluzione condivisa. Questa soluzione non deve danneggiare nessuno: né i migranti, né i paesi di partenza, di transito o di destinazione dei migranti. Abbiamo sentito parlare molto dell’odissea delle migrazioni in cui molti perdono la vita nel deserto o in mare. Noi cerchiamo una soluzione positiva. La risoluzione che abbiamo discusso contiene tutti questi punti”.

Paola Pintusdi Paola Pintus, editorialista   
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