Guerra in Ucraina, la politica italiana reagisce compatta, ma è una finzione
Il governo è compatto sulla condanna dell’aggressione e sulla solidità delle alleanze europee ed atlantiche, ma ci sono tensioni Lega-Pd. Il tema dividente restano le sanzioni
La politica italiana reagisce solo formalmente compatta di fronte all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin. Il governo, in realtà, è compatto: la condanna dell’aggressione è ferma e la solidità delle alleanze europee ed atlantiche anche, ma le differenze covano sotto la cenere di un attacco proditorio, quello delle forze armate russe, che non riesce a nascondere gli antichi legami di alcuni partiti (Lega in testa, ma anche i 5Stelle) con la Russia e che provocano una levata di scudi soprattutto a sinistra, soprattutto dal Pd. Ma meglio procedere con ordine.
La riunione straordinaria del Consiglio supremo di Difesa
Ieri mattina, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riunito al Quirinale in via straordinaria il Consiglio supremo di Difesa (ne fanno parte il premier Draghi e i principali ministri, nonché il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone) per ribadire il pieno sostegno della Repubblica italiana all'Ucraina e ufficializzare la linea dura contro la Russia di Putin. Mattarella, oggi, sarà a Norcia, in mezzo ai terremotati, e sabato in una delle più grandi e note periferie romane, quella di Corviale, per presenziare a una partita di calcio ‘sociale’. Dovevano essere le prime due uscite pubbliche del vecchio/nuovo Capo dello Stato, dopo la sua elezione, ma la crisi in Ucraina bussa alle porte. Il comunicato che esce dalla riunione di un organismo poco noto, ma nevralgico, per il nostro Paese, quando c’è di mezzo una guerra, il Consiglio supremo di Difesa che si riunisce, normalmente, non più di un paio di volte l’anno, ma di cui Mattarella aveva deciso in mattinata di procedere alla convocazione d'urgenza, è fermo.
“Nell'affrontare – si legge - la crisi in atto, l'Italia manterrà uno stretto raccordo con i propri partner in tutti i principali consessi internazionali. Insieme con i paesi membri dell'Unione europea e gli alleati della Nato è indispensabile rispondere con unità, tempestività e determinazione. L'imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede l'Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all'Unione Europea” recita il comunicato. Una presa di posizione ferma, secca, dura, che continua così: “Si esprime la più ferma condanna per l’ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, che rappresenta una grave e inaccettabile violazione del diritto internazionale e una concreta minaccia alla sicurezza e alla stabilità globali”.
A Putin si chiede “l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina” e, allo stesso tempo, si “ribadisce il pieno sostegno all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina, Paese europeo amico e democrazia colpita nella sua sovranità. La Repubblica italiana esprime massima vicinanza e solidarietà al popolo ucraino e alle sue legittime istituzioni, alle vittime e alle tante persone che ne soffriranno le conseguenze”.
Nel Consiglio supremo di Difese si decide anche che “nell’affrontare la crisi in atto si manterrà uno stretto raccordo con i propri partner in tutti i principali consessi internazionali. Insieme con i paesi membri dell’Unione europea e gli alleati della Nato è indispensabile rispondere con unità, tempestività e determinazione”. Perché l’Europa non precipiti “improvvisamente in un vortice di guerre, è necessario agire con forza e lungimiranza per ristabilire il primato del diritto internazionale e la salvaguardia dei principi e dei valori che hanno garantito pace e stabilità al nostro continente”. Insomma, la linea tracciata dal governo e dal Capo dello Stato è netta: ribadisce il sistema delle alleanze internazionali dell’Italia, condanna l’invasione russa, reclama l’integrità dello Stato ucraino, appoggia le sanzioni contro la Russia. Più chiaro di così.
Il lavoro di Draghi e della nostra diplomazia
Ma cosa sta facendo, contemporaneamente, il premier Draghi? Il presidente del Consiglio ieri mattina ha presieduto il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), dopo il Consiglio dei ministri ha visto i giornalisti, poi alle 15 ha partecipato alla riunione del G7 in videoconferenza e, alle 16,30, alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo del Quirinale. Infine, alle 20 il premier è volato a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario e oggi il premier sarà a Montecitorio alle 10.30, a Palazzo Madama alle 12.30. La linea di Draghi, pur da sempre cauto sulle sanzioni, è altrettanto chiara: ferma condanna dell’invasione, linea atlantista ribadita, sanzioni confermate. Cancellato anche ogni possibilità di vertice bilaterale con Putin, come ha ribadito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, fino a che le ostilità e l’invasione non cesseranno.
La (finta) fermezza dei Paesi nella condanna alla Russia
Non così nette e chiare sono le posizioni dei partiti, però, specie di alcuni, Lega e 5S in testa.
“Inaccettabile". La condanna della politica italiana all'invasione russa dell'Ucraina è, formalmente, bipartisan, anche se non mancano polemiche tra i partiti sui toni delle prese di posizione. Nel giorno della decisione di Putin di aprire il conflitto, tutti i partiti chiedono a Mario Draghi di riferire al più presto in Parlamento. L'appuntamento per l'informativa urgente del premier alla Camera è fissato oggi alle ore 10.30. Subito dopo andrà al Senato mentre martedì ci saranno le comunicazioni del premier alle Camere e il successivo voto sulle risoluzioni parlamentari. Ma i partiti, in questi giorni, si sono divisi, già in Parlamento, sulla crisi tra Russia e Ucraina. Il Pd punta a 'stanare' la Lega, ribadisce la linea del no a ricatti e ad ambiguità e indica che serve una condanna forte nei confronti del presidente russo Putin. Letta nel pomeriggio si reca davanti all'ambasciata russa, per protestare sulla decisione di Mosca di invadere l'Ucraina. “Aspettiamo il presidente del Consiglio domani (cioè oggi, ndr.) in Aula”, scrive su twitter il segretario dem. “Chiediamo - osserva - che ci sia una riunione del Parlamento che prenda una posizione chiara e tutti si esprimano senza ambiguità. Le sanzioni sono la prima misura: si stringa un cordone attorno alla Russia. I comodi terzismi son stati spenti dalle bombe di Putin; ora è o di qua o di là”. Dunque, “basta guardare al dibattito domestico italiano. Ci siano sanzioni senza precedenti”.
Il Pd accusa la Lega: sulla Russia siete ambigui
La verità è che il Pd accusa la Lega di mantenere un atteggiamento ambiguo sulla Russia. Manca, per i dem, una "ferma condanna" di Mosca. Letta e i suoi dirigenti puntano il dito sulla dichiarazione 'a caldo' rilasciata da Matteo Salvini sull'inizio delle ostilità che era questa: "La Lega condanna con fermezza ogni aggressione militare, l'auspicio è l'immediato stop alle violenze. Sostegno a Draghi per una risposta comune degli alleati". Parole che, tuttavia, non contenevano alcun riferimento a Vladimir Putin e alla Russia e che, perciò, tornano ad alimentare i sospetti dem su una presunta 'simpatia' dei leghisti nei confronti del Cremlino. Un sospetto che viene rilanciato sui social degli alti esponenti Pd sotto forma di una fotografia di qualche anno fa che ritrae Matteo Salvini con indosso una maglietta che reca l'immagine di Putin. "E' il momento dell'unità del nostro Paese, non si può mettere in gioco la libertà, la democrazia, non ci si può mettere a discutere di ambiguità", dice Letta al Giornale Radio 1. Il segretario Pd lancia anche l'appello per una manifestazione pubblica davanti all'ambasciata russa a Roma, che si è tenuta ieri alle 16.00 e che ha visto, in prima fila, oltre a molte forse politiche di sinistra, anche i sindaci dem. Infatti, Matteo Ricci, presidente di Ali (Lega dell’autonomie per l’Italia, i sindaci riformisti), spiega come Ali, Autonomie Locali Italiane, invita tutti i sindaci italiani ad aderire all'iniziativa 'Per la pace, per l'Ucraina' (che si terrà oggi in moltissime città italiane, ndr.) e a mobilitarsi contro l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia: “Chiediamo di organizzare in ogni Comune un momento di condanna contro chi vuole schiacciare uno stato sovrano, con la forza e contro ogni regola del diritto internazionale. Vogliamo far sentire al popolo ucraino la vicinanza dei cittadini italiani e la più forte condanna morale e politica di Putin e delle sue azioni di guerra. Come Ali esprimiamo la più ferma condanna per l'invasione dell'Ucraina e i bombardamenti delle città, avvenuti in spregio a ogni regola del diritto internazionale, rifiutando ogni tentativo d'intesa negoziale e minando la pace e la stabilità dell'Europa. Invitiamo quindi i sindaci italiani a unirsi in questa lotta all'odio, scendendo in piazza e organizzando iniziative, presidi, fiaccolate. Un coro unanime a favore della pace per l'Ucraina" dice il sindaco di Pesaro.
La contro-replica piccata di Salvini
Il leader leghista Salvini, piccato dalle accuse, replica: "Se devo scegliere non vado a protestare ma porto aiuto concreto. I miei primi interlocutori sono l'ambasciata ucrania e il Vaticano". Salvini però, per la prima volta, prende le distanze da Mosca: "La Russia sgancia missili, ha torto". E ancora: "Conto che si sia tutti uniti per fermare quello che rischia di essere un disastro planetario. Oggi è il momento dell'unità nazionale". La Lega aderisce "a qualunque iniziativa e proposta politica che possa servire a fermare" la guerra in Ucraina. "La prima persona con cui ho parlato stamattina è stato l'ambasciatore ucraino che mi ha girato delle immagini che nel 2022 non si dovrebbero vedere", sottolinea. Il leader del Carroccio però poi non si tiene e critica "le piccole dichiarazioni di politica spiccia italiana: non bisogna inventare polemiche in una giornata tragica come quella di oggi".
Certo è che il partito di via Bellerio si sente tirato in ballo dalle accuse di ‘terzismo’ e invita il Pd a evitare le polemiche. E se tutte le forze parlamentari esprimono ferma condanna dopo l'atto di aggressione della Russia, sotto traccia nel Movimento 5 stelle e nel Carroccio permangono i distinguo sull'evoluzione della crisi e anche sul tema delle sanzioni ma “oggi – taglia corto Salvini – è il momento dell'unità nazionale”. L'avvitarsi della crisi ha, quindi, almeno in teoria, compattato le forze parlamentari, ma è una finzione. "La Russia ha torto", dice Salvini, ma poi polemizza: "il Pd chiede di più? Non so più cosa fare o dire: mi do fuoco sulla piazza?".
Le reazioni degli altri partiti, da FdI fino a LeU
Sulla stessa lunghezza d'onda del Pd, paradossalmente, c’è però anche Fratelli d'Italia che oltre a insistere sulla necessità che in questi momenti delicati ci sia una centralità del Parlamento lancia un appello affinché l'Italia abbia un indirizzo chiaro e che si dia pieno mandato al premier Draghi. Niente semplice informativa di Draghi, dunque, la richiesta è che la formula sia quella delle comunicazioni formali in modo che le Camere si possano esprimere con un documento unitario. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte”, afferma il capogruppo di Fdi, Lollobrigida. "E' il tempo delle scelte di campo. L'Occidente e la comunità internazionale siano uniti nel mettere in campo ogni utile misura a sostegno di Kiev e del rispetto del diritto internazionale", dice il presidente di Fdi, Giorgia Meloni, che annuncia di aver scritto a Draghi per garantirgli la massima collaborazione del suo partito. "Ci saranno tentativi della Russia di dividere l'Occidente puntando sulle questioni economiche ma l'Occidente non ci deve cascare, ora dobbiamo lavorare tutti per l'unità dell'Occidente", osserva il coordinatore nazionale di Forza Italia Tajani, rivelando che non c'è stato alcun contatto tra Putin e Berlusconi, che pure pensa, però, che una sua telefonata al presidente russo, di cui è buon amico, potrebbe ‘favorire’ la fine delle ostilità. "L'Italia sia come sempre al fianco di Europa e Stati Uniti in nome della libertà e dei valori", l'appello di Renzi. "E' in corso una inaccettabile escalation militare della Russia", dice Fornaro di Leu. "Servono unità, coesione e fermezza senza ambiguità da parte dell'Europa e della Nato, ma senza mai spegnere l'arma della diplomazia", sostiene Maurizio Lupi di Noi per l'Italia. "Ora l'Italia deve muoversi coesa e con grande responsabilità insieme all'Europa e ai nostri storici alleati della Nato", la richiesta del capogruppo di Coraggio Italia, Marin.
Le conseguenze dell’invasione. Le sanzioni
I riflettori sono puntati, però, anche sulle conseguenze causate dall'evolversi della situazione. "L'Italia – sottolinea il segretario del partito di via Bellerio, che ieri ha riunito sul punto la sua segreteria - è il Paese che rischia di più, perché metà del nostro gas parte dalla Russia. Non abbiamo le condizioni di autosufficienza”. Che è come dire: okkio con le sanzioni, più di poco l’Italia non le regge. "La priorità – per Salvini - è fermare la guerra e salvare vite con ogni mezzo necessario, oggi è il giorno della fermezza, ho visto immagini tragiche", aggiunge.
Le vane speranze del M5s nella ‘diplomazia’
"Ferma condanna per l'attacco russo che precipita la situazione e allontana ogni soluzione diplomatica. Confidiamo in una risposta comune europea e nel contributo che l'Italia può dare", spiega il presidente M5s Giuseppe Conte, un altro da sempre cauto sulle posizioni anti-russe, ma aggiunge che "siamo preoccupati per le ripercussioni", cioè per il peso delle sanzioni, che rischiano di accendere la spirale inflazionistica, visto che dipendiamo molto proprio dal gas russo.
Giuseppe Conte cita, in coda alle sue dichiarazioni, il "contesto atlantico", ma è l'Europa il focus della posizione che esprime a nome del Movimento 5 stelle, dopo che il lancio dell'offensiva militare russa in Ucraina ha spento gli auspici di chi ancora ieri lanciava appelli, anche tra i pentastellati, al "dialogo" con Mosca. Archiviate per ora le speranze di una azione solo dimostrativa della Russia, Conte in giornata ha schierato il Movimento sul terreno della solidarietà con Kiev, ha fatto sapere di aver sentito l'ambasciatore ucraino e di avere in agenda per un incontro con lui ed ha convocato "informalmente", dal momento che lo Statuto è sospeso per decisione del Tribunale di Napoli, anche il consiglio nazionale del Movimento. Ma in qualche modo, con l'indicazione dell'Europa come sede privilegiata per la decisione delle "misure di reazione che coinvolgeranno l'ambito politico ed economico", ha mantenuto la distinzione rispetto a chi, fra gli alleati di governo, adombra una risposta militare della Nato, sia pure come ipotesi (il dem Enrico Letta).
Una differenza rispetto a Conte si può cogliere anche nella posizione espressa su Twitter dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, col quale l'ex premier si è scontrato duramente dopo l'elezione del presidente della Repubblica. "L'Italia è al fianco del popolo ucraino, insieme ai partner Ue e atlantici": per Di Maio le due cose non sono scindibili. Esattamente opposta l'analisi di Alessandro Di Battista, un tempo "gemello" di Di Maio, da tempo fuori dal Movimento ma sempre piuttosto attivo come opinionista politico: "Atlantismo ed europeismo non sono concetti sovrapponibili anche se per molti leader sono quasi sinonimi: per me no", ha spiegato in un lungo video nel quale ha espresso la sua contrarietà al "folle espansionismo Nato" ma ha condannato l'azione militare russa.
Ed è Alternativa, la componente parlamentare nata da una robusta pattuglia di fuoriusciti dal M5S, ad esprimere in una nota attribuita ai suoi parlamentari, ad aver espresso la posizione più classicamente "pacifista", quasi neutrale rispetto alle parti in conflitto in Ucraina: punta il dito sulla strategia occidentale in Europa orientale: "La nuova escalation militare - è l'accusa - ha dimostrato che la politica delle sanzioni nel tempo non ha portato a nulla".
Intanto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Segreti, Franco Gabrielli, ieri ha riferito al Copasir, cui la Lega, per la prima volta da mesi, è tornata a partecipare. Ora l'agenda parlamentare verrà stravolta, anche per questo motivo il dem Fiano ha chiesto "una moratoria sull'ostruzionismo in aula alla Camera davanti alla situazione drammatica in Ucraina". Sulla necessità di un clima di unità nazionale e di un mandato pieno a Draghi si sono espressi tutti i partiti intervenuti nell'Aula di Montecitorio ieri e lo faranno anche oggi, ma le differenze restano e, se la guerra si prolungasse, è certo aumenteranno.