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Open Arms a Lampedusa, Trenta non firma: "Non perdere l'umanità". Salvini: "Solo contro tutti"

Braccio di ferro tra la ministra della Difesa e il leghista. Anche Toninelli non firma. La nave di Open Arms giunta a Lampedusa con 147 persone a bordo tra cui 31 minori. Ieri Conte aveva chiesto lo sbarco, il no leghista bloccato dal Tar del Lazio

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La nave della Open Arms

"La politica non può mai perdere l'umanità. Per questo non ho firmato". Lo ha affermato la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, in un comunicato in cui ha spiegato la sua decisione di non firmare il nuovo decreto del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, volto a negare l'ingresso, il transito e la sosta nelle acque territoriali della nave dell'Ong Open Arms a seguito della sospensiva disposta dal Tar del Lazio sul precedente analogo provvedimento. Si innesca insomma un braccio di ferro tra la ministra pentastellata e il leghista che, ormai, si è posizionato a una distanza siderale rispetto agli ex alleati di governo. Già ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva chiesto al vicepremier di far sbarcare i minori ricevendo in cambio il no del vicepremier. Il Tar ha risolto la questione sospendendo appunto il divieto per "contraddittorietà" del provvedimento e per motivi di umanità. Intanto la nave della Ong spagnola con 147 migranti a bordo è giunta nelle acque antistanti Lampedusa, nelle vicinanze dell'isola delle Pelagie, scortata da due motovedette della Marina miniliare pronte a far sbarcare i minori. Nemmeno il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (entrambi evevano siglato il primo divieto) ha firmato il nuovo provvedimento di Salvini. La lettera di Conte contro Salvini ha poi chiarito che Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo sono disposti a ospitare parte dei migranti.

Medici a bordo: condizioni pessime, ci sono infezioni

A bordo della Open Arms le condizioni igienico-sanitarie sono pessime. E' il responso dei medici della Cisom dopo l'ispezione conclusa sulla nave della Ong spagnola che dall'alba di oggi è alla fonda a Cala francese a poche centinaia di metri dal porto. Gli antibiotici a bordo sono terminati e molti migranti, che presentano ferite da armi da fuoco malcurate, presentano evidenti infezioni. L'esito dell'ispezione pone le basi per una possibile rapida decisione sullo sbarco che al momento non è stato autorizzato dal Viminale. 

Perché non possono ancora sbarcare

I due ministri che non firmano rendono inefficace il secondo porovvemento di Salvini che deve essere controfirmato. Per questo la Open Arms è ferma davanti a Lampedusa, messa in sicurezza. Diverso è il permesso di sbarcare, negato allo stato alla nave con a bordo i migranti, che tecnicamente è concesso dalla Prefettura, dunque dal Viminale, che poi deve predisporre l'accoglienza. Dunque ora la Open Arms si trova in acque italiane, davanti Lampedusa. "al riparo non abbiamo il permesso di entrare in porto" fanno sapere dalla ong spagnola. Contro la decisione monocratica del Tar del Lazio di sospendere il divieto di ingresso nelle acque italiane per la Open Arms, perché si ravvisa "una situazione di eccezionale gravità e urgenza" nonchè "un vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso", il ministro Salvini ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.

Non firmo

Per la ministra Trenta "non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto, nonché le ragioni di necessità e urgenza, posti alla base della misura cautelare" del Tar della Lazio.

La Trenta fa riferimento in particolare alla "sussistenza di 'fumus boni iuris' (la presunzione di sufficienti presupposti per permettere l'ingresso alla nave in acque italiane, ndr) e 'periculum in mora' (il possibile danno causato da un ritardo nell'adozione del provvedimento, ndr) che anzi si sono verosimilmente aggravati". "In tale contesto", sottolinea la Trenta, "la mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al 'dictum iuris' sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un'esplicita disponibilità all'assistenza delle persone maggiormente bisognevoli".

"Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza", ha concluso la ministra, "non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo". 

L'ira di Salvini: solo contro tutti

"Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani", dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando le parole della collega alla Difesa. E "sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col PD al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà", scrive su Facebook.

Open arms: non abbiamo ancora un porto sicuro

"Giorno 14. Vediamo terra. Lampedusa. Il decreto è stato sospeso, siamo in Italia. Continuiamo a non avere un porto, ma la fine di questo incubo è più vicina. L'umanità prevarrà su questa follia", scrive su Twitter la Ong Open Arms mentre la Spagna ha fatto sapere al governo italiano di essere disposta a prendere in carico una quota di migranti. 

L'appello dell'Unicef: salvate i bembini

"Circa 130 bambini sono attualmente sulle navi Viking Ocean e Open Arms. È stato riferito che solo 11 dei 103 bambini che si trovano a bordo dell'Ocean Vicking sono accompagnati da un genitore o tutore. Questi bambini, molti dei quali sono fuggiti da violenze, conflitti e atrocità impensabili hanno diritto di essere salvati e protetti". Lo scrive l'Unicef che chiedeo la messa in sicurezza immediata dei piccoli. 

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