I trattori restano in marcia. In attesa di un emendamento e di segnali concreti sui prezzi
Molto dipende da come la maggioranza vorrà correggere stamani il Mille proroghe. Con la proposta Meloni? O quella più generosa di Salvini? Resta convocata la manifestazione di giovedì al Circo Massimo a Roma. Attese ventimila persone. Agricoltori divisi. Opposizioni per una volta compatte
Appesi ad un emendamento. La pax agricola dipende tutta, per la gran parte, da come il governo scriverà stamani l’emendamento che reintroduce l’Irpef agricola. Almeno fino ai 10 mila euro di reddito agricolo annui. “La misura coprirà il 95% delle imprese agricole” assicurano da palazzo Chigi. “Falsità”, secondo gli interessati che la vorrebbero almeno fino a 30 mila. Richiesta subito condivisa da Salvini. Le opposizioni sono invece in agguato per capire da dove il ministro Giorgetti prenderà questi danari (circa 150 milioni). Oltre a sottolineare quella che è una tra le più clamorose marce indietro dell’esecutivo che ha tolto i benefici sull’Irpef agricolo e una serie di altri incentivi (soprattutto per i giovani) con la legge di bilancio approvata il 29 dicembre. Manovra che la premier Meloni aveva blindato come non mai proprio per evitare passi indietro e ripensamenti. Dipende molto, quasi tutto, da quell’emendamento che, per come è stato anticipato, non soddisfa però gli agricoltori. “Dovete tutelare il nostro reddito per tutelare il nostro cibo” era il primo punto della lettera-documento letta sul palco di Sanremo da Amadeus. Ma a favore della tutela del reddito, contro la perversione di un sistema per cui il coltivatore vende al distributore la merce a 40 centesimi (al limite del costo di produzione, quindi scarsi margini di profitto) e la ritrova in vendita a 4 euro, non sono previsti interventi. Per questo e per altri motivi la protesta dei trattori continua. Chi pensava, sperava, che fosse rientrata dovrà fare i conti con centinaia di trattori in arrivo nella Capitale e una grane manifestazione immaginata per giovedì nella Capitale.
Il testo
Il maxi emendamento dei relatori sull’esenzione dell’Irpef agricola arriverà stamani. “Sarà un intervento per i più deboli", ha spiegato il presidente del Consiglio. Mentre il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini ha chiesto di fare di più. "Bisogna alzare la soglia fino a 30mila euro” ha proposto Riccardo Molinari, capogruppo della Lega. “Non è l’Irpef il problema degli agricoltori ma l’Europa. Molto strano che non si voglia comprendere questo” è la replica del capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Il quel però forse confonde i grandi sindacati agricoli con cui il governo, e il ministro, si sono sempre interfacciati in questi anni. Soprattutto Coldiretti: molto disponibili ad ascoltare le grandi imprese ed assai poco i piccoli produttori; più propense a ridurre il numero delle imprese a vantaggio di grandi gruppi e grandi coltivatori con cui è sempre dubbio più facile gestire anche la transizione green, più disponibili ad evolvere e investire. Giorgia Meloni non li ha voluti vedere in faccia, ha però chiamato a palazzo Chigi Coldiretti, Cia, Copagri, Confcooperative e le sigle più grandi della rappresentanza agricola. Era venerdì. Ed è stato chiaro che quelle sigle non fossero portatrici dei motivi della protesta. Uno smacco per Ettore Prandini e il ministro Lollobrigida che più tardi. L'obiettivo della maggioranza è chiudere l'accordo entro martedì sera e avere subito il via libera dell'Aula di Montecitorio. Dopo la presentazione dell'emendamento sull'Irpef ci sarà un giorno di tempo per i sub-emendamenti. Oggi alle 17 la maggioranza farà il punto in Commissione.
Ma la protesta va avanti
Il governo vuole fare in fretta nella speranza di fermare il fronte della protesta. Che è diviso ma non si ferma. I più arrabbiati sono quelli del “Cra, agricoltori traditi”che hanno tra i portavoce l’ex forcone Danilo Calvani. Gli altri, quelli ricevuti dal ministro (“Riscatto agricolo”) dicono di non voler avere nulla a che fare con il Cra. E’ una questione generazionale e politica: più giovani quelli di Riscatto e con una piattaforma più chiara tanto da poter spiegare a Sanremo tramite Amadeus. Così se venerdì Calvani è stato escluso da incontri e visite, sabato ha ottenuto comunque il permesso per la manifestazione di giovedì al Circo Massimo. “Arriveranno ventimila persone con una rappresentanza di una ventina i trattori” ha spiegato Calvani. Che ha voluto tendere la mano agli altri, a tutti gli altri. “La piazza di Circo Massimo è aperta a tutti gli agricoltori, anche a chi ci ha criticato. I problemi della categoria sono gli stessi per tutti ecco perchè la mobilitazione si deve unire”. Facendo tutti molta attenzione “perchè in piazza non vogliamo nè sigle o bandiere di partito o sindacati nè infiltrati”. Ma è proprio la strumentalizzazione a destra e l’infiltrazione di gruppi violenti che tiene lontani quelli di “Riscatto agricolo” che quindi, almeno fino a ieri, confermano che non saranno presenti. Anche perchè loro sono già stati una settimana lontano dalle aziende e dal lavoro.
Sempre giovedì è stata organizzato anche un sit-in da Popolo produttivo e Altragricoltura in piazza del Campidoglio con lo slogan #telodoioilmadenitaly. “Sarà una mobilitazione sia per l'agroalimentare che per tutto il popolo produttivo e quindi intersettoriale che in maniera determinata, ferma e forte vuole richiamare l' attenzione del Governo e di Bruxelles sottolineando che ormai la misura è colma” dicono gli organizzatori. Aderiranno anche gli ambulanti dell’Ana-Ugl. Da segnalare che ieri in Puglia alcuni sindaci stanno aderendo alla protesta. Graziano Coscia è sindaco di Carlantino (Foggia) e ieri ha spiegato perchè ci saranno molti sindaci presenti alla manifestazione prevista per domani a Gambatesa, provincia di Campobasso, dove si sono dati appuntamento circa 200 trattori in arrivo dalle province di Foggia, Campobasso e Benevento. “La politica a livello nazionale fa molto poco ed è allora giusto che noi sindaci, poiché troviamo giusta la protesta del mondo agricolo, si partecipi alla protesta”.
L’asta nella maggioranza
Sul versante politico le opposizioni sono abbastanza compatte. “Prima aumentano l’Irpef sull'agricoltura e poi si accusano a vicenda, con Salvini che cavalca la protesta dei trattori contro Giorgia Meloni. Una irresponsabile gara a chi è più populista” dice Riccado Magi di +Europa. “Si ascoltino gli agricoltori ma si ricordi che il loro è il settore più aiutato dall'Ue. È questo governo, casomai, a danneggiarli”. Il leader del M5s Giuseppe Conte accusa il governo. “Meloni e Salvini fanno a gara per salire sul trattore della protesta ma in realtà sono stati loro a portare gli agricoltori all’esasperazione tagliando l'esenzione Irpef e togliendo la decontribuzione per i giovani agricoltori”. Accuse che Matteo Renzi e Italia viva dicono da settimane, ben prima della protesta, chiedendo di ripristinare almeno l’Irpef agricolo. “Prima hanno aumentato le tasse che noi avevamo abbassato e subito dopo Salvini e Meloni discutono chi è la colpa”.
La maggioranza ha scelto, prova, di raccontare la protesta in chiave antieuropea. “Tutta colpa dell’Europa e delle sue assurde regole” è il refrain buono per ogni campagna elettorale. Soprattutto per questa dove invece sono chiare la responsabilità del governo. Ma se l’Europa, che sostiene il mondo agricolo con 360 miliardi ogni anno, ha una parte di colpa (ad esempio l’eccesso di burocrazia), le maggiori responsabilità, stando almeno alle rivendicazioni viste finora, sono in capo al governo.
Per Salvini è l’occasione per provare a scavalcare Meloni e Fratelli d’Italia. E’ stato il primo ad incontrarli (giovedì in Abruzzo) e da allora, in ogni tappa del suo interminabile tour della sua eterna campagna elettorale trattori ed agricoltori sono diventati le guest star. Dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Toscana (ieri Saccardi ha atteso la colonna di trattori sul Lungomare della Versilia a sta per il Carnevale) al centro italia. È anche vero che l’agricoltura è sempre stato un punto di riferimento per la Lega. E Zaia e Centinaio tra i “migliori ministri che abbiamo avuto” è l’opinione diffusa tra gli agricoltori. La maggioranza assicura che “va tutto bene”. E che tra Giorgia e Matteo “c’è grande intesa".