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Via Vittorio Sgarbi, ecco tutti i nomi per il rimpasto di governo

Dopo le dimissioni del sottosegretario alla Cultura, è partita la corsa per ricoprire i posti vacanti. Cavo, Bagnasco, Campomenosi, Kelany e Solinas fra i nomi dei candidati

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Via Vittorio Sgarbi, ecco tutti i nomi per il rimpasto di governo

Dopo giorni e giorni di attesa, è toccato al vicepresidente azzurro della Camera Giorgio Mulè  e alla vicepresidente, di Forza Italia anche lei, appena subentrata a Maurizio Gasparri, con cui si è scambiata il ruolo di presidente del gruppo, Licia Ronzulli, dare all’unisono l’“Annuncio delle dimissioni di un sottosegretario”: “Comunico che, in data 13 febbraio 204, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, di concerto con il Ministro della Cultura, ha accettato le dimissioni rassegnate dal professor Vittorio Sgarbi dalla carica di Sottosegretario di Stato per la Cultura. Un cordiale saluto. Firmato, Giorgia Meloni”. E, se a Palazzo Madama, il resoconto stenografico segnala genericamente “applausi” quello di Montecitorio è più specifico e parla di “applausi dei deputati dei gruppi Pd, MoVimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e sinistra”.

Spazi nel governo Meloni

E proprio la casella di Sgarbi che si libera, insieme a quella di Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia che si era dimessa dopo la condanna per la Rimborsopoli piemontese dal Ministero dell’Università, apre spazi per il rimpasto del primo governo di Giorgia Meloni. Che, in realtà, fino alle Europee, non coinvolgerà ministri, ma che – dopo le elezioni di giugno, soprattutto in caso di sconquassi negli equilibri di governo – potrebbe toccare anche i titolari dei dicasteri.

Serve un riequilibrio

A chiedere un riequilibrio, al momento, sono soprattutto Noi Moderati - la forza di Maurizio Lupi che raggruppa anche i seguaci del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro di Coraggio Italia, quelli del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in Italia al Centro e dell’Udc di Lorenzo Cesa – che cresce nei sondaggi ed è sottodimensionata nell’esecutivo e la Lega che ha dovuto rinunciare a Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna e leader del Partito sardo d’azione, a favore del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia come candidato alla guida della Regione.

Solinas vice ministro?

E proprio Solinas potrebbe essere viceministro, ad esempio dell’Agricoltura o del Turismo, che ne sono sprovvisti, nel governo e che fanno parte delle sue competenze, anche perché si è fatto da parte senza polemiche e con grande signorilità, nonostante potesse mettersi di traverso da governatore uscente.

Gli obiettivi della Lega

Ma è anche su un altro profilo che punta moltissimo la Lega per il rimpasto, l’attuale capodelegazione del gruppo del Carroccio al Parlamento Europeo Marco Campomenosi, che è l’uomo della diplomazia internazionale di Matteo Salvini, colui che tiene tutti i rapporti con gli altri partiti europei del gruppo di Identità e Democrazia e che è un tecnico parlamentare di competenza unica a Strasburgo e Bruxelles. Ma, come accade sempre a quelli superpreparati, ovviamente non è una macchina da preferenze – merce per quelli che stanno più spesso in televisione e sui social che nelle aule parlamentari – e quindi avrà molta più difficoltà ad essere eletto che nel 2019, quando la Lega fu il partito più votato fra tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Il ruolo della Liguria

In più, dalla sua regione, la Liguria, arriva anche l’eurocandidatura di Francesco Bruzzone, attualmente deputato e punto di riferimento per i cacciatori e per tutto il mondo venatorio, vera e propria macchina da preferenze, quindi molto competitivo.

E quindi la soluzione per valorizzare al meglio tutte le risorse, potrebbe essere Bruzzone a Strasburgo e a Bruxelles e Campomenosi al governo, dove già la Lega ligure schiera il viceministro di Matteo Salvini alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, universalmente riconosciuto, anche dalle opposizioni, come uno dei migliori dell’intero governo Meloni.

Novità agli esteri

Ovviamente, il ministero per Campomenosi sarebbe quello degli Esteri, dove ha competenze dirette, e dove il ministro azzurro Antonio Tajani ha un viceministro di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, e due sottosegretari, il totiano di Noi Moderati Giorgio Silli e l’azzurra Maria Tripodi. Ma nessun leghista in uno snodo che, invece, anche per il peso nell’economia che si rapporta con l’estero, potrebbe essere perfetto per l’attuale capodelegazione a Strasburgo e Bruxelles, uno di quelli rimasti vicini a Salvini anche nei suoi momenti più difficili.

Altri 2 sottosegretari dalla Liguria

E, sempre dalla Liguria potrebbero arrivare altri due sottosegretari: il primo è il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco, sindaco uscente di Rapallo, il sesto Comune della regione, che non si può più ricandidare, ma è tenuto in alta considerazione da Antonio Tajani perché gli ha appena portato in dote, insieme al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio,  l’ex capogruppo e coordinatore dei totiani in Regione Angelo Vaccarezza e il suo braccio destro Pierangelo Olivieri, presidente della provincia di Savona. Per Bagnasco potrebbe aprirsi il Turismo, anche per i buoni rapporti con Daniela Santanchè, o la Salute, al momento feudo di Fratelli d’Italia.

Prende quota Ilaria Cavo

L’altra sottosegretaria, praticamente certa, viene invece proprio dal gruppo di Toti, di cui è anche il segretario politico: la deputata Ilaria Cavo, vicepresidente della Commissione Attività Produttive di Montecitorio, che si è segnalata in questo anno abbondante di legislatura per il suo iperattivismo in aula e per il fatto di essere una secchiona preparatissima, circostanza che chi l’ha vista al lavoro come assessore alla Cultura di Regione Liguria conosceva già e che a Roma ha confermato elevata a potenza. Infatti, per lei si parla sia del ministero della Cultura, dove c’è la casella libera lasciata da Sgarbi, sia del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dove fra gli uomini che affiancano Giancarlo Giorgetti non c’è nemmeno un rappresentante di Noi Moderati, unica forza della maggioranza senza squadra al MEF.

E Giorgia Meloni? Il tam tam parla della necessità di un rafforzamento delle deleghe dei Rapporti col Parlamento, dove il ministro Luca Ciriani, di Fratelli d’Italia, ha due sottosegretarie: Matilde Siracusano di Forza Italia e Giuseppina Castello della Lega. Ma l’enorme mole di voti di fiducia e la conflittualità parlamentare richiederebbero un terzo vice-Ciriani e si fa il nome di Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia che ha un ottimo rapporto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che con Alfredo Mantovano è il vero uomo forte del governo Meloni.

Cambi all’opposizione

Nel frattempo, all’opposizione iniziano i cambi di gruppo e sono i Cinque Stelle il gruppo più mobile in questo momento: se ne sono andati in pochi giorni la deputata Federica Onori, eletta all’estero nella circoscrizione Europa, che ha aderito al gruppo parlamentare  calendiano “Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe”, e il senatore Raffaele De Rosa, eletto nel collegio uninominale campano di Acerra, che “ha comunicato l'intenzione di dimettersi dal Gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle”. Ma al momento non si è posizionato nemmeno nel Misto, ma fra “i senatori non iscritti ad alcun gruppo parlamentare”. A modo suo, è un rimpasto anche questo.

 

 

 

 

 

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