[L'analisi] Ecco come sarà il nuovo Terzo polo. L'identikit del "partito dei migliori"
Come sarà il nuovo partito lo spiega il presidente dei senatori del Terzo Polo Lella Paita: “Possiamo parlare di un cantiere aperto con le persone migliori in campo”
Nè il sindaco di Genova Marco Bucci, nè il suo assessore alla Mobilità Matteo Campora hanno mai aderito al Terzo Polo, a differenza dei loro colleghi di giunta, seduti a fianco a loro, Mauro Avvenente, responsabile di Manutenzioni e Lavori Pubblici, e Davide Falteri, consigliere che ha la delega per attrarre nuove aziende a Genova. Insomma, Bucci e Campora sono fieramente indipendenti. Ma in un incontro di Italia Viva sui temi genovesi e sulla rivoluzione della mobilità a Genova la presidente renziana dei senatori del Terzo Polo Raffaella Paita, precisando che “non hanno mai ceduto al mio corteggiamento per entrare nel nostro partito”, spiega che sono due immagini viventi di come sarà il nuovo partito che nascerà dalla fusione di Azione e Italia Viva, dando seguito al percorso cominciato da Matteo Renzi e Carlo Calenda alla vigilia delle politiche.
Europee 2024, banco di prova
Il banco di prova saranno le Europee 2024, elezioni con un sistema proporzionale e quindi perfette per chi ha vita autonoma fuori dai due blocchi eredità della politica maggioritaria del e bipolarismo muscolare di trent’anni fa.
E Lella Paita, che è una sorta di “super presidente” di Azione-Italia Viva-Renew Europe a Palazzo Madama – visto che sotto di lei, iscritti al suo gruppo, ci sono i due leader Matteo Renzi e Carlo Calenda e un ex pluriministro come Maria Stella Gelmini oltre ad altri cinque senatori – fa con la platea e poi con Tiscalinews l’identikit di come sarà il nuovo partito, che sarà tale molto più di essere un semplice “partito unico". “Possiamo parlare – spiega la presidente dei senatori del Terzo Polo – di un cantiere aperto. Quindi non solo noi di Italia Viva e Azione, ma anche un soggetto con le porte aperte a tutti coloro che portano valori liberali, repubblicani, garantisti, di sviluppo. Non una sommatoria di sigle o di classe dirigente di partito, ma un soggetto completamente nuovo con le persone migliori in campo, senza alcuna paura di aprire le porte ad altre realtà rispetto a quelle che già ci sono e che ci saranno”.
Il "partito dei migliori"
Detto in uno slogan, quello che ha in mente Paita – e con lei Renzi e Calenda – potrebbe essere il “partito dei migliori”, non in senso elitario, come spesso sono stati i poli laici della politica italiana, “ma delle persone migliori in campo, quelli che non hanno paura del cambiamento, quelli che non hanno paura di vedere la politica con coordinate diverse”. Alla presidente dei senatori del Terzo Polo brillano gli occhi mentre racconta le sue idee e probabilmente ha già anche precise idee e contatti, che non svela nemmeno sotto tortura. Ma - esattamente come si sa chi sono i “migliori” per il nuovo partito - come in “Non chiederci le parole” di Eugenio Montale, Raffaella Paita sa “chi non siamo, chi non vogliamo”.
L'identikit paitiano
E fra coloro che pare non rientrino nell’identikit paitiano c’è la neosegretaria del Pd Elly Schlein e la sua nuova maggioranza all’interno del Partito Democratico: “Ha detto che loro non vogliono nuove autostrade, noi invece le autostrade nuove le vogliamo eccome, così come vogliamo le ferrovie, così come vogliamo infrastrutture e tutto ciò che può contribuire a ridurre le differenze e portare benefici ai meno avvantaggiati. Quelli che già stanno bene, non hanno alcun interesse a cambiare le cose, perché possono permetterselo e l’immobilismo aiuta solamente loro”. Insomma, spiega la presidente dei senatori di Azione e Italia Viva “la nostra è una casa aperta dove non occorre venire a chiederci di essere ospitati, ma si mangia insieme, con la forza che viene dal ritrovarsi fra persone con valori comuni e che si stimano. Non basandosi su schieramenti del passato, ma sul valore di chi ci sta. Non è un discorso di destra o di sinistra, ma proprio di un cambio di declinazione della politica”.
Un tassello alla volta, l’identikit del nuovo partito ad esempio ribalta le categorie: ai vecchi schemi di destra e sinistra si sostituiscono “quelli che ho imparato a conoscere in questi anni, che divido sostanzialmente in due grosse categorie: i politici che lavorano per sé e per autoperpetrarsi, categoria che abbonda in Parlamento in molti partiti, ed i politici che lavorano per cambiare le cose, rischiando ogni giorno l’osso del collo”. E a questo punto la Paita si scambia uno sguardo con Bucci che dice più di mille parole.
Da questo disegno escono parole impegnative e che generalmente non portano voti: “Stiamo organizzando eventi mirati sui singoli temi, da cui si esce con proposte ed idee. Non ci interessano eventi generalisti dove si fa passerella e si fa propaganda, specialità di molte forze politiche e dei populisti di ogni colore. La nostra è la forza della serietà e della normalità”. E l’idea che .- nella politica di oggi – parole come “serietà” possano essere il centro del programma è qualcosa di veramente rivoluzionario. Ma la domanda è d’obbligo: non temete di essere troppo “alti”, troppo elitari, troppo lontani da un popolo che, anche a sinistra, ha plebiscitato Elly Schlein contro tutte le previsioni? “Vinceranno i congressi e possono vincere tutti i congressi che vogliono, ma perderanno tutte le elezioni”.
La Ligura come metafora
E la piccola Liguria, un milione e seicentomila abitanti, è quasi una metafora di come le coalizioni ingessate non possano essere comprese in questo discorso: mentre nel centrodestra Fratelli d’Italia ritiene indispensabile mettere il proprio simbolo in ogni grande Comune, da Ponente a Levante, le geometrie variabili di Azione e Italia Viva raccontano altre storie: nell’ultimo Comune al confine fra Italia e Francia, Ventimiglia, appoggiano il candidato di centrosinistra Gabriele Sismondini contro quello del centrodestra l’ex deputato della Lega Flavio Di Muro. Ma già una manciata di chilometri più in là, a Imperia, dove tutto il centrodestra senza simboli (ad eccezione di Fratelli d’Italia) appoggia la ricandidatura civica del sindaco uscente Claudio Scajola, anche Azione e Italia Viva stanno con l’ex ministro “apprezzatissimo dai cittadini imperiesi”. A Sestri Levante invece appoggiano il candidato del centrosinistra Massucco e a Sarzana, ultima propaggine di Liguria prima della Toscana appoggiano l’ex sindaco Renzo Guccinelli, indipendente di centrosinistra che fu collega assessore in giunta regionale ligure di Raffaella Paita, contrapposto all’attuale sindaca totiana Cristina Ponzanelli. Poi, per finire questo racconto, Paita guarda Bucci, guarda i suoi assessori e consiglieri di Italia Viva che stanno nella maggioranza di centrodestra di Genova che ha nel sindaco la figura di riferimento assoluto, guarda i consiglieri di Azione, anch’essi parte del progetto di Bucci. E forse lì si capisce qualcosa di più su come sarà questo nuovo partito.