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Cittadinanza solo ai nipoti di italiani, tutto cambia per gli oriundi. Le nuove norme che frenano "l'assalto" di argentini e brasiliani

Da alcuni anni si assiste a una richiesta monstre di riconoscimento dello status. Un Dl approvato venerdì cambia la procedura e stringe a due generazioni la discendenza

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
(Foto Ansa)
(Foto Ansa)

Anche su questo giornale era stata raccontata la storia di un ragazzo argentino, Carlos, che in forza di una legge del 1912, riletta nel 1992, aveva potuto richiedere la cittadinanza italiana in quanto discendente di un uomo partito da un paesino della Sardegna nei primi anni del 1900, suo trisavolo. Come Carlos, decine di migliaia di argentini o brasiliani o venezuelani - tanto per citare i Paesi maggiormente coinvolti - vengono ogni anno in Italia oppure, attraverso i consolati nei loro Stati, chiedono la cittadinanza. Dalla mezzanotte di giovedì questo non è più possibile - ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine di un Cdm nel quale è stato approvato, tra gli altri, un decreto legge che stabilisce che la discendenza utile per far valere il proprio diritto a ottenere lo status non può andare oltre la seconda generazione, una nonna o un nonno, per intenderci. 

Il provvedimento è suddiviso tra un Dl e un disegno di legge, più un altro Ddl sui servizi ai cittadini e alle imprese. La nuova norma non mette in discussione il principio dello "ius sanguinis", basato appunto sulla discendenza da cittadini italiani, ma si dovrà dimostrare un vincolo effettivo con l'Italia da parte dei figli nati all'estero da genitori italiani.  

Tajani, al termine del Cdm ha certificato che i numeri in continua crescita dicono che il fenomeno è piuttosto fuori controllo. Se l'obiettivo è "valorizzare il legame effettivo tra l'Italia e il cittadino all'estero", non ci sarà spazio per "abusi e fenomeni di commercializzazione dei passaporti italiani. La cittadinanza deve essere una cosa seria", ha precisato il ministro. La Farnesina dà anche i dati realtivi al fenomeno della massiccia richiesta di passaporti italiani avvenuta nell'ultimo decennio.  

Corsa al passaporto italiano: ecco dove

Dal 2014 al 2024 i cittadini italiani all'estero sono aumentati del da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni, ammettendo che in questo dato sono compresi anche i tanti emigrati italiani dell'ultim'ora, se così vogliamo dire. Dall'altra è chiaro che un incremento in 10 anni del 40 per cento è testimonianza di un fenomeno preciso. Che è quello della corsa al passaporto italiano, non per una spinta verso il recupero delle proprie radici - molti dei richiedenti non conoscono nemmeno l'italiano -, quanto per ottenere il prezioso lasciapassare capace di spalancare le porte dell'Europa. Ad oggi i procedimenti pendenti per l'accertamento della cittananza ammontano a circa 60 mila.

A veicolare l'ottenimento del documento sono spesso delle agenzie in loco che promettono procedimenti rapidi per via giudiziaria, evitando le lungaggini dell'iter attraverso i consolati o gli uffici anagrafe dei comuni di origine. I quali spesso vengono intasati da richieste di documentazione anche perché trattasi di piccoli centri, spersso montani, il più delle volte con uffici amministrativi ridotti al minimo. Anche i consolati, spiega la Farnesina, sono presi d'assalto, in molti casi creando problemi agli uffici amministrativi.

I Paesi da cui arrivano i nuovi italiani

Il calcolo dei ministero è che gli oriundi in giro per il mondo che potenzialmente potrebbero richiedere la cittadinanza italiana sono tra i 60 e gli 80 milioni. Il Paese con più richieste è l'Argentina - dove, a partire dalla metà dell'800 si sono recati almeno 3 milioni di italiani -, dove si è passati dai circa 20mila riconoscimenti del 2023 a 30mila già l’anno successivo mentre il Brasile segnava oltre 14mila passaporti rilasciati nel 2022 diventati 20mila lo scorso anno. Nel Paese di Lula sono emigrati tra il 1884 ed il 1939 oltre 4 milioni di italiani. Anche il Venezuela è della partita, con i suoi quasi 8mila riconoscimenti di cittadinanza nel 2023. 

Cosa prevede il decreto legge sulla cittadinanza

La norma è compresa tra un decreto legge e un disegno di legge. A partire dalla mezzanotte di venerdì, solo chi ha una nonna o un nonno italiano potrà fare richiesta di cittadinanza. Gli italodiscendenti possono quindi rivendicare il diritto solo sulla base di un legame da due generazioni. Il Ddl invece, sempre approvato nel Cdm di venerdì e che dovrà percorrere il suo iter parlamentare, si occupa dei legami reali che il cittadino italiano nato e residente all'estero dovrà mantenere con l'Italia, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni.

Anche un terzo disegno di legge andrà a modificare la legge sulla cittadinanza, nel percorso buorocratico e gli uffici pubblòici di riferimento. Non più i consolati come punto di riferimento ma un ufficio speciale centralizzato attivato alla Farnesina che sarà reso operativo entro un anno. I consolati torneranno dunque alla loro funzione origininaria, ovvero erogare servizi per chi è già cittadino e non per formare nuovi italiani. 

Antonella A. G. Loidi Antonella Loi   
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