Le studentesse del collettivo Aracne: "Contestiamo il governo e la sua cultura patriarcale"
Le esponenti della formazione studentesca contestano "l'impostazione del convegno" al grido di "fuori i pro vita dai consultori". E spiegano: "Non accettiamo che il fine ultimo della donna venga considerata la maternità"
"Abbiamo voluto contestare questo Governo e la sua cultura patriarcale. Oggi Roccella ha detto che nessuno ci stava impedendo la nostra libertà, ma è stata sempre lei a dire che 'l'aborto purtroppo è un diritto'. Ma contestiamo anche l'impostazione del convegno'. A parlare è una delle studentesse del collettivo Aracne che stamani ha contestato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella agli Stati Generali della Natalità all'interno dell'Auditurium della Conciliazione a Roma al grido di "Ma quale Stato, quale Dio, sul mio corpo decido io" ed ancora: "Fuori i Pro Vita dai consultori".
"Valditara - racconta la studentessa siciliana - ha mandato una circolare a tutti gli studenti per invitarli a partecipare ad un convegno del genere. Noi contestiamo in generale il convegno che ha una linea indirizzata a far pensare alle donne che il loro unico obiettivo nella vita è fare figli, a rendere l'aborto impossibile e a mettere i Pro Vita nei consultori".
"Non vogliamo che il corpo della donna - le fa eco una studentessa romana dello stesso collettivo - venga visto come uno strumento per la riproduzione e non vogliamo che il fine ultimo della donna venga considerato la maternità. Noi chiediamo nelle scuole educazione sesso- affettiva e la proposta di Valditara di educare alle relazioni non ci soddisferà mai. Chiediamo una pedagogia transformista nelle scuole per formare un altro tipo di società".