[Il retroscena] Forza Italia vota Gentiloni e la sua missione militare blocca-rifugiati in Niger. E la Lega si astiene

Il Governo invia 470 soldati italiani nel Sahel, per chiudere il "corridoio" che porta i profughi in Libia. Salvini: "Voglio vedere il testo, ma potremmo votare sì". A favore Pd e Forza Italia. Asse contro le missioni di M5s e Leu. I pacifisti accusano: le spese militari salgono da anni"

[Il retroscena] Forza Italia vota Gentiloni e la sua missione militare blocca-rifugiati in Niger. E la Lega si astiene

Prima di proporla al consiglio dei ministri, che ha approvato il decreto e lo ha spedito in Parlamento per la conversione, Paolo Gentiloni si era accertato che Forza Italia fosse disponibile a votarlo. Nessuno si aspettava invece che, alla fine, sarebbe arrivata la desistenza pure dalla Lega Nord, che non ha votato contro come ha sempre fatto, e, addirittura, sta considerando l’ipotesi  di dire sì al voto finale su un decreto preparato dall’ “odiato” governo del Pd. A fare il miracolo di costruire una nuova e diversa maggioranza Pd-Forza Italia con il lasciapassare del Carroccio contro M5s e Leu è stata  la missione internazionale “di supporto nella Repubblica del Niger”, il cui obiettivo - come si legge nella relazione di accompagnamento - è “l’incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce di sicurezza”, “a fornire supporto alle attività di sorveglianza delle frontiere”. 

Nove mesi armati in Africa

L’Italia spedisce le divise  per arrestare il passaggio dei profughi diretti verso la Libia e, di là, verso l’Italia è in realtà già partita il 1 gennaio. Proseguirà fino al 30 settembre e, come hanno sottolineato ieri i ministri degli Esteri Angelino Alfano e della Difesa Roberta Pinotti, “non appena il Parlamento avrà approvato partirà un primo dispiegamento di 120 militari”, ai quali ne seguiranno altri 350. Contemporaneamente, “rimodulando” l’impegno italiano all’estero aumenteranno da 370 a 400 unità i militari impegnati in Libia e, di conseguenza, sarà dimezzato il contingente impegnato in Iraq, scenderà di duecento il numero dei soldati in Afghanistan, che non è mai stato realmente pacificato dopo la caduta dei Talebani. Con la nuova missione, saranno ben 6.698 i militari italiani impegnati in teatri internazionali nei prossimi dieci mesi, per una spesa di 1,5 miliardi di euro. Già, perchè le missioni all’estero attive - e finanziate - sono ben 44. Oltre alla nuova per frenare l’afflusso di profughi chiudendo il corridoio che passa per il Sahel centrale, ce ne sono moltissime più piccole e meno note: si va dai 1072 soldati in Libano, ai 21 nei territori palestinesi, ai 12 nel Mali, ai due in India e Pakistan. C’è anche una missione composta da un solo militare in Kosovo. 

Centocinquantamila rifugiati

“Il Niger è un Paese molto fragile che raccoglie oltre 150 mila rifugiati, così facendo possiamo ridurre la pressione”, ha sottolineato Alfano. Seppur odiatissimo dal leader della Lega, che ha posto il veto a qualunque suo ritorno nel centrodestra, la relazione del titolare della Farnesina davanti alle Commissioni Esteri riunite in seduta comune non ha impedito una svolta del Carroccio. “Se fosse davvero a contrasto dell’immigrazione come  Lega dovremo dire sì perchè vuol dire che ci hanno ascoltato”, ha anticipato, a sorpresa, l’eurodeputato candidato premier del Carroccio. Salvini ha dato mandato ai suoi capogruppo in commissione Esteri di non votare contro come avevano fatto negli ultimi cinque anni, sempre e su tutto, ma di astenersi. Dove non hanno potuto nemmeno i vaccini o i decreti sicurezza contro la delinquenza “nostrana”, è arrivata la politica estera. “Aspetto prima di vedere il testo del decreto; è una cosa seria o di facciata?”, ha aggiunto. Una posizione chiara dovrà essere presa entro domani, quando il decreto sarà sottoposto al voto dell’Aula della Camera, che si torna a riunire eccezionalmente proprio per questa occasione. Forza Italia dirà sì con convinzione. Già ai tempi dell’invio delle prime navi in Libia gli azzurri avevano contribuito a scrivere il testo del decreto, seppur dall’opposizione.  “Le missioni devono proseguire, approviamo la missione in Niger. E’ una politica necessaria”, ha spiegato Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato ed esponente forzista. Nel Pd non si stupiscono: “Questa missione ha implicazioni di interesse nazionale”, chiarisce Andrea Manciulli. Tra i dem moltissimi considerano l’esperimento sulla missione in Niger che ha avuto come regista Palazzo Chigi una prova generale di quanto potrebbe accadere dopo il voto, nel caso le urne non dovessero restituire - come è probabile - una maggioranza chiara. 

LeU e M5S contro le missioni

Se la Lega ha “svoltato” e in piena campagna elettorale è diventata “responsabile” almeno per quanto riguarda le linee di politica estera ed ha abbassato - per qualche ora - i toni contro Paolo Gentiloni, si fa largo un’altra alleanza che a molti - e tra questi Laura Boldrini - appariva innaturale: quella tra Liberi e Uguali e il Movimento 5 stelle. I fuoriusciti del Pd e i grillini hanno votato insieme contro il decreto missioni. “La decisione del governo di deliberare non una ma due nuove missioni militari in Africa, Libia e Niger con le Camere sciolte è un atto di prepotenza istituzionale che condizionerà il futuro della politica estera del Paese per i prossimi decenni”, ha detto, a mò di denuncia, Erasmo Palazzotto di LeU. “Siamo assolutamente in disaccordo con queste missioni, siamo contrari a un sistema di politica estera  confusionario e inaccettabile”, gli ha fatto eco il senatore  Vincenzo Santangelo dei Cinquestelle.  Entrambi i partiti “soffrono” l’attivismo dei movimenti pacifisti, che sono contrari a qualunque nuovo impegno all’estero per i militari italiani. L’ultima relazione di MIL€X, Osservatorio sulle spese militari italiane, denuncia che nel 2017 le spese militari italiane sono salite dello +0,7% rispetto al 2016, del 2,3% in più rispetto alle previsioni. Secondo i pacifisti che diffondono il loro dossier una volta ogni 12 mesi, per il prossimo anno il totale delle spese militari sostenute dall’Italia sarà di 23.4 miliardi, pari alla cifra record di 64 milioni di euro al giorno, e che, soprattutto, “nell’ultimo decennio l’aumento delle spese militari è stato pari al 21% e il rapporto spesa/PIL è salito da 1,2% a 1,4%”.